lunedì 20 marzo 2023

pc 20 marzo: Incidente ai Tamburi/Taranto per il falò. Ma per stampa/Tv, Istituzioni locali l'unica risposta è la repressione

Dal blog tarantocontro

Certo, l'incidente di ieri è stato grave e poteva avere conseguenze ben più pesanti per i giovani, le persone che stavano vicino al falò ai Tamburi.

Ma che centra ora dire che la colpa è dei falò di San Giuseppe, annunciandone di fatto il divieto per i prossimi anni? 

Ma che centra l'appello di qualche giornale on line (leggi Corriere di Taranto: https://www.corriereditaranto.it/2023/03/20/in-alcuni-giorni-dellanno-serve-lesercito/) a far andare addirittura l'esercito in alcune feste ai Tamburi?

I falò di San Giuseppe si sono sempre fatti, non solo  a Taranto ma in altre citta' e paesi, sono anche in

alcuni paesi della Spagna una tradizione; ma ora si vuole abolire questa tradizione popolare, che finora non ha provocato alcuna conseguenza alla sicurezza delle persone e lo ha fatto solo ieri per uno sciagurato incidente.

Poi l'esercito? Ma siete fuori di testa?! Ai pericoli, ai rischi per l'inquinamento, il degrado del quartiere, questi si' costanti che minacciano la salute, la stessa vita degli abitanti dei Tamburi, si risponde con Tavoli, piani sulla carta e qualche intervento a tampone, e invece basta un incidente per chiedere la presenza dell'esercito, come se lo scoppio del falò lo avesse provocato, ad arte, la "grande criminalita'"?!

Non vi permettete di speculare sui feriti, sui giovani!

Taranto, i Tamburi sono ascesi alla cronaca delle Tv nazionali per questa esplosione del falò; mentre non sono "fatti rilevanti nazionalmente" le morti dei bambini, delle donne, dei lavoratori provocate dai padroni dell'ex Ilva alle porte del quartiere, e ora anche dallo Stato socio di Acciaierie d'Italia; mentre non sono fatti giornalisticamente rilevanti la grande disoccupazione dei giovani, la mancanza nel quartiere Tamburi di posti di ritrovo, di spazi sociali/culturali.

NO, ora si buttano sullo sciagurato falò per invocare "controllo, divieti e repressione". Bravi signori!

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