venerdì 24 marzo 2023

pc 24 marzo - Raffineria Lukoil di Priolo: la trattativa in corso si complica per il sequestro del depuratore… e si complica pure la situazione dei circa 10.000 lavoratori

vasche depuratore Ias

Fra pochi giorni, il 27 marzo, giorno in cui scade il “golden power”, il governo dovrebbe decidere di chiudere la vendita della Lukoil “agli israelo-ciprioti di Goi Energy” per 1,2 miliardi.

Ma anche quando l’affare si concludesse, i problemi rimarrebbero (e rimangono) tutti sul tappeto, perché la procura di Siracusa ha sequestrato il depuratore Ias gestito dalla Regione, con l'accusa di disastro ambientale. Questo depuratore, che tratta i fanghi delle aziende del Petrolchimico ed i reflui

civili di Priolo e Melilli, secondo i magistrati, non è adeguato, non depura più niente da tempo, anzi inquina pesantemente.

Per superare l’ostacolo, dopo aver dichiarato il sito di “interesse nazionale”, il governo con un decreto aveva deciso di “far funzionare gli impianti in regime di proroga” prendendosi 36 mesi di tempo per risolvere il problema. E adesso siamo al secondo decreto.

“Ma in realtà – commenta il quotidiano La Repubblica - il provvedimento conterrebbe una serie di prescrizioni che i petrolchimici dovrebbero applicare in poco tempo. Per questo ieri i rappresentanti dei siti Versalis, Sonatrach, Erg, Sasol, Air Liquid e Lukoil si sono riuniti per esaminare i due decreti.” Perché si capisce che i soldi da investire nella riparazione del depuratore sono tanti, nonostante il governo regionale abbia deciso di contribuire (per ora solo sulla carta) con diverse decine di milioni.

In questo coinvolgimento generale che tratta di petrolio, guerre e sanzioni, che ha quindi aspetti nazionali e internazionali, nel quale si sono incartati di fatto governo, regione, padroni, sindacati confederali che “sollevano dubbi” facendosi di fatto portavoce dei padroni: “le aziende vogliono investire ma vogliono avere voce in capitolo nella struttura”, ciò che manca è la “voce”, l’azione, il coinvolgimento, il protagonismo dei circa 10.000 lavoratori tra diretti e indotto per dare provare a dare un altro sbocco a tutta questa vicenda.

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