Le assemblee per l'approvazione dell'accordo separato Stellantis non sono state finora niente di che. Come vengono fatte, in fretta e a voce unica da parte dei sindacati firmatari non potevano portare novita’. Alcune voci di protesta di operai e attivisti sindacali non allineati, che pur ci sono, non portano seri cambiamenti nell’andamento delle assemblee e dei suoi risultati.
Questa pagina, tirata per le lunghe va comunque chiusa. La lotta per il salario, contro sfruttamento, ristrutturazione e esuberi deve ancora cominciare seriamente.
Un primo commento dello Slai Cobas per il sindacato di classe
Per i 70.000 lavoratori del gruppo Stellantis il rinnovo del contratto separato, fatto senza la partecipazione e la mobilitazione degli operai, sul fronte salariale, sbandierato dai sindacati firmatari e dai mass media come punto importante, in realta’ non porta neanche ad un recupero del salario perso.
Esso porterà ad un incremento della paga base in due anni di 206 eu medi, lordi (119 ora e 87,8 nel 2024), seguiti da una tantum in due rate da 200 euro. Questo aumento, che nominalmente può sembrare migliore di altri contratti, nei fatti, a fronte dei forti profitti del gruppo, dell’aumento della produttivita’, come della persistente inflazione, dei nuovi aumenti di carovita, bollette, benzina, ecc., è ancora troppo basso.
L’inflazione ha gia’ portato ad una perdita per una famiglia media di circa 2.800 euro nel 2022, e viaggia a più dell’8%. Mentre nello stesso anno l’utile netto per i padroni Stellantis è stato di quasi 17 miliardi. L’aumento della produttivita’ ha portato a un aumento dei carichi di lavoro (dice un operaio:
troppo lavoro, troppo carichi di lavoro, prima 10 pezzi, ora 15) a fronte di una diminuzione degli operai.E, come una beffa, gli operai iscritti ai sindacati firmatari dell’accordo, devono anche dare un contributo “volontario”, di fatto una tangente, di 40 €.
Ma è soprattutto sul fronte occupazionale e delle pesantissime condizioni lavorative che l’accordo separato non cambia nulla, anzi apre la strada a un futuro peggiore. L’accordo non difende l'occupazione e le prospettive per gli operai nei vari stabilimenti ma è funzionale alla ristrutturazione, alle esigenze padronali.
L’accordo conferma l’uso dei contratti precari a discrezione dell’azienda; la maggior anzianità dei lavoratori degli stabilimenti italiani viene schiacciata tra il nuovo accordo per 2000 esuberi “incentivati” del 27 di febbraio e l’aumento dei ritmi di lavoro in linea. C’è l’incertezza di tanti che non hanno un posto di lavoro fisso, e ad ogni ristrutturazione c’è il rischio di tagli e di trasformazione di lavoratori diretti in lavoratori in appalto.
Il piano di ristrutturazione di Stellantis va verso un grande programma di “dimissioni incentivate”, un vero e proprio esodo, con le linee gia’ decimate da cassa integrazione; esso è parte di un piano di ristrutturazione generale, nel quadro internazionale della crisi del settore auto, per rinnovati margini di profitto.
In maniera sibillina l’accordo parla di nuove pause da introdurre ma collegate al miglioramento della prestazione e del prodotto, non quindi per difendere la salute degli operai.
gli operai si rovinano la schiena nel lavorare in linea, mentre ci sono tanti operai a casa in cassintegrazione, i vuoti produttivi vengono coperti con ore in più di lavoro; nei reparti fa freddo, non danno i vestiti di ricambio; gli orari vengono modificati unilateralmente per far fronte alle esigenze della produzione nei reparti; i turni li comunicano spesso il giorno prima per il giorno dopo, così, dicono soprattutto le operaie, non riusciamo a riorganizzarci, molte di noi hanno figli piccoli, una famiglia da gestire, una vita privata, oltre che mettere in crisi la vita quotidiana e non solo lavorativa, questo denota un’assoluta mancanza di rispetto verso i lavoratori; i ritmi sono sempre più alti, ma l’azienda fa anche carichi mirati per obbligare ad accettare le dimissioni; poi, dicono gli operai, non puoi neanche parlare, con i tempi che ci sono, i ritmi, ma anche per la repressione, se protesti vieni messa a fare i lavori peggiori. Chi sciopera, anche chi fa gli scioperi della Fiom, viene preso di mira, che significa essere spostato nelle postazioni più scomode o finire nelle liste di cassintegrazione.
Si tratta di un attacco in corso da tempo, per linee di sviluppo differenziate stabilimento per stabilimento, perdita massiccia di posti di lavoro, ritmi massacranti, che trova nel nuovo contratto aziendale CCLS uno supporto importante, in quanto nuova disciplina della fabbrica.
Questa crisi viene scaricata da padroni e governo in tutto il mondo sulla pelle degli operai e delle masse proletarie.
Agli operai serviva e serve, una piattaforma che riproponga l’emergenza salariale, che ponga la difesa dell’occupazione in tutti gli stabilimenti, contro i piani aziendali differenziati per sito, i tagli e gli investimenti mirati che tengono in concorrenza gli operaie tra una fabbrica e l’altra, che contrasti le condizioni di lavoro totalmente flessibili e fortemente usuranti; come la tendenza in aumento alla precarizzazione dei rapporti di lavoro.
E’ chiaro che a fronte di tutto questo non esiste altra strada che la lotta. Ma gli operai e le operaie non hanno un sindacato. I lavoratori denunciano: “i delegati se ne stanno la seduti a non fare niente” di fronte a quello che succede in fabbrica. E il primo problema è questo.
Il lamento della Fiom che rivendica il voto dei lavoratori alla piattaforma Fiom, migliore sostanzialmente solo nella parte salariale, è impotente, perchè anche quel voto non ha trovato alcun seguito in una lotta reale stabilimento per stabilimento legata ai problemi esistenti in ogni stabilimento. E su questo i dirigenti Fiom sono i primi responsabili.
Ma questo periodo può essere pieno di opportunità. Gli operai e le operaie devono prendere nelle loro mani il loro destino. Organizzarsi, unirsi nelle forme più opportune e possibili.
Noi su questo abbiamo un contributo importante da dire e da dare.
Lo stiamo cominciando a fare con gli interventi a Mirafiori, con il lavoro dell'Assemblea proletaria anticapitalista per l'unita' degli operai e delle lotte, lo abbiamo fatto anche per l'8 marzo proponendo alle operaie di organizzare insieme una 'Assemblea operaie"
E ad aprile occorre aprire la battaglia di Melfi, come madre di tutte le battaglie del gruppo.
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