mercoledì 22 marzo 2023

pc 22 marzo: Acciaierie d'Italia/Appalto: fino a quando compagni operai?

Il nuovo governo Meloni/Urso è il miglior amico dei padroni ArcelorMittal e grande sostenitore della Morselli, che vuole anzi promuovere.


Nei giorni scorsi Meloni e la Morselli si sono scambiati pubblicamente complimenti. Quindi, la Morselli non solo resta ma avanza e rafforza il suo potere. 

I sindacati confederali hanno tradito gli interessi dei lavoratori. Hanno fatto "furia francese e ritirata spagnola"; fino allo sciopero la Morselli era la causa di tutti i mali e se ne doveva per forza andare; poi è bastato un incontro a Roma, dopo il tavolo con il Min. Urso, perchè il giudizio sulla Morselli cambiasse improvvisamente: la Morselli mostra disponibilita', è cambiata, ecc. ecc.; ma neanche due giorni dopo la Morselli annuncia e mette in atto la nuova cassintegrazione per 3mila operai, 2.500 a Taranto... e i dirigenti sindacali tornano pietosamente a lamentarsi - ma "che ti lamenti...?!" questo era

gia' chiaro - e ora sono ancora di più alla mercè dei padroni che impongono i loro interessi:

nell'appalto; niente rientro di Ditte e dei lavoratori sospesi dopo la lettera della Morselli; cassintegrazione con licenziamenti ed esuberi alle imprese; ricatti e condizioni contrattuali capestro per i lavoratori; salute e sicurezza sempre a rischio.
Qui è anche in corso una lotta tra le varie aziende, che ha portato al momento ad uscire dalla Confindustria ben 40 ditte, con posizioni molto più morbide verso Acciaierie d'Italia/Morselli; una lotta che riguarda la divisione attuale e futura di chi resta e chi va via.

In Acciaierie: nuova cassintegrazione unilaterale, imposta dalla Morselli per prepararci con la vasellina ai nuovi esuberi; nessuna integrazione salariale; nessuna difesa del salario.

L'azienda stessa dice che la cassintegrazione non è per stato di crisi, nè per le difficolta' finanziarie visto i 680milioni avuti dal governo (che però hanno ripianato solo in parte i debiti di Acciaierie d'Italia), ma sarebbe di accompagnamento alla "modernizzazione/transizione dello stabilimento", quindi, a conferma che si tratta di esuberi prossimo futuri. 

A fronte di questa grave situazione i sindacati confederali e Usb continuano a ripetere le stesse cose, lamenti e nessuna piattaforma seria e tantomeno iniziative di mobilitazione.

Ora sono tutti felici e contenti del risultato ottenuto alle elezioni delle Rsu, che non cambia nulla nei fatti in fabbrica. Mentre c'è da dire che al successo dei sindacati corrisponde una sconfitta dei lavoratori.

Fino a quando compagni operai?!

Senza ribellione nè autorganizzazione dal basso, non c'è nessuno difesa, nessuna soluzione.

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