I consiglieri comunali della città di Verona, a maggioranza leghista,
hanno infatti approvato un ordine del giorno con il quale il capoluogo
scaligero viene identificato ufficialmente «città a favore della vita».
La
decisione è preoccupante anche nella parte in cui si è approvata la
possibilità di finanziare i progetti anti abortisti di una gamma di
associazioni pro-life, attraverso l'inserimento di una nuova
voce nel bilancio comunale.
voce nel bilancio comunale.
Da segnalare
come il voto sia stato bipartisan, con anche una consigliera Pd
favorevole alla mozione. L'esito della votazione è stato di 21 voti a
favore e 6 contrari.
Decine di
donne che si riconoscono nella declinazione locale di Non Una di Meno
hanno provato a contestare i lavori del consiglio, subendo però lo
sgombero dall'aula consiliare prima che iniziasse la votazione.
Le
attiviste, travestitesi nell'occasione come le ancelle della fortunata
serie The Handmaid's tale, avevano intenzione di contestare non solo la
mozione ma anche le vergognose parole del relatore Zelger, per il quale
le motivazioni che portarono all'approvazione della 194 quarant'anni fa
sono da riaggiornare ad una nuova fase storica, differente da quella
passata.
La sensazione è che contro
il ddl Pillon e l'apparato di pensiero che vi sta dietro si debba
aprire un campo di battaglia ampio nei prossimi mesi. Il controllo dei
corpi, che sia in merito alle scelte riproduttive o a quelle lavorative,
sembra essere la cifra di un'azione di governo pericolosamente "etica"
nel senso storico peggiore del termine.
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