da Le Drapeau Rouge - rivista del PCF maoista
Il governo Macron sta distruggendo rapidamente i diritti del lavoro conquistati dalla classe lavoratrice in un'intensa lotta di classe, perché l'intensificazione della competitività tra i paesi imperialisti non permette più al capitalismo francese di offrire un sistema di Stato previdenziale come avveniva dopo la guerra.
Il
piano di povertà di Macron rappresenta una rete di sicurezza molto
bassa, molto più bassa di quella che è attualmente disponibile, per
consentire ai lavoratori di sopravvivere e costringerli a tornare al
lavoro.
Nella
nostra società, i lavoratori sono costretti a vendere la loro forza
lavoro per vivere: cioè, vanno nel mercato del lavoro e vendono un
tempo (ad esempio, 7 ore), ogni giorno, a un capo. E questo capo gli
paga le loro merci. Paga il valore della merce: il tempo necessario
per la sua produzione. La merce forza lavoro richiede che un numero
di beni e servizi sia riprodotto allo stesso modo.
Solo
i capi, le aziende, per assumere, non vogliono pagare ad un alto
costo questa merce. Perché devono valutare il loro capitale, cioè
guadagnare per detenere più capitale e resistere alla concorrenza.
Quindi lo Stato offre delle assistenze sociali. Cioè: dopo aver
preso i soldi dei lavoratori (pagati sotto forma di IVA, tasse
dirette e indirette), ne restituisce una parte in base al loro
reddito per aiutarli a sopravvivere e consentire loro di tornare al
lavoro con una maggiore produttività.
Ci
sono diversi tipi di misure in questo piano di povertà.
Il
primo è nell’ordine del sostegno alle imprese: per l’assistenza
infantile, ad esempio, ci sono dei sostegni per le aziende che si
trasferiscono nelle zone povere del proletariato dove i loro
profitti saranno sicuramente bassi. Ma non si tratta di aiutare le
masse! Il governo aiuta le aziende a conquistare nuovi mercati che
sono trascurati perché la redditività immediata non è garantita.
Non cambierà niente per i più poveri di queste zone, che non
avranno ancora accesso a questi servizi dove le liste di attesa sono
enormi e le tariffe elevate privano i genitori che hanno bisogno di
un aiuto maggiore per i loro figli.
Il
secondo tipo riguarda l'ordine di formazione: un piano di
formazione di 600.000 persone per l’assistenza infantile, un piano
per estendere la "garanzia giovani" a 500.000 persone, un
aiuto per il recupero di posti di lavoro per 250.000 persone "al
di sopra del lavoro". L'obiettivo è ovviamente quello di
formare lavoratori in massa, qualificati o no. Alcuni sono stati
molto lontani del lavoro e per un po'e potevano "sopravvivere"
grazie alle assistenze sociali, il sostegno familiare ecc. Altri
avrebbero voluto seguire un'istruzione superiore piuttosto che
retrocedere a missioni non qualificate, come la gestione o il
servizio di ristorazione. Infine, si formeranno più lavoratori
qualificati nell’industria (informatica, salute, ecc.) per
abbattere ancora il costo del lavoro.
Il
terzo rappresenta l'estensione di una "rete di sicurezza"
(molto bassa) per i lavoratori: è sociale, aiuta alcune persone, ad
esempio i pasti che costano 1€ in mensa, l’allargamento della CMU
... e questo permette ai poveri di continuare almeno a curarsi,
almeno di nutrire i loro figli. Il governo di Macron adotta la
posizione ideologica ben conosciuta della borghesia sulla povertà:
non si tratta di rendere i poveri meno poveri, ma di creare le
condizioni affinché alcuni poveri diventino ricchi, è ovviamente
una posizione idealistica.
Mediante
delle misure come questa "rete", lo Stato rivela la sua
natura di classe attraverso la cortina fumogena ideologica: non si
tratta di affrontare le cause della povertà e della precarietà
della classe operaia dello Stato francese, ma applicare una
medicazione su una gamba di legno, fino a quando i problemi
strutturali non appariranno nel prossimo quinquennio... o in quello
successivo.
Infine,
l'ultimo e il più importante passo è la creazione di una beffa
del "reddito universale" che distrugge gli aiuti sociali. E
chi, ovviamente, è condizionato alla ricerca di un lavoro attivo,
l’ iscrizione a un programma di "inserimento" (formazione
per il lavoro di merda), ecc. In breve: abbassare il costo degli
aiuti sociali attraverso un aiuto unico; e costringere i proletari a
prendere un lavoro senza poter beneficiare della disoccupazione, per
la quale hanno comunque contribuito. D'altro canto, la ritenuta alla
fonte permetterà anche di trasformare i contributi sociali in una
tassa, che non andrà più al fondo di disoccupazione ma allo Stato,
direttamente, che potrà decidere con decreto circa la riduzione o
l'aumento dell'aiuto.
Il
significato di queste misure è semplice: dobbiamo distruggere la
possibilità di non lavorare per i proletari; per molte persone, la
disoccupazione è un passaggio regolare nella nostra società, dove
andare avanti per molti proletari [significa]: duro lavoro,
disoccupazione, lavoro di basso livello, RSA, attività al nero, ecc
...
Ciò
contribuisce ad aumentare la massa permanente delle persone che sono
in cerca di lavoro, riducendo così il costo del lavoro in alcuni
settori qualificati, come quello della salute o dell’informatica,
e permettere alle imprese non qualificate di reclutare più
facilmente le persone che fuggono da questi settori. L'obiettivo: un
sistema in inglese o tedesco, dove si fa il lavoro obbligatorio;
che permette di raggiungere 1 o 2 € all'ora in più ai benefici
sociali. E questo per un maggiore e grande beneficio delle
imprese.
Tutte
queste misure hanno un costo: ciò che è stato risparmiato sugli
aiuti sociali viene rimesso in gioco per far sopravvivere i
lavoratori più poveri, ma una grande quantità di denaro viene messa
a disposizione per la formazione agli aiuti alle imprese, per il
vantaggio unico di queste aziende. Insomma: è necessario, accanto a
ciò, risparmiare… sulle spalle dei lavoratori
Cosa
c’è d’aspettarsi adesso?
Il
livello di organizzazione e il livello di politicizzazione nella
nostra società sono ancora bassi, non ci sarà probabilmente una
grande resistenza o combattiva per questa riforma. Ma la lotta di
classe non si ferma mai, rappresenta il sangue che scorre nelle vene
della società di classe. Nelle aziende e nei quartieri, le masse
resistono al ribasso dei salari e alle difficoltà della vita
quotidiana.
Le
ulteriori riforme peggioreranno il clientelismo, la povertà, il
lavoro forzato, il lavoro nero e tutti i modi di sopravvivenza:
possiamo aspettarci un rafforzamento del controllo della RSA e della
disoccupazione prima della loro fusione in un unico aiuto; un calo
dell'età pensionabile, una riduzione dei contributi per mantenere il
salario giornaliero- che distruggerà ancora di più gli aiuti
sociali, l'assistenza sociale, spingerà per la privatizzazione e
abbasserà i salari in questi settori .
Quindi
i comunisti non dovrebbero solo intervenire sui grandi movimenti come
quelli del 2006, 2008 o 2010 per organizzare le masse, ma piuttosto
su un lungo lavoro quotidiano di aiuto a favore del popolo, il che
significa: servirlo direttamente per l'aiuto quotidiano, Attaccare i
suoi nemici e organizzare le sue attività per coinvolgere le masse,
dargli le chiavi della nostra resistenza.
No
alla povertà!
No
alla politica reazionaria del governo!
L'unica
soluzione: avanzare verso la rivoluzione socialista!
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