Il problema non è la quantità ma la
qualità di chi ha partecipato a questa manifestazione. Anche se i
numeri sono lontanissimi da quelli dichiarati dal gruppo dirigente.
Farsesco parlare di lotta contro il
“governo dell’odio”, quanto tutto può essere il PD in tutte le
sue anime tranne che il “partito dell’amore”.
Il partito di Renzi/Minniti è stato un
esempio di “partito dell’odio sociale e razziale” con il jobs
act e il decreto di quello che ancor prima di Salvini qualcuno
giustamente ha definito “l’uomo nero”.
Il partito di Renzi è stato
effettivamente il partito dei banchieri, di Marchionne, dell’osceno
ceto
politico ed economico della Leopolda; i governi del PD non solo non hanno fatto ma non hanno mai detto una cosa di sinistra, anticipando perfino l’attacco alla Costituzione con lo sciagurato referendum del 4 dicembre.
politico ed economico della Leopolda; i governi del PD non solo non hanno fatto ma non hanno mai detto una cosa di sinistra, anticipando perfino l’attacco alla Costituzione con lo sciagurato referendum del 4 dicembre.
Tutto questo partito, compreso i
sedicenti “70mila partecipanti a questa manifestazione” meritano
il più totale odio e ribrezzo, per i danno fatti agli operai e alle
masse popolari e al paese; sono i veri responsabili del disordine
sociale e umano che ha prodotto il voto barbaro al nuovo governo. Chi
ne è stata la causa non può essere il rimedio.
Ignobili e grotteschi risultano anche i
nani e ballerini del cinema e del mondo della cultura e del
giornalismo che pensavano di cavalcare il “cavallo vincente” e si
trovano ora nella preoccupazione della fine della “pacchia”, per
loro sì, che l’ascesa del nuovo governo comporta e comporterà
sempre di più – vedi prima tra tutto le mani sulla Rai.
In realtà quello di cui abbiamo
bisogno è di una vera opposizione ed essa non può che basarsi
sull’odio di classe che deve accomunare PD e fascio-populisti.
Su questo, sia ben chiaro, consideriamo
davvero sciagurati coloro che - con l’obiettivo di recuperare i
milioni di voti che ancora ci sono - da Liberi e Uguali a Potere al
popolo, fanno della guerra di parole col PD l’alibi della mancanza
di un lavoro reale di lotta di classe e guerra di classe contro
quelli che sono divenuti ora il pericolo principale e quanto mai
reale, verso cui non è l’elettoralismo da strapazzo dei giulivi e
contenti, del decimale in più dei sondaggi che ci può aiutare e su
cui si può contare.
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