Invece avviene che non appena la
manovra è pronta ed emerge la battaglia dei numeri con il
conseguente balletto di cifre e dichiarazioni di cauto richiamo dei
burocrati europei, a cui corrispondono frasi ad effetto dai balconi,
da internet e dai giornali dai due caporioni 5stelle, Lega, la
sinistra cosiddetta “radicale” appare che radicale non è.
Si va dagli spudorati personaggi, quali
Emiliano che inneggia alla manovra, rimpiangendo di non
essere su quel balcone e chiedendosi come è stato possibile che nel passato la sinistra non sia riuscita a fare manovre del genere.
essere su quel balcone e chiedendosi come è stato possibile che nel passato la sinistra non sia riuscita a fare manovre del genere.
Così come evidentemente inneggia allo
sforamento del deficit Nicola Fratoianni (“chi attacca il governo
in nome dei mercati commette un grave errore”) e chiede che ci sia
qualche miglioria nell’uso delle risorse, ad esempio, quelli che
sono in parlamento dicono che il difetto della manovra è
semplicemente quello di utilizzare per la spesa corrente lo
sforamento invece di un cosiddetto “piano di investimenti
pubblici”. Ma pur coi distinguo non possono esimersi dal dire che
vi sono nella manovra misure condivisibili, cha la flat tax non va
bene, ma il resto sì.
Aggressivamente favorevole è invece il
parolaio Cremaschi che va sempre in giro autodefinendosi “portavoce
di Potere al popolo”. Questi dice: “2,4? No, bisognava andare
oltre il 3%”. Ma intanto affianca Salvini e Di Maio, in forme
“aggressive”, contro i tifosi delle spred e quelli del debito.
Ancor peggio fa l’economista
sovranista Brancaccio che si scaglia contro l’antifascismo
liberista e deflazionista di Macron e dei suoi epigoni, offrendo
obiettivamente il destro a un ridimensionamento del fascismo
5stelle/Lega.
Altri scrivono: “è assurdo
polemizzare con il governo perchè trasgredisce il fiscal compact”;
per non parlare del “compagno” Fassina che ha già fatto il
‘salto della quaglia’, che entusiasta dichiara: “finalmente
ritorna il primato della politica sull’economia, condizione
necessaria per… il primato della sovranità costituzionale”.
Lo stresso redivivo Ferrero, il massimo
di critica che esprime è che “Salvini è in contraddizione con sé
stesso perchè aveva votato la parità di bilancio in Costituzione”,
e quindi la critica alla manovra è che al massimo “contraddittoria”.
Più sofisticati, ma sempre di segno
ambiguo, sono gli argomenti di Contropiano da un lato e di Infoaut
dall’altro, che commentiamo in un’altra nota.
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