Gli anti-imperialisti devono comprendere la relazione tra SDF e Stati Uniti
Dopo l’ISIS, gli Stati Uniti abbandoneranno subito i propri alleati curdi?
Il
17 ottobre, le Forze Democratiche Siriane hanno annunciato la
liberazione di Raqqa dalle forze reazionarie dello Stato islamico dopo
la cosiddetta "Grande Battaglia”, in cui oltre 600 dei loro compagni
hanno perso la vita. La liberazione della città dal gruppo fascista più
brutale della regione è stato un grande momento di giubilo per le forze
delle SDF, sia nelle sue milizie arabe che nelle forze prevalentemente
curde delle Unità di Protezione Popolare (YPG) e delle Unità di
Protezione delle Donne (YPJ).
In
particolare, il ruolo delle militanti delle YPJ è servito come fedele
promemoria che si trattasse di una battaglia che riguardava tanto la
liberazione delle donne dalle costrizioni della schiavitù quanto quella
della città nel suo complesso dalla brutalità che aveva sopportato fin
dal 2014. Le immagini di donne vestite in uniforme militare che cantano
'Jin Jiyan Azadi' (Donna, Vita, Libertà) dopo aver preso la piazza
centrale di Raqqa, insieme alle loro compatriote delle Unità delle Donne
di Sinjar che si erano unite alla battaglia per vendicare il massacro
del 2014 delle loro sorelle Yazide di Sinjar erano smisuratamente
potenti. Dopotutto, è qui che i fascisti dello Stato islamico (ISIS)
avevano effettuato esecuzioni pubbliche non molto tempo fa, esponendo le
teste mozzate delle loro vittime. Era impossibile immaginare una
giustapposizione di immagini più radicalmente diversa.
Eppure,
non erano solo le forze socialiste e femministe del movimento a guida
curda a rivendicare Raqqa come propria vittoria. La città era stata
ridotta in macerie dai raid aerei della coalizione guidata dagli Stati
Uniti, che ha sostenuto dal cielo l'assalto delle SDF all’autoproclamata
capitale dello Stato islamico. Per gli Stati Uniti, si è trattato di
un'opportunità per gongolare del loro ruolo nella lotta al "terrorismo",
tanto quanto hanno tentato di rivendicare la paternità del salvataggio
di Kobane nel gennaio 2015, quando è iniziato il coordinamento tra le
YPG / YPJ e gli Stati Uniti. 'Operation Inherent Resolve' è stata,
secondo loro, un grande successo.
Le basi dell'Alleanza USA-SDF
L’alleanza
tra SDF e Stati Uniti ha causato un grande senso di confusione e
alienazione a molti
socialisti in tutto il mondo. Ho scritto più
addietro sull'incapacità della sinistra occidentale di comprendere le
dinamiche in gioco nella guerra siriana nel mio articolo 'YPG e YPJ:
Revolutionists or Pawns of the Empire?’. Una critica che tanto
riguardava la mia precedente mancanza di comprensione quanto la
considerava un problema generale per gli autoproclamati rivoluzionari e
le persone di sinistra di tutto il mondo.
A
dire il vero, la cooperazione tra le forze che hanno in comune il
leader del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK) Abdullah Ocalan
come proprio leader ideologico e la principale potenza imperialista del
mondo è una situazione estremamente insolita e unica. Il curriculum
degli USA all'estero è stato generalmente di sostenere ed armare le
forze più reazionarie per impegnarsi nella sua conquista di parti del
mondo geopoliticamente significative. Uno sguardo superficiale ai colpi
di stato, agli interventi e alle guerre sostenute dagli USA in giro per
il mondo ci fornisce una chiara indicazione del fatto che l’attività del
Pentagono non è quella di schierarsi generalmente con movimenti di
liberazione autentici. Qualsiasi numero di esempi ci mostra la vera
natura della macchina da guerra americana, dalla "Guerra Dimenticata"
nella penisola coreana dal 1950 al 1953 al brutale tentativo di
soffocare la lotta di liberazione vietnamita un decennio dopo, dal
sostegno al colpo di stato fascista in Cile nel 1973, all’armamento dei
Contras in Nicaragua per tutti gli anni '80, e più recentemente le
guerre in Iraq e Afghanistan. Sappiamo molto bene cosa siano le forze
dell'impero USA.
Detto ciò, forse
nessuno potrebbe meglio essere in grado di comprendere quali siano le
intenzioni e le motivazioni degli Stati Uniti che il Movimento di
Liberazione Curdo stesso. Dopotutto, sono stati gli Stati Uniti sotto
l'egida del presidente Bill Clinton e della CIA a svolgere un ruolo
chiave nel facilitare il complotto internazionale contro Ocalan nel 1999
che ha portato alla sua cattura in Kenya ed alla detenzione in Turchia,
che continua ancora oggi. Anche mentre le armi statunitensi sono
confluite verso le forze delle YPG e delle YPJ e gli USA hanno
effettuato attacchi aerei in tandem con esse, gli Stati Uniti stanno
coordinando l'intelligence e i raid aerei con la Turchia contro i quadri
del PKK in Turchia e Iraq.
L'ipocrisia
è sconcertante. Se gli USA avessero davvero investito in una
partnership con il movimento rivoluzionario curdo, avrebbero rimosso il
PKK dalla lista delle organizzazioni terroristiche, rifiutato di
sostenere le ambizioni genocide della Turchia nella propria regione
curda e richiesto la presenza dell'ala politica delle forze guidate
dalle YPG e dalle YPJ , il Partito dell'Unione Democratica, al tavolo
dei negoziati di Ginevra che determinerà il futuro della Siria.
Tuttavia, ciò non è in definitiva nel loro interesse. La promozione di
un modello politico orientato al socialismo nell'Asia occidentale è in
contrasto ultimo con le esigenze economiche dei monopoli, di Wall
Street, e dei decisori a Washington. Il PYD e il Movimento di
Liberazione Curdo raggruppati attorno all'Unione delle Comunità del
Kurdistan (KCK) lo sanno. È per questo che hanno continuamente citato
l'alleanza con gli Stati Uniti come "tattica” e come una contraddizione
che sarà in ultima istanza irricomponibile.
In
un'intervista con ANF English all'inizio di novembre, Riza Altun,
membro del Comitato Esecutivo del KCK, ha commentato l'alleanza con gli
Stati Uniti, sottolineando che "il rapporto tra la coalizione a guida
USA e le YPG era considerato legittimo e necessario come l'alleanza tra
USA ed Unione Sovietica contro il fascismo di Hitler al tempo della
Seconda Guerra Mondiale. Entrambe le parti avevano bisogno di quel tipo
di rapporto, come ne ebbero allora bisogno gli USA ed i sovietici.
Quindi una relazione tattica con gli USA è stata sviluppata contro
l'ISIS”. In altre parole, interessi reciproci e sovrapposti hanno
indotto entrambe le parti a cooperare tra loro, anche se le loro
prospettive ideologiche sono notevolmente diverse, allo stesso modo
dell'URSS e delle potenze occidentali - unite contro la minaccia della
Germania nazista, nonostante i sistemi capitalista e socialista fossero
in definitiva incompatibili.
Altun
sottolinea anche che il KCK è consapevole del fatto che, fedelmente alla
natura degli Stati Uniti in tutti gli interventi di cui sopra in tutto
il mondo, Washington ha anche ricoperto un ruolo nella diffusione dei
gruppi salafiti come al-Nusra e lo Stato islamico in Siria e Iraq.
Dopotutto, la fissazione del regime change degli Stati Uniti rispetto
alla Siria è stata ben documentata per decenni. Anche se il governo
siriano del Baath ha partecipato ad un certo livello alla "guerra al
terrore" sostenuta dagli USA e si è mosso nella direzione delle riforme
neoliberiste nell'era di Bashar al-Assad, l'establishment statunitense
ha continuato a vedere la Siria come un esempio di indipendenza e
nazionalismo economico. Questo è inaccettabile per il Pentagono come lo
erano i governi nazionalisti dell'Iraq sotto Saddam Hussein e della
Libia sotto Muammar Gheddafi. Altun è consapevole del fatto che gli
Stati Uniti hanno foraggiato forze reazionarie in questa missione,
affermando che quando è iniziata la battaglia per Kobane, il sostegno ai
gruppi salafiti non proveniva solo dalla Turchia, ma anche che ”altre
potenze, in particolare gli Stati Uniti e Israele, sostenessero questi
gruppi .' Afferma che è stato solo a causa delle imponenti pressioni
internazionali che gli Stati Uniti hanno infine deciso di intervenire e
aiutare le YPG e le YPJ a prevenire lo Stato islamico dal raggiungere il
confine turco a Kobane.
A coloro
che stavano a guardare mentre l'amministrazione Obama era quasi
intervenuta in Siria nel settembre 2013 per bombardare le posizioni del
governo siriano, solo per essere bombardata da proteste sia nelle strade
che al Congresso da coloro che volevano sapere se ciò equivalesse a
sostenere al-Nusra e lo Stato islamico, l'intervento degli USA in Siria
in una portata di "guerra al terrore" verso la fine del 2014 puzzava di
ipocrisia.
Sfortunatamente, gran
parte della sinistra che aveva sostenuto la resistenza kurda a Kobane
ora non potrebbe spingersi a continuare la sua solidarietà con le YPG e
le YPJ. La resistenza non era più "pura", ma era contaminata da
un'associazione con le forze dell'impero. Per le frotte di guerrieri da
tastiera nel comfort dei loro caffè occidentali, i "curdi rossi" si
erano ora trasformati in ascari per la balcanizzazione della Siria e
della regione. Non c'era alcuna distinzione da fare tra le YPG ed il
clan reazionario di Barzani nel nord dell'Iraq - erano entrambe parti di
un assalto imperialista appoggiato dal sionismo, anche se le YPG non
avevano intenzione di combattere le forze dello stato siriano -
nonostante le occasionali scaramucce con l’Esercito Arabo Siriano.
La furia degli USA per la dedica della vittoria di Raqqa ad Ocalan
Mentre
il giubilo sulla vittoria di Raqqa continuava nei giorni successivi
alla dichiarazione della sua liberazione, le YPG e le YPJ hanno
annunciato che questo risultato storico sarebbe stato dedicato al loro
leader Abdullah Ocalan. I dipartimenti mediatici di entrambe le
organizzazioni hanno prodotto video in cui i militanti hanno parlato a
lungo e con passione su quanto fosse importante 'Serok Apo' (Leader
Ocalan) per l'ispirazione di ottenere la vittoria non solo a Raqqa, ma
nelle battaglie degli anni precedenti in tutta la Siria del Nord. La
vista di un enorme striscione nella piazza centrale della città è stata
vista da alcuni nazionalisti arabi come prova del "colonialismo curdo",
nonostante il fatto che gli scritti di Ocalan e il progetto del Rojava
si siano allontanati dal discorso nazionalista in favore di una società
multietnica in cui la cooperazione tra curdi, arabi, assiri, turcomanni e
altre nazioni è fondamentale.
La
campagna per mantenere Ocalan come simbolo del movimento e la vittoria
di Raqqa mostrata al mondo era strategicamente significativa. Era tanto
per far sapere agli Stati Uniti che le convinzioni del movimento non
sarebbero mai state compromesse. Alcuni giorni dopo, il portavoce del
Dipartimento della Difesa USA, il maggiore Adrian Rankine-Galloway, ha
dichiarato al Global Post: "Condanniamo la manifestazione del leader e
fondatore del PKK Abdullah Ocalan durante la liberazione di Raqqa. Gli
Stati Uniti continuano a sostenere la nostra alleata della NATO, la
Turchia, nella sua lotta pluridecennale contro il PKK e riconoscono la
perdita di vite umane che la Turchia ha subito in quel conflitto ".
Questo
rivela ancora una volta il profondo livello delle tensioni in atto
nella precaria alleanza e il fatto che, nonostante le obiezioni della
Turchia alla fornitura di armi USA alle SDF, gli americani non siano mai
stati interessati a segnare una rottura netta con il secondo più grande
esercito della NATO. Mentre gli Stati Uniti e la Turchia rimangono
fondamentalmente nella stessa squadra, le differenze tra il Pentagono e
il Movimento di Liberazione Curdo sono troppo significative per creare
una cooperazione a lungo termine.
L’esponente
del KCK Altun ha relazionato su queste tensioni nella sua intervista ad
ANF English, dichiarando che “La lotta per la libertà dei curdi in
Rojava si basa sulla libertà e l'uguaglianza su basi socialiste. È
l'espressione di un percorso politico che si è sviluppato sulla base
della fratellanza e dell'unità dei popoli. Dall'altra parte, gli
imperialisti stanno combattendo per imporre la propria egemonia sul
Medio Oriente ... Questa non è una relazione in cui le parti si
sostengono a vicenda ma sono in costante conflitto. "" Difficilmente
queste parole suonano come quelle del leader di una forza di ascari che
segua ciecamente gli ordini del suo burattinaio, desiderando soddisfare i
bisogni della missione storica di quest’ultimo e rigettando la propria.
Altun
menziona ancora una volta l'esempio della cooperazione
occidentale-sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale, affermando che
"L'alleanza sviluppata durante la Seconda Guerra Mondiale fu una
posizione antifascista che emerse dall'intersezione tra la difesa
nazionale dell'Unione Sovietica sotto intensi attacchi e gli interessi
di altre potenze antifasciste. Questo accordo rimase in vigore fino a
quando continuarono gli attacchi fascisti. Ma una volta sconfitto il
fascismo, tutte le parti tornarono alle loro posizioni politiche e
proseguirono sui propri rispettivi percorsi ideologico-politici ".
Per
quanto si protragga la cooperazione tra il Movimento di Liberazione
Curdo e gli Stati Uniti, non c'è dubbio che le YPG e le YPJ non
rinunceranno mai alle loro convinzioni ideologiche. Sarebbe la stoffa di
una spettacolare fantasticheria ed un'illusione monumentale per
Washington pensare che le idee basilari di un movimento di liberazione
di 40 anni, scritte nel sangue di decine di migliaia di martiri, possano
essere smantellate per le richieste dell’arroganza imperiale americana.
Parlando all’Aspen Institute a luglio, Raymond "Tony" Thomas,
Comandante del Comando per le Operazioni Speciali degli USA, ha detto
con sufficienza ai curdi combattenti in Siria, "non potete tenervi
stretto Ocalan". Forse proprio Julian Assange di WikiLeaks lo ha detto
nel modo migliore, quando ha risposto dicendo: “Chi è quell’ #Ocalan che
l'esercito americano dice che i curdi non possono tenersi stretto? E’
il loro Mandela. E’ più probabile che gli USA rinuncino a George
Washington".
Un segno premonitore?
I
curdi dicono che le loro uniche amiche sono le montagne. Sono stati
usati ed emarginati da potenze occupanti e colonizzatrici per decenni,
anzi per secoli. La divisione della loro patria storica in quattro
stati-nazione quasi cento anni fa è solo la versione più recente di una
storia di assoggettamento. Sarebbe sbagliato presumere che il movimento
non abbia capito che a un certo punto dopo la sconfitta dello Stato
islamico, questa situazione di essere "senza amici" potrebbe essere di
nuovo una prospettiva molto reale.
La
stesura di un cambiamento nella politica degli Stati Uniti nei
confronti delle Forze Democratiche Siriane (SDF) - o almeno delle YPG e
delle YPJ - potrebbe già essere un segno premonitore. Il 13 novembre,
quasi un mese dopo la proclamazione della liberazione di Raqqa e molto
tempo dopo che gli americani avevano già reagito con rabbia alla sua
dedica ad Ocalan, la BBC ha pubblicato una presunta ricostruzione
intitolata “Lo sporco segreto di Raqqa". La storia in sé era tutt'altro
che sporca, lontana da essere un segreto. La sua premessa fondamentale
era che ci fosse un accordo tra la SDF e Stato islamico per vedere
l'evacuazione di centinaia di questi militanti fascisti dalla città. Ciò
era già stato pubblicato da decine di canali mediatici in lingua
inglese nei giorni successivi al suo pubblico annuncio da parte delle
SDF. Vi sono delle motivazioni ciniche nel riconfezionare una vecchia
storia come "un'indagine" dirompente per far sembrare le SDF “sporche”?
L'internazionalista
delle YPJ, Kimmie Taylor, che ha preso parte a numerose campagne con i
suoi compagni curdi tra cui la Grande Battaglia per Raqqa, ha dichiarato
riguardo al reportage che manchi di credibilità, essendo composto di
"interviste a conducenti e contrabbandieri preoccupati solamente del
denaro. In altre notizie, migliaia e migliaia di combattenti YPG e SDF
sono rimasti soli per sei anni, morendo per salvare l'umanità dall'ISIS.
Strano come ora, dopo che abbiamo di fatto sconfitto l'ISIS, i media e
l'occidente inizino a rivolgersi contro di noi. Pensateci per un minuto.
"
Non importa cosa succederà dopo,
il movimento curdo continuerà a combattere per gli stessi principi di
socialismo, uguaglianza di genere, unità multietnica e società
ecologica. Ha tenuto queste posizioni molto prima che gli USA
decidessero di offrire il proprio incerto appoggio, e continuerà a
tenerle a lungo dopo la fine di questo aiuto militare. La sinistra
globale deve ai propri movimenti la comprensione della natura di questa
relazione, e rendersi conto che i rivoluzionari moderni come Mehmet
Aksoy il cui sangue sta ora nutrendo il suolo di Raqqa sono morti per un
futuro più luminoso per tutta l'umanità, non per gli interessi
dell'imperialismo.
Tratto da The Region.org
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