martedì 28 novembre 2017

pc 28 novembre - Filippine: “Basta incontri, andiamo in guerra” dice il fascista Duterte preparandosi ad altri più grandi massacri contro il popolo

Questo anche soprattutto dopo diversi attacchi riusciti della guerra popolare iniziata nel 1968, sull’onda della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria della Cina di Mao, e diretta dal Partito Comunista delle Filippine.

Riportiamo il contenuto di un nostro post precedente che critica i “colloqui di pace”


Duterte ai ribelli "Basta incontri, andiamo in guerra"
BANGKOK, THAILANDIA
A un anno dall'inizio delle trattative, il presidente filippino Rodrigo Duterte ha cancellato tutti i futuri colloqui di pace con i ribelli comunisti che combattono una delle più lunghe insurrezioni asiatiche, iniziata nel 1968. Martedì sera Duterte ha minacciato gli insorti - ai quali aveva offerto anche due posti di ministro - di classificarli come un gruppo «terrorista» dopo una serie di attacchi mortali contro soldati e polizia. I guerriglieri del New People's Army sono circa 3.800 e la guerra ha provocato 30.000 morti. Le trattative si svolgevano in Norvegia e Svezia, ma il presidente le ha liquidate con una delle sue battute: «Dite ai ragazzi lì in Olanda: non sono più disponibile per nessun incontro ufficiale. Andiamo in guerra».
– Raimondo Bultrini

La Repubblica 23/11/2017

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