Oltre 13000 morti complessivi morti
per infortunio sul lavoro in questi dieci anni, 6229 sui Luoghi di lavoro, gli
altri sulle strade e in itinere
Buongiorno, sono Carlo Soricelli
curatore dell’’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro che compirà
dieci anni di monitoraggio delle morti per infortuni sul lavoro il 31 dicembre
2017. Nacque per non far dimenticare la tragedia della Thyssenkrupp di Torino
che avvenne esattamente dieci anni fa, nella notte tra il 6 e il sette dicembre
2007. Ricordo che rimasi sconvolto quando appresi della tragedia che colpì quei
sette lavoratori, arsi vivi. Ricordo che le guance mi si bagnarono di lacrime. Volli andare a vedere in Internet, quanti erano i lavoratori morti per infortuni quell’anno. Ma le notizie più recenti avevano almeno sei mesi e un anno ed erano tutte dell’INAIL. Ero appena andato in pensione e il mio unico desiderio era quello di potermi dedicare finalmente all’arte, che è sempre stata la passione della mia vita. Ma non potevo rimanere indifferente dopo quello che era successo, e non poter sapere quanti lavoratori stavano morendo in tempo reale per infortuni sul lavoro. Decisi così di occuparmene in prima persona e con l’aiuto dei mie due figli creammo un sito e tabelle specifiche dove venivano registrate tutte le morti sul lavoro. In queste tabelle Excel venivano registrate tutte le notizie relative all’infortunio mortale. Delle vittime erano registrate le generalità, data dell’infortunio, provincia dove l’infortunio si era verificato, età della vittima, professione e brevi cenni delle modalità dell’infortunio. Dopo un anno le prime sorprese: i morti che registravo io sui luoghi di lavoro erano molti di più di quelli che venivano diffusi. Come mai? Dopo anni, anche con l’aiuto di bravi giornalisti come Santo della Volpe, che ricordo con affetto, scoprimmo che l’INAIL monitorava solo i propri assicurati e che tantissimi non lo erano, che quelle che diffondeva inoltre erano solo le denunce che riceveva questo Istituto, poi dopo un iter burocratico, molte di queste non venivano riconosciute come tali. Che le morti in nero non le prendeva in considerazione nessuno. Un terzo delle morti per infortunio sul lavoro on sono presenti in nessun monitoraggio: solo l’Osservatorio li registra tutti. Oltre la metà dei morti per infortunio sul lavoro erano sulle strade e con un mezzo di trasporto; che sulle strade muoiono in itinere tantissime donne. Che contrariamente a quello che si pensa le principali categorie dove si muore di più sono l’agricoltura, l’edilizia, quelle inerenti ai servizi all’impresa, l’autotrasporto, e l’industria. Nessuno avrebbe mai immaginato che ogni anno muoiono schiacciati dal trattore dai 120 ai 150 agricoltori: che complessivamente sono morti in modo così atroce in questi dieci anni oltre 1000 guidatori di questo mezzo; che un morti su cinque sui LUOGHI DI LAVORO (esclusi i morti senza mezzo di trasporto) è causato da questo mezzo, che vede morire chi lo guida da i 17 agli 85 anni. Tra l’altro occorrerebbe aggiungerne altri, come bambini e adolescenti che vengono trasportati a bordo, o che provocano le morti sulle strade. Nessuno immagina che ogni anno dal 20 al 25% di tutti i morti ha un’età superiore ai sessant’anni, che la Legge Fornero ha visto ulteriormente incrementare il numero di lavoratori morti per infortunio in tarda età, com’era addirittura ovvio prevederlo, ma che pur avendolo denunciato innumerevoli volte a tutti i partiti rappresentati in parlamento: Mandare su un tetto un anziano con acciacchi, fargli guidare un trattore (pochi mesi fa il parlamento, ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea che obbliga gli Stati membri a far sottoporre a un esame per il patentino per guidare questo mezzo mortale più di ogni altro). Per non parlare poi del pericolo che si corre su una strada con guidatori di TIR anziani, che muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo numero di ore, dall’età e dagli acciacchi. Insomma non si è fatta nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro sicuro e chi invece corre il pericolo di morire per la mancanza di riflessi poco pronti e che è pericoloso per se e per gli altri.
sette lavoratori, arsi vivi. Ricordo che le guance mi si bagnarono di lacrime. Volli andare a vedere in Internet, quanti erano i lavoratori morti per infortuni quell’anno. Ma le notizie più recenti avevano almeno sei mesi e un anno ed erano tutte dell’INAIL. Ero appena andato in pensione e il mio unico desiderio era quello di potermi dedicare finalmente all’arte, che è sempre stata la passione della mia vita. Ma non potevo rimanere indifferente dopo quello che era successo, e non poter sapere quanti lavoratori stavano morendo in tempo reale per infortuni sul lavoro. Decisi così di occuparmene in prima persona e con l’aiuto dei mie due figli creammo un sito e tabelle specifiche dove venivano registrate tutte le morti sul lavoro. In queste tabelle Excel venivano registrate tutte le notizie relative all’infortunio mortale. Delle vittime erano registrate le generalità, data dell’infortunio, provincia dove l’infortunio si era verificato, età della vittima, professione e brevi cenni delle modalità dell’infortunio. Dopo un anno le prime sorprese: i morti che registravo io sui luoghi di lavoro erano molti di più di quelli che venivano diffusi. Come mai? Dopo anni, anche con l’aiuto di bravi giornalisti come Santo della Volpe, che ricordo con affetto, scoprimmo che l’INAIL monitorava solo i propri assicurati e che tantissimi non lo erano, che quelle che diffondeva inoltre erano solo le denunce che riceveva questo Istituto, poi dopo un iter burocratico, molte di queste non venivano riconosciute come tali. Che le morti in nero non le prendeva in considerazione nessuno. Un terzo delle morti per infortunio sul lavoro on sono presenti in nessun monitoraggio: solo l’Osservatorio li registra tutti. Oltre la metà dei morti per infortunio sul lavoro erano sulle strade e con un mezzo di trasporto; che sulle strade muoiono in itinere tantissime donne. Che contrariamente a quello che si pensa le principali categorie dove si muore di più sono l’agricoltura, l’edilizia, quelle inerenti ai servizi all’impresa, l’autotrasporto, e l’industria. Nessuno avrebbe mai immaginato che ogni anno muoiono schiacciati dal trattore dai 120 ai 150 agricoltori: che complessivamente sono morti in modo così atroce in questi dieci anni oltre 1000 guidatori di questo mezzo; che un morti su cinque sui LUOGHI DI LAVORO (esclusi i morti senza mezzo di trasporto) è causato da questo mezzo, che vede morire chi lo guida da i 17 agli 85 anni. Tra l’altro occorrerebbe aggiungerne altri, come bambini e adolescenti che vengono trasportati a bordo, o che provocano le morti sulle strade. Nessuno immagina che ogni anno dal 20 al 25% di tutti i morti ha un’età superiore ai sessant’anni, che la Legge Fornero ha visto ulteriormente incrementare il numero di lavoratori morti per infortunio in tarda età, com’era addirittura ovvio prevederlo, ma che pur avendolo denunciato innumerevoli volte a tutti i partiti rappresentati in parlamento: Mandare su un tetto un anziano con acciacchi, fargli guidare un trattore (pochi mesi fa il parlamento, ha rinviato per l’ennesima volta una legge europea che obbliga gli Stati membri a far sottoporre a un esame per il patentino per guidare questo mezzo mortale più di ogni altro). Per non parlare poi del pericolo che si corre su una strada con guidatori di TIR anziani, che muoiono numerosissimi sulle strade a causa dell’eccessivo numero di ore, dall’età e dagli acciacchi. Insomma non si è fatta nessuna distinzione tra chi svolge un lavoro sicuro e chi invece corre il pericolo di morire per la mancanza di riflessi poco pronti e che è pericoloso per se e per gli altri.
In questi dieci anni sono morti
complessivamente per infortuni 13780 lavoratori
(compresi i morti sulle strade e in itinere, di cui 6231 sui LUOGHI DI
LAVORO.
Morti sui luoghi di lavoro
2017 663, 2016 641, 2015 650, 2014 662, 2013 588, 2012 624, 2011 663, 2010 561, 2009
552, 2008 637
Sui luoghi
di lavoro 6228 + altri 45 dall’ sette dicembre al 31 dicembre
2007
13 700
compresi i morti sulle strade e in itinere
Se vuoi
sapere quanti sono i morti per infortunio sui luoghi di lavoro a dall’inizio
dell’anno a oggi 30 novembre 2017, nelle varie province
Carlo
Soricelli curatore dell’osservatorio indipendente d Bologna morti sul
lavoro
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