Lo Stato, il Ministero degli Interni ha colto la giornata del 14 febbraio (S. Valentino), per lasciare l'unica parola, nelle televisioni, giornaliradio, sui giornali, contro i feminicidi, gli stupri, le violenze sessiste, fasciste che subiscono le donne, alla Polizia di Stato. Hanno poi prodotto anche dei volantini per autopropagandarsi
A
Taranto (ma è pensabile anche in altre città), la Polizia ha fatto anche di più. Ha diffuso un volantino con
numero telefonico del "centro antiviolenza" della Questura
A
parte la tragica ironia che dovrebbero difendere le donne e dare
"consigli" alle donne proprio chi, umiliando le donne che denunciano
violenze, persecuzioni, è corresponsabile di tanti femminicidi (e
proprio qui a Taranto troppi femminicidi, avvenuti dopo denunce per
stalking lasciate nei cassetti, ne sono una drammatica testimonianza) -
questa campagna è la dimostrazione che la risposta di questo Stato
verso le donne è solo da Stato di polizia, in una logica di controllo,
di politiche securitarie, di repressione, come è stato con la legge sul
femminicidio, come è recentemente anche nel decreto Minniti che
strumentalizza i numeri dei femminicidi, stupri per attuare "zone
rosse", fare città sotto controllo militare, colpire le nostre sorelle
prostitute.
Il
governo, da parte sua, che fa? Taglia i fondi ai centri antiviolenza
gestiti da associazioni di donne, ma evidentemente non per un problema
solo di taglio dei fondi sociali, ma all'interno della politica del
Ministero degli Interni di considerare "centro antiviolenza" le sedi
delle questure!
Riportiamo
un passaggio di un articolo "Le articolazioni della lotta di classe
nella fase "globale" dell'imperialismo" di Marco Morra (dal Libro
'Crisi, governance, imperialismo'), utile per capire la fase dell'azione
dello Stato, dei governi:
"Alle trasformazioni delle funzioni economiche e sociali dello Stato corrispondono... determinate forme di
governo della popolazione, corrisponde l'esclusione delle classi
subordinate dalla dimensione del "politico", la fine del paradigma
socialdemocratico fondato sull'ottenimento del consenso politico di
vasti strati delle masse subalterne, sostituito da un paradigma
repressivo, che si manifesta nella generale recrudescenza della
repressione e del controllo, nella tendenza alla militarizzazione
securtiva dei territori e delle metropoli, nella sospensione della
democrazia e nel progressivo disfacimento di tutti i diritti politici e
sociali""Alle trasformazioni delle funzioni economiche e sociali dello Stato corrispondono... determinate forme di
Questa
militarizzazione della risposta di questo Stato borghese alle violenze
sessuali contro le donne, che inevitabilmente aumenterà la condizione di
oppressione generale delle donne, dovrebbe far aprire gli occhi a
tante, ai tanti centri antiviolenza che, oggi, nella mobilitazione sotto
la sigla di "nonunadimeno", chiedono al governo un passo indietro su
quei tagli e maggiori fondi. Mostrando nei fatti o una tragica illusione, una incomprensione della marcia di questo sistema capitalista verso un moderno fascismo, un moderno medioevo per le donne; o, peggio, una
colpevole, politica che se passa toglierebbe forza alla potenzialità di
rottura che può portare questo nuovo grande movimento delle donne.
Non
si tratta solo di "riformismo" che, anche se volto sinceramente a
migliorare la condizione delle donne, frena di fatto la marcia
necessaria verso la rivoluzione - unica via per la liberazione delle
donne, ma oggi, nella fase del moderno fascismo, di militarizzazione
degli interventi dello Stato, si tratta di "riformismo senza riforme".
Questo
deve far riflettere anche sui discorsi, che trovano spazio anche tra le
ragazze, che propongono come principale, contro le violenze sessuali,
il sessismo, azioni di educazione.
Ma
"Chi educa chi?". Come dei "centri antiviolenza" se ne vogliono
appropriare le Questure, a chi il governo, questo Stato darebbe fondi
per progetti di "educazione"? Tra un poco ci potremo trovare la polizia
nelle scuole (in coerenza tra l'altro con la politica reazionaria della
"buona scuola")!
Quindi,
attenzione. Le stesse rivendicazioni, obiettivi del movimento delle
donne (di cui si è discusso e se ne discuterà ancora nelle assemblee di
"nonunadimeno"), non possono prescindere dalla lotta esplicita contro
questa politica di militarizzazione, non possono essere ciechi e non
comprendere che ogni rivendicazione del movimento delle donne senza una
lotta "senza se e senza ma" contro l'intero sistema, non farebbe che
accompagnare le sue tragiche politiche.
Se
la violenza sessuale è sistemica, strutturale, la lotta deve essere
sistemica, per rovesciare il sistema capitalista. E su questo le donne
sono una forza poderosa!
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