lunedì 13 febbraio 2017

pc 13 febbraio - L'attualità di Marx: atttraverso l'uscita di un film nel centenario della Rivoluzione d'Ottobre

http://www.cineforum.it/focus/Berlinale-2017/Le-jeune-Karl-Marx-di-Raoul-Peck

Il film è incentrato sul rapporto fra Marx e Engels a partire dal loro primo incontro, nei primi anni ’40 dell’Ottocento, fino al 1848 momento in cui i due – allora rispettivamente ventinovenne e ventisettenne – terminano la stesura del Manifesto del Partito Comunista e ne iniziano a promuovere la diffusione.

Se gli effetti del Manifesto – già a partire dal fatidico 1848 – sono noti a tutti, quello che è meno noto è come i due filosofi abbiano maturato e costruito giorno per giorno un sentimento, di come l’abbiano trasformato in un’idea, e come siano arrivati sino a strutturarlo in una vera e propria dottrina politica. Ed è questo che il film racconta. Del resto per tentare di spiegare, anche solo in maniera superficiale, o voler entrare nel merito della filosofia marxista non sarebbero sufficienti «né cinque minuti, né cinque ore, né cinque anni e nemmeno cinquanta!», come dice il regista. Ragione per cui ciò che il film mostra sono le dinamiche storiche, sociali, culturali e politiche della relazione fra i due pensatori certo, ma soprattutto la dimensione privata e umana di un rapporto intellettuale destinato a cambiare la Storia.

Stralci dall'introduzione nel blog proletari comunisti dal 18 settembre del 2015 per l'avvio della formazione operaia online: 

Gli operai senza un pensiero autonomo sono succubi dei padroni, dello Stato, dei governi e manovrati dai partiti riformisti e dalle forze, sia pur di opposizione, non di classe.
“La cancellazione della storia e della memoria del movimento comunista reale nel mondo e nel nostro paese ha reso necessario un lavoro di alfabetizzazione in questo campo verso i nuovi attivisti, le nuove avanguardie e i giovani comunisti” (Da Pillole comuniste - 1).

La teoria rivoluzionaria è l’arma per la lotta rivoluzionaria, illumina la strada da percorrere e apre gli occhi, le orecchie, la testa. Ma, come dice Lenin, la scienza del proletariato va trattata appunto come “scienza”, va studiata. La scienza vuol dire scoprire, andare avanti nella conoscenza; questo a maggior ragione vale per la “scienza rivoluzionaria”, la scienza del proletariato, della sua lunga strada dalla preistoria alla storia dell’umanità: il comunismo.
Ma essa non vuole dire solo sforzo, ma anche entusiasmo, perchè è liberarsi finalmente dalle catene mentali, dalle bende nere sugli occhi che ci mette la borghesia per impedirci di vedere la vera realtà.
Certo, “pensare con la propria testa” richiede uno sforzo, ma ne vale la pena!

Marx ha dimostrato che il rapporto lavoro salariato e capitale, sfruttamento/profitti, operai/padroni non è eterno, non è una maledizione inevitabile, e che spetta proprio agli operai farsi i “becchini” del sistema capitalista ed essere il motore collettivo della nuova Storia, della società senza classi, il comunismo.
Gli operai, gli elementi più coscienti e avanzati della classe, devono prendere in mano questo compito storico, non solo in pratica ma in teoria. 

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