Il decreto per l'espulsione dei
migranti fatto da Minniti/Pinotti/Orlando, in stretta unità coi
sindacati di polizia e all'ombra dei Servizi segreti, con il pieno
accordo della Lega e di tutti i partiti, destra, centro, sinistra
(non approvato solo dal M5S), è un decreto da regime.
E' un drastico passo nella linea di
fascistizzazione/militarizzazione, in legame con i famigerati accordi
con i governi della Libia, dell'Egitto e altri paesi del nord Africa
(tipo accordo con Erdogan, sia pur di peso oggettivamente minore) per
impedire che i migranti vengano in Italia, rinchiudendoli prima nei
campi di concentramento o direttamente nelle galere.
Questo piano di fatto vuole spuntare
alcune armi delle lotte attuali dei migranti, delle realtà solidali,
dei movimenti di lotta, di alcuni sindacati di base (Si.Cobas, Slai
cobas per il sindacato di classe), come per esempio la richiesta di
accelerare le pratiche per le domande di asilo, rafforzando le
commissioni, abbreviando i tempi anche degli iter giudiziari; dato
che ci troviamo di fronte con questo decreto al paradosso che le
commissioni vengono sì rafforzate, vengono sì fatte assunzioni di
personale (specialisti), vengono sì abbreviati i tempi della
procedura, ma per espellere i migranti prima e meglio!
Il Sole 24 ore scrive che “l'obiettivo
politico dell'esecutivo è recuperare consenso davanti a temi
sensibili, quotidiani”. Certo, c'è anche questo.
Poi aggiunge, riportando parole di
Gentiloni, che così per i migranti “non si mette a rischio la
vita, ma si arriva in modo sicuro nel nostro paese e in misura
controllata”, e citando Minniti: E' un “nuovo modello di
accoglienza”. Della serie che se non fosse tragico sarebbe una
farsa: con questo piano sono centinaia, migliaia che rischierebbero
la vita, in Libia, Egitto, o nel rientro forzoso nei paesi d'origine.
Nel merito, il decreto Minniti
prevede:
- la riapertura, o istituzione, dei Cie
(chiamati ora, forse per “abbellirli”, Centri di permanenza per
il rimpatrio); questi, si dice, verranno dislocati “privilegiando
siti facilmente raggiungibili e con strutture convertibili allo
scopo” (alludendo probabilmente anche agli hotspot già esistenti e
già funzionali alle espulsioni dei migranti, dove avvengono
violenze, torture per chi si rifiuta di farsi prendere le impronte,
farsi registrare); siti fuori dai centri abitati e vicino agli
aeroporti (per una rapida espulsione). “Niente a che vedere –
dice Minniti – con i vecchi Cie, in cui spesso c'era violazione dei
diritti”... Che fa, sfotte?
- la negazione per la maggioranza dei
migranti del riconoscimento del diritto d'asilo; sotto la voce di
snellimento dell'iter delle domande, vengono istituite 14 sezioni
specializzate in materia di immigrazione (leggi espulsioni) presso i
Tribunali di Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Catanzaro,
Firenze, Lecce, Milano, Palermo, Roma e Napoli, dove vi saranno
magistrati, “preparati” con corsi specifici presso la scuola
superiore di magistratura; vengono poi assunti 250 “specialisti”
(pagati a 10,2 milioni di euro l'anno) per rafforzare le commissioni
territoriali e sveltire i tempi di decisione – questi termini:
“preparati”, “specialisti”, invece di dare garanzia fanno
paura;
- viene abolito la possibilità di
appello dopo il primo ricorso;
- viene deciso lo stanziamento di 19,1
milioni nel 2017 per “garantire l'effettiva esecutività dei
provvedimenti di espulsioni e rimpatri”;
- viene stabilito l'utilizzo gratuito
dei richiedenti asilo nei lavori socialmente utili: una sorta di
moderno schiavismo, per cui aggiungere la parola “volontario” è
una vera bestemmia, dato che i migranti in attesa di asilo sono sotto
ricatto.
A fronte di questo piano,
necessariamente occorre un salto di qualità e quantità della lotta
per la difesa dei diritti dei migranti e contro l'imperialismo
italiano.
E che questa lotta non riguarda solo la
solidarietà, sicuramente necessaria, ma riguarda noi direttamente,
la necessaria lotta contro il governo, lo Stato, il nostro
imperialismo lo spiega bene l'altro decreto quello sul “Daspo”
urbano – di cui parliamo in altro articolo.
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