02 febbraio 2017
da lettera 43
Donald vuole investire 450 miliardi sulla spesa militare. Rinnovare le 70 testate nucleari di Aviano e Ghedi. Mantenere la "sentinella" di Vicenza. E irrobustire il comando napoletano della Sesta flotta.estano
ancora nell'ombra le future mosse di The Donald nei confronti della
guerra in Libia e dei numerosi Paesi africani dove movimenti islamisti
contendono in armi il potere ad altre milizie. E quanto alle loro
possibili ricadute sull'Italia, bisogna considerare che alla caserma
Ederle di Vicenza risiede (dal 2007) l'United States Army Africa,
una delle componenti della catena di comando delle forze armate Usa
chiamate a operare dal Maghreb, nel Mar Rosso e nel Corno d'Africa, sino
ai Paesi che si trovano a Sud del Sahara. La base di Vicenza e
l'aeroporto di Aviano continuano inoltre a essere le sentinelle degli
Stati Uniti nei Balcani, dove le tensioni tra Kosovo, Serbia, Bosnia e
Entità serba di Bosnia danno segni di risveglio.
Trump
ha dichiarato di voler aumentare anche le unità a disposizione della Us
Navy: e siccome le navi da guerra, come gli aerei da combattimento e
gli intercettori, non si comprano per lasciarli a casa (gli Usa, come
l'Impero Romano, preferiscono tenere il grosso delle truppe lontano
dalla Capitale e dal suolo patrio), è assai probabile che il
potenziamento della Marina porti a dei cambiamenti anche a Napoli, dove
si trova il Comando delle forze navali Usa del Sud Europa oltre a quello
della Sesta Flotta, considerata il simbolo e l'orgoglio della potenza
militare americana sul mare.
NUCLEARE DA AMMODERNARE. C'è poi il capitolo della modernizzazione dell'arsenale nucleare, di cui Trump ha per ora svelato il titolo senza illustrarne i
contenuti. Quel che appare comunque certo è che il progetto può andare a toccare le basi di Aviano (Friuli) e Ghedi (nel Bresciano), dove si trovano tra le 60 e le 70 (secondo stime di osservatori Usa e italiani) testate nucleari americane. Queste armi invecchiano sia come concezione sia come sicurezza e devono, a scadenze più o meno fisse, essere sostituite: spetta ora al presidente Trump decidere come riorganizzare la sua “force de frappe” nucleare sul territorio italiano.
contenuti. Quel che appare comunque certo è che il progetto può andare a toccare le basi di Aviano (Friuli) e Ghedi (nel Bresciano), dove si trovano tra le 60 e le 70 (secondo stime di osservatori Usa e italiani) testate nucleari americane. Queste armi invecchiano sia come concezione sia come sicurezza e devono, a scadenze più o meno fisse, essere sostituite: spetta ora al presidente Trump decidere come riorganizzare la sua “force de frappe” nucleare sul territorio italiano.
Restano
ancora nell'ombra le future mosse di The Donald nei confronti della
guerra in Libia e dei numerosi Paesi africani dove movimenti islamisti
contendono in armi il potere ad altre milizie. E quanto alle loro
possibili ricadute sull'Italia, bisogna considerare che alla caserma
Ederle di Vicenza risiede (dal 2007) l'United States Army Africa,
una delle componenti della catena di comando delle forze armate Usa
chiamate a operare dal Maghreb, nel Mar Rosso e nel Corno d'Africa, sino
ai Paesi che si trovano a Sud del Sahara. La base di Vicenza e
l'aeroporto di Aviano continuano inoltre a essere le sentinelle degli
Stati Uniti nei Balcani, dove le tensioni tra Kosovo, Serbia, Bosnia e
Entità serba di Bosnia danno segni di risveglio.
Trump
ha dichiarato di voler aumentare anche le unità a disposizione della Us
Navy: e siccome le navi da guerra, come gli aerei da combattimento e
gli intercettori, non si comprano per lasciarli a casa (gli Usa, come
l'Impero Romano, preferiscono tenere il grosso delle truppe lontano
dalla Capitale e dal suolo patrio), è assai probabile che il
potenziamento della Marina porti a dei cambiamenti anche a Napoli, dove
si trova il Comando delle forze navali Usa del Sud Europa oltre a quello
della Sesta Flotta, considerata il simbolo e l'orgoglio della potenza
militare americana sul mare.
Trump ha dichiarato di voler aumentare anche le unità a disposizione della Us Navy: e siccome le navi da guerra, come gli aerei da combattimento e gli intercettori, non si comprano per lasciarli a casa (gli Usa, come l'Impero Romano, preferiscono tenere il grosso delle truppe lontano dalla Capitale e dal suolo patrio), è assai probabile che il potenziamento della Marina porti a dei cambiamenti anche a Napoli, dove si trova il Comando delle forze navali Usa del Sud Europa oltre a quello della Sesta Flotta, considerata il simbolo e l'orgoglio della potenza militare americana sul mare.
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