Sono queste le cifre riportate
dal Sole 24 Ore di ieri (pag.19) che raccoglie i dati del rapporto della
Fondazione Hume. In questo articolo le cifre sembrano più attendibili di quelle
che il governo di solito attraverso i suoi uffici propaganda e che noi abbiamo
ogni volta smascherato perché tendono ad abbassare i numeri della
disoccupazione e quindi gli effetti reali del capitalismo sulla classe operaia.
Si smaschera ancora una volta l’effetto
reale del Jobs act e tutta la campagna all’insegna dell’ottimismo e della
fiducia del governo Renzi.
Nel tentativo di spiegare questi
risultati, che sono peggiorati nel tempo, la Fondazione parla di una “Terza
società” dopo la “prima” e la “seconda”. “La
nuova Italia che avanza è la Terza società, l’esercito degli esclusi:
disoccupati, lavoratori in nero e persone inattive perché non vedono più un
contesto propizio per cercare un’occupazione.” E ancora: «la formazione di un nuovo segmento sociale
che, pur facendo parte della popolazione potenzialmente attiva in quanto
disponibile a lavorare, vive una condizione di grave e radicale esclusione dal
circuito del lavoro regolare».
“La Terza società avanza perché, nel vortice della grande crisi che non
sembra passare mai, [anche questa affermazione smentisce pesantemente ancora
una volta le chiacchiere sul miglioramento dell’economia ecc., ndr] le sue fila
[sic!] si sono rapidamente affollate. In sette anni, dal 2007 al 2014, la sua
incidenza sul totale della forza lavoro è balzata, infatti, dal 22,5% al 29,9%,
inghiottendo 2 milioni e 600mila nuove persone. La lieve flessione registrata
negli ultimi due anni (28,7% nel 2016) non è sufficiente ad allontanare in modo
netto il numero degli esclusi da quota 9 milioni, praticamente un terzo della
forza lavoro.
“Questo segmento sociale si
concentra soprattutto nel Mezzogiorno, dove la sua incidenza nel 2014 era del
45,8% soprattutto per la forte diffusione degli inattivi disponibili a
lavorare. Nel Nord-Est, invece, sono i lavoratori irregolari la parte più
consistente degli esclusi, mentre nel Nord-Ovest pesa la disoccupazione.”
Questo “segmento sociale”, questa
“terza società” che per i borghesi sembra una novità, ma non deve ingannare, non
è altro che quella parte del proletariato del nostro paese che compone l’esercito
industriale di riserva, un fenomeno “normale” del sistema capitalistico, come dice Marx: “la popolazione operaia produce in misura crescente, mediante l'accumulazione del capitale da essa stessa prodotta, i mezzi per render se stessa relativamente eccedente.” Insomma si tratta di una legge del sistema capitalistico e non si può ovviare in nessun modo a questo “fenomeno”, se non rovesciando il sistema capitalistico stesso!
industriale di riserva, un fenomeno “normale” del sistema capitalistico, come dice Marx: “la popolazione operaia produce in misura crescente, mediante l'accumulazione del capitale da essa stessa prodotta, i mezzi per render se stessa relativamente eccedente.” Insomma si tratta di una legge del sistema capitalistico e non si può ovviare in nessun modo a questo “fenomeno”, se non rovesciando il sistema capitalistico stesso!
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