In questa
società capitalista avanzata e pseudo moderna in cui la tecnologia
viene usata solo e esclusivamente per il controllo dei popoli, per
costruire armi sempre più sofisticate e mezzi per aggredire i
territori, i popoli e le donne vivono una fase involutiva
paragonabile ad un moderno medioevo. La situazione e chiara e sotto
gli occhi di tutti, infatti questa società retrograda e maschilista
continua imperterrita a discriminare la donna. Lo vediamo nell’ambito
della famiglia in cui vogliono ancora oggi la donna sottomessa e
anche in tutti gli ambiti sociali, studentesco, nel precariato, nella
disoccupazione, così come silenziosa, sottomessa e schiavizzata la
si vuole nell’ambito lavorativo: con un forte ricatto
occupazionale, con ritmi frenetici e massacranti, con discriminazione
anche dal lato economico, in special modo al sud. I diritti
conquistati sono ormai al lumicino, ne sanno qualcosa le madri
lavoratrici. Tutto questo dimostra che la donna è considerata un
oggetto da usare a proprio piacimento e se per caso non rispetta
queste esigenze si innescano situazioni violente fino al
femminicidio, considerando poi che questo sistema sociale, lo stato,
il governo, si rendono complici fino a Proteggere i carnefici.
Per tutti questi motivi delegazioni di lavoratrici dal nord al sud il 25 novembre hanno assediato il parlamento e imposto incontri, 200 mila donne hanno fatto un grande corteo; tutte hanno gridato ”8 marzo sciopero delle donne” riaccendendo questa scintilla già accesa dalle donne proletarie nel nostro paese, e ora viva e forte anche in tanti paesi del mondo.
Noi lavoratrici, precarie, disoccupate invitiamo tutte le donne senza distinzione di nazionalità e religione a manifestare e lottare nel nostro percorso rivoluzionario di liberazione.
Per tutti questi motivi delegazioni di lavoratrici dal nord al sud il 25 novembre hanno assediato il parlamento e imposto incontri, 200 mila donne hanno fatto un grande corteo; tutte hanno gridato ”8 marzo sciopero delle donne” riaccendendo questa scintilla già accesa dalle donne proletarie nel nostro paese, e ora viva e forte anche in tanti paesi del mondo.
Noi lavoratrici, precarie, disoccupate invitiamo tutte le donne senza distinzione di nazionalità e religione a manifestare e lottare nel nostro percorso rivoluzionario di liberazione.
“Nessuna lotta può concludersi vittoriosamente se le
donne non vi partecipano, al mondo ci sono due poteri: quello della
spada e quello della penna, ma in realtà c’è n’è un terzo più
forte di entrambi ed è quello delle donne"
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