Spagna
“proiettili di gomma e piombo contro migranti poi respinti in Marocco”
La prova in un video amatoriale
mandato in onda da "La Sexta". Gli agenti non hanno prestato alcun
soccorso mentre alcuni affogavano, in attesa poi di ricondurre le otto persone
giunte sulla battigia dall’altro lato del recinto che divide i due Paesi fino
al mare. Il delegato del governo e la Guardia Civil negano. Ma l'opposizione
chiede le dimissioni del ministro degli Interni
Ha già detto che la settimana prossima riferirà
in Parlamento. Ma l’opposizione chiede a gran voce le sue dimissioni.
Il ministro degli Interni spagnolo Jorge Fernández Díaz, insieme
alla Guardia civil, avrebbe mentito sulla morte dei 13 migranti che
giovedì sera tentavano di varcare la frontiera ibero-marocchina. Centinaia di
subshariani avevano preso d’assalto il confine con Ceuta. Alcuni erano
stati respinti in territorio marocchino dalla gendarmeria. Altri invece,
erano riusciti a raggiungere a nuoto il suolo iberico. È stato allora che la Guardia
civil avrebbe prima sparato (proiettili di gomma e di piombo,
secondo le prime testimonianze) contro gli uomini in acqua e lanciato lacrimogeni.
Poi gli agenti spagnoli hanno scortato con una cordata umana alcuni migranti,
che era riusciti a raggiungere la riva sani e salvi, restituendoli al
territorio marocchino. Una procedura che va contro la legge
sull’immigrazione: quando un immigrato tocca terra iberica, per legge deve
essere portato in questura per il riconoscimento e poi trasferito al più
vicino Ceti, Centro de Estancia Temporal de Inmigrantes (centro di
permanenza temporanea degli immigrati). In questo caso proprio a Ceuta. La
prova sta tutta in un video amatoriale, mandato in onda dalla televisione La
Sexta. Le
immagini girate sulla spiaggia del Tarajal non solo mostrano come i
migranti fossero già in acque spagnole, ma anche come gli agenti non hanno
prestato alcun soccorso mentre alcuni affogavano, in attesa poi di ricondurre
le otto persone giunte sulla battigia dall’altro lato del recinto che divide i
due Paesi fino al mare. La Guardia civil ha poi confermato che la
“riconsegna” dei migranti che arrivano a nuoto dal Marocco è “frequente” e fa
parte di un protocollo secondo il quale, quando è chiaro che un immigrato ha
appena lasciato il suo territorio d’origine, si omette il processo
amministrativo d’espulsione e si esegue direttamente la consegna della
persona in questione alle forze della polizia marocchina. Il problema però è
capire se questo protocollo sia legale. Per questo alcune organizzazione non
governative per la tutela degli immigrati hanno chiesto di aprire con urgenza
un’inchiesta sul caso che faccia luce sulle modalità di controllo delle
frontiere di Ceuta e Melilla. Francisco Antonio González,
delegato del governo a Ceuta, ha assicurato che le vittime facevano parte di un
gruppo di circa 400 subshariani che giovedì hanno tentato di scavalcare il
recinto. Individuati dalla gendarmeria marocchina, gli immigrati si sarebbero
divisi in vari gruppi. Uno di questi si è diretto verso il mare nel disperato
tentativo di fuggire agli agenti e passare il confine. Le prime testimonianze
dei sopravvissuti parlano chiaro: la Guardia civil ha aperto il fuoco.
Alcuni parlano di proiettili di gomma, altri di palle di piombo,
versione confermata poi dal ritrovamento di alcuni bozzoli lungo la spiaggia.
Affermano inoltre che gli agenti avrebbero usato del gas lacrimogeno contro le
persone in acqua, provocando il panico e quindi la morte, finora accertata, dei
13 migranti. Insomma non sarebbe stata la polizia marocchina, così come
ipotizzato dal governo spagnolo, ma gli stessi agenti della Guardia civil a
usare il pugno duro. Il delegato del governo ha però negato la versione degli
immigrati in conferenza stampa. “Sono stati utilizzati proiettili di gomma e
mai contro gli immigrati. Si è fatto ricorso anche alle armi da fuoco solo per
spaventare con il rumore quelle persone”, ha dichiarato, assicurando che gli
agenti hanno puntato sempre in aria. Anche la Guardia civil ha detto di
non aver usato armi da fuoco contro gli immigrati, anche se ha
riconosciuto quello di materiali antisommossa con intento intimidatorio.
Secondo la versione degli agenti era d’altronde impossibile sparare
direttamente sulla persone, visto che in mezzo c’era un recinto alto sei
metri. Assicurano poi che, una volta attraversata la frontiera, gli
spari sono stati comunque rivolti in aria per dissuadere i subshariani a
continuare la marcia verso il territorio spagnolo.
Nessun commento:
Posta un commento