Il 9 febbraio 2014, 12.000 lavoratori della più importante fabbrica tessile di Stato di Mahalla, sono scesi in sciopero – che minacciano di rendere illimitato – per chiedere il pagamento puntuale dei loro bonus, un salario minimo di 1200 LE [150 CHF], come nel settore pubblico, e che il direttore della fabbrica sia "rimosso" immediatamente .
A dar fuoco alle polveri è stato ancora una volta il ritardato pagamento dei " bonus", una forma di partecipazione ai profitti, versata in più rate, che garantisce un'ampia integrazione ai magri salari, dal momento che molti lavoratori guadagnano 500 LE al mese, ben lontani dal nuovo salario minimo di 1200 LE accordato alla fine di gennaio 2014 nella funzione pubblica. Domenica 9 febbraio, 2.000 lavoratori del turno di notte hanno iniziato uno sciopero, seguiti lunedi mattina da altri 10.000 salariati. L'11, pare che si sia tenuta presso l'impianto un'assemblea generale di 20.000 lavoratori - più di quanti ve ne siano nella fabbrica statale di Mahalla - per determinare il seguito del movimento.
Uno sciopero non limitato alla sola Mahalla
Nel frattempo i salariati di altre fabbriche statali del settore tessile sono scesi in sciopero, come alla Zafteh Textil, alla Tanta Spinning, alla Shebin El Kom; anche i lavoratori della Compagnia pubblica del Nilo addetti alla manutenzione delle strade sono in sciopero, mentre alcuni altri lavoratori in lotta (o meno) si sono uniti all' assemblea generale di quelli di Mahalla. I giornalisti [...] segnalano manifestazioni di operai davanti al Ministero del Lavoro al Cairo, mentre altri lavoratori continuano, in questo mese di febbraio, la loro lotta contro i licenziamenti, come alla Cargill o alla Santamora, e soprattutto i salariati delle perforazioni petrolifere hanno appena ottenuto una parziale soddisfazione delle loro richieste, dopo uno sciopero di cinque giorni.
Da parte sua, il governo ha assicurato che i bonus saranno immediatamente versati ai lavoratori della fabbrica statale di Mahalla e che prenderà in considerazione la richiesta di applicazione del salario minimo. È dunque di questo che l'assemblea generale dei lavoratori doveva discutere l'11 febbraio: la prospettiva di uno sciopero ad oltranza per il salario minimo o una mozione per il pagamento dei bonus.
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