Circa
un centinaio di precari dello spettacolo, artisti e cittadini solidali,
stamane hanno difeso il padiglione 1 dell’ex Fiera del Mediterraneo dal
possibile sgombero coatto, notificato circa una settimana fa agli
occupanti, dagli assessorati al Demanio e alle Attività produttive.
Da circa due mesi, precari dello spettacolo e artisti vari, animano e ridanno quotidianamente vita a quello che ormai da più di dieci anni è un luogo lasciato all’abbandono e al ricordo dei palermitani. La Fiera del Mediterraneo, che per lungo tempo è stato fiore all’occhiello siciliano del patrimonio fieristico e culturale per tutto il mediterraneo, viene infatti (in parte) restituito alla cittadinanza con l’occupazione di due mesi fa. L’obiettivo di chi lo ha riconsegnato alla città è stato fin dall’inizio, non solo quello di trovare, come precari dello spettacolo, spazi e tempi di espressione artistica e proposta culturale in grado di scavalcare bandi, assegnazioni, progetti che il costante dirottamento delle istituzioni nelle mani e nelle tasche dei soliti noti azzera e restringe sempre più a una cricca di potere e ad una fruizione d’elite; ma anche quello di sollecitare l’amministrazione alla riqualificazione di un complesso fieristico che è nel cuore di tutti i palermitani.
Così in difesa di quest’esperienza di lotta, ieri, il collettivo Tmo occupa gli uffici dell’assessorato alle Risorse immobiliari.
Oggi, senza alcuna comunicazione ufficiale, ma tramite mezzo stampa, la notizia che lo sgombero non avverrà e che l’amministrazione è pronta al dialogo con gli occupanti, arriva direttamente dal sindaco Orlando, che smentendo gli uffici responsabili della notifica, mostra una -seppur tenue- volontà di discussione e trattativa. Certo, ci sembrano un po’ troppi due mesi perché l’amministrazione si interessi a una questione tanto importante che non riguarda certo soltanto il collettivo Tmo, ma come già detto, il recupero e il ripristino di un patrimonio culturale tanto importante per la Sicilia. Ma ovviamente sappiamo bene come a sollevare le questioni e le contraddizioni su come debbano essere investiti i soldi pubblici, dai piani di riqualificazione edilizia (vedi il recente caso del crollo di uno stabile nel quartiere Vucciria) a quelli che destinano fondi alla cultura (senza mai dimenticare che come tutto, questo è un mondo fatto di lavoratori!), siano solo e soltanto le lotte che giustamente pretendono investimenti, possibilità, realizzazione e concretizzazione di bisogni, desideri, aspettative.
I precari dello spettacolo del collettivo Tmo e quanti in questi mesi gli sono stati vicini e solidali nel lavoro di riapertura e costruzione di un progetto culturale e artistico accessibile a tutti/e, slegato dalle logiche di profitto e di mercato, con l’occupazione del padiglione 1 dell’ (ex) Fiera del Mediterraneo ne stanno già indicando la strada. Vedremo se un’amministrazione che stamattina ha già dimostrato la sua incertezza e la sua preoccupazione per un polverone mediatico che la chiusura forzata di quest’esperienza, tanto supportata e gradita alla cittadinanza, potrebbe causare, sarà altrettanto recettiva quanto l’impegno e la dedizione degli occupanti nel far rinascere culturalmente questa culla del mediterraneo che è stata, fino a non molto tempo fa, il capoluogo siciliano. Oggi intanto, continua la risposta allo sgombero con un’intera giornata di interventi artistici, musicali e teatrali.
Di seguito il comunicato del collettivo Teatro Mediterraneo occupato.
Da circa due mesi, precari dello spettacolo e artisti vari, animano e ridanno quotidianamente vita a quello che ormai da più di dieci anni è un luogo lasciato all’abbandono e al ricordo dei palermitani. La Fiera del Mediterraneo, che per lungo tempo è stato fiore all’occhiello siciliano del patrimonio fieristico e culturale per tutto il mediterraneo, viene infatti (in parte) restituito alla cittadinanza con l’occupazione di due mesi fa. L’obiettivo di chi lo ha riconsegnato alla città è stato fin dall’inizio, non solo quello di trovare, come precari dello spettacolo, spazi e tempi di espressione artistica e proposta culturale in grado di scavalcare bandi, assegnazioni, progetti che il costante dirottamento delle istituzioni nelle mani e nelle tasche dei soliti noti azzera e restringe sempre più a una cricca di potere e ad una fruizione d’elite; ma anche quello di sollecitare l’amministrazione alla riqualificazione di un complesso fieristico che è nel cuore di tutti i palermitani.
Così in difesa di quest’esperienza di lotta, ieri, il collettivo Tmo occupa gli uffici dell’assessorato alle Risorse immobiliari.
Oggi, senza alcuna comunicazione ufficiale, ma tramite mezzo stampa, la notizia che lo sgombero non avverrà e che l’amministrazione è pronta al dialogo con gli occupanti, arriva direttamente dal sindaco Orlando, che smentendo gli uffici responsabili della notifica, mostra una -seppur tenue- volontà di discussione e trattativa. Certo, ci sembrano un po’ troppi due mesi perché l’amministrazione si interessi a una questione tanto importante che non riguarda certo soltanto il collettivo Tmo, ma come già detto, il recupero e il ripristino di un patrimonio culturale tanto importante per la Sicilia. Ma ovviamente sappiamo bene come a sollevare le questioni e le contraddizioni su come debbano essere investiti i soldi pubblici, dai piani di riqualificazione edilizia (vedi il recente caso del crollo di uno stabile nel quartiere Vucciria) a quelli che destinano fondi alla cultura (senza mai dimenticare che come tutto, questo è un mondo fatto di lavoratori!), siano solo e soltanto le lotte che giustamente pretendono investimenti, possibilità, realizzazione e concretizzazione di bisogni, desideri, aspettative.
I precari dello spettacolo del collettivo Tmo e quanti in questi mesi gli sono stati vicini e solidali nel lavoro di riapertura e costruzione di un progetto culturale e artistico accessibile a tutti/e, slegato dalle logiche di profitto e di mercato, con l’occupazione del padiglione 1 dell’ (ex) Fiera del Mediterraneo ne stanno già indicando la strada. Vedremo se un’amministrazione che stamattina ha già dimostrato la sua incertezza e la sua preoccupazione per un polverone mediatico che la chiusura forzata di quest’esperienza, tanto supportata e gradita alla cittadinanza, potrebbe causare, sarà altrettanto recettiva quanto l’impegno e la dedizione degli occupanti nel far rinascere culturalmente questa culla del mediterraneo che è stata, fino a non molto tempo fa, il capoluogo siciliano. Oggi intanto, continua la risposta allo sgombero con un’intera giornata di interventi artistici, musicali e teatrali.
Di seguito il comunicato del collettivo Teatro Mediterraneo occupato.
TMO resiste
Apprendiamo
in queste ore, dalla lettura di alcune comunicazioni a mezzo stampa,
che lo sgombero coatto previsto per oggi, mercoledì 12 febbraio, sarebbe
stato rinviato su pressione dell’amministrazione comunale. Oltre a non
aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, segnaliamo l’ambiguità
nella quale continua a muoversi la giunta Orlando, da un lato il
rilascio di comunicati stampa atti a distendere gli animi, dall’altro la
totale assenza di chiarezza e di una progettualità vera per il nostro
spazio e l’intera area della fiera del Mediterraneo. Segnaliamo comunque
la grande solidarietà di artisti e cittadini che da stamane presidiano
il Teatro Mediterraneo Occupato in una atmosfera mista tra attesa e
gioia per questo momento di arte e condivisione, raro nella storia della
città di Palermo. Abbiamo iniziato stamane alle 9,00 con delle letture
teatrali a cura di Marco Canzoneri, e un concerto del gruppo di musica
popolare “Le Matrioske”, continueremo nel pomeriggio con performance
teatrali e musicali a cura di Tamuna e Alessia Spatoliatore, Rosario
Palazzolo, Mario Baiardi,Lelio Giannetto, Nino Vetri, Paolo Mannina,
Marika Pugliatti Claudio Collovà, Sergio Vespertino, Cesare Basile,
L’Orchestra Sinfonica Siciliana, Serra Bernhardt, Lino Costa, Mattaliano
e Patti e tanti altri. Invitiamo tutti i cittadini a raggiungerci e a
partecipare a questa e alle prossime giornate all’insegna di una cultura
libera e accessibile per tutti. Vogliamo una città capace di abbattere i
muri che altri hanno eretto senza interpellarci, una città che viva i
suoi spazi e che metta al centro delle proprie prerogative la cultura,
l’arte e una socialità altra.
La cultura non si sgombera, il T.M.O. resiste
Il collettivo del Teatro Mediterraneo Occupato
La cultura non si sgombera, il T.M.O. resiste
Il collettivo del Teatro Mediterraneo Occupato
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