L'azione repressiva della Questura di Roma che ha portato agli arresti di 17 compagni del movimento per il diritto all'abitare (7 ai domiciliari e 10 con obbligo di firma) ha avuto come risposta un grande corteo che ha attraversato il centro di Roma e assediato la Prefettura per rivendicare la liberazione dei compagni, una manifestazione immediata che è scesa in piazza incazzata, che non si è fatta certo intimidire da questo Stato di polizia. Militanti del movimento per la casa, moltissimi immigrati anche con i loro piccoli al seguito, delegazioni del movimento No Tav di Torino e compagni di Bologna, assieme uniti in un corteo che ha stretto in un abbraccio caloroso e solidale i compagni che sono stati colpiti dai provvedimenti repressivi di stamattina, compagni in prima fila nelle lotte sociali, stimati, amati e rispettati da quella Roma ribelle che rivendica diritti, dalla casa al reddito. Una bella e combattiva manifestazione che ha espresso la solidarietà anche ai disoccupati arrestati stamattina a Napoli colpevoli di "estorsione di lavoro".
Questo Stato a difesa dei padroni e dei banchieri ha sempre la stessa risposta per le questioni sociali: sbirri con manganello, scudi e, se non bastassero i primi, anche galera, come sta succedendo in questi giorni con i provvedimenti repressivi contro il movimento No Tav.
Guarda caso l'azione repressiva a Roma è avvenuta proprio alla vigilia della manifestazione per la chiusura dei CIE che si terrà sabato prossimo a Ponte Galeria e dopo l'annunciata manifestazione ad aprile contro il vertice della precarietà dell'europa dei padroni.
Ma, come sempre, la repressione alimenta la ribellione e in migliaia ci siamo ritrovati a Porta Pia alle 15.30, davanti alla polizia in assetto antisommossa a sbarrare l'ingresso di via XX settembre in tanti sono intervenuti a microfono aperto a rivendicare che il 31 ottobre ad assediare la conferenza Stato-Regioni non c'erano solo 17 compagni ma migliaia di disoccupati, precari, immigrati.
Il corteo è partito dopo un'ora verso Castro pretorio per raggiungere la stazione, poi piazza della Repubblica e si è diretto in via del Tritone per proseguire verso via Nazionale fino piazza ss. Apostoli per assediare la Prefettura blindata dalle forze della repressione.
Senza sosta si sono susseguiti gli interventi dal camioncino, ad ogni nome dei compagni seguiva un "libero", tanti gli slogan: "la polizia che incarcera non ci fa paura/la lotta per la casa sarà sempre più dura", "CIE e galere non ne vogliamo più/colpo su colpo le butteremo giù".
Nessun passo indietro, nessuna intimidazione di questo Stato è passata, nè a Roma e nè nelle altre città dove i movimenti sono scesi immediatamente in piazza e davanti le prefetture.
Sabato prossimo a Ponte Galeria il movimento tornerà a manifestare per la chiusura dei lager di Stato CIE/CARA e per rivendicare la liberazione dei compagni arrestati.
Nessun commento:
Posta un commento