MEMORIA
MANIPOLATA
Il
dieci febbraio è il così detto Giorno della Memoria: si commemorano le presunte
pressioni da parte dei comunisti jugoslavi sugli italiani che, alla fine della
seconda guerra mondiale, vivevano in Istria ed in Dalmazia perché tornassero
alla loro terra d'origine.
Questo per poter rientrare in possesso delle terre violentemente strappate dagli invasori fascisti: sia quelli italiani sia quelli tedeschi.
Per avvalorare le assurde tesi sulle violenze di massa perpetrate dai partigiani titoisti ai danni dei poveri italiani indifesi, le istituzioni 'democratiche', che hanno la loro sede centrale a Roma, si sono inventati la questione delle foibe dove i 'cattivi' comunisti avrebbero gettato vivi poveri italiani che avevano la sola colpa di essere tali.
La realtà, però, è l'esatto opposto: l'idea di buttare gli oppositori nelle cavità naturali presenti in quelle zone fu dei fascisti, che ne fecero largo uso nel corso dell'occupazione della Jugoslavia; va da sé che, alla fine della guerra, nelle stesse feritoie del terreno finissero gli stessi fascisti ed i collaborazionisti in genere, non certo - se non una veramente infima parte - le vittime di rappresaglie personali.
Legata a questa fandonia clamorosa, ve n'è un'altra quasi altrettanto incredibile per chiunque non abbia mandato il proprio cervello all'ammasso; la favola della cacciata degli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, che alla luce delle verità storiche appena ricordate si rivela niente di più che un'enorme panzana, messa in piedi da fascisti e democristiani per raccogliere voti in funzione anticomunista: il favorire il rientro dei così detti profughi - persone pagate dallo Stato italiano per andarsene dalle terre riconquistate dai titoisti ai fascisti - ha aiutato il racconto di una storia a senso unico, propedeutica all'accettazione da parte degli italiani dell'occupazione permanente da parte della Nato e direttamente degli yanqui.
Esorto tutti quei 'signori' - a cominciare dal vicepresidente della Repubblica Italiana, Pietro Grasso, e dalla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini - che straparlano di "torture indicibili contro poveri cittadini inermi per portarli ad andarsene", a studiare la Storia, e a ricordarla in tutte le sue sfaccettature, non soltanto in quelle che conviene loro.
Infine, a proposito di revisionismo storico - in particolare a riguardo degli eventi sopra citati - propongo all'attenzione dei lettori l'invito a partecipare all'iniziativa che trovano qui sotto.
FIRENZE ANTIFASCISTA ORGANIZZA
GIOVEDI' 13 FEBBRAIO al Circolo dei lavoratori di Porta al Prato - presso ARCI, via delle Porte Nuove 33 alle ore 21.00 - incontro e dibattito su revisionismo storico, foibe e confine orientale con lo storico SANDI VOLK.
Questo per poter rientrare in possesso delle terre violentemente strappate dagli invasori fascisti: sia quelli italiani sia quelli tedeschi.
Per avvalorare le assurde tesi sulle violenze di massa perpetrate dai partigiani titoisti ai danni dei poveri italiani indifesi, le istituzioni 'democratiche', che hanno la loro sede centrale a Roma, si sono inventati la questione delle foibe dove i 'cattivi' comunisti avrebbero gettato vivi poveri italiani che avevano la sola colpa di essere tali.
La realtà, però, è l'esatto opposto: l'idea di buttare gli oppositori nelle cavità naturali presenti in quelle zone fu dei fascisti, che ne fecero largo uso nel corso dell'occupazione della Jugoslavia; va da sé che, alla fine della guerra, nelle stesse feritoie del terreno finissero gli stessi fascisti ed i collaborazionisti in genere, non certo - se non una veramente infima parte - le vittime di rappresaglie personali.
Legata a questa fandonia clamorosa, ve n'è un'altra quasi altrettanto incredibile per chiunque non abbia mandato il proprio cervello all'ammasso; la favola della cacciata degli italiani dall'Istria e dalla Dalmazia, che alla luce delle verità storiche appena ricordate si rivela niente di più che un'enorme panzana, messa in piedi da fascisti e democristiani per raccogliere voti in funzione anticomunista: il favorire il rientro dei così detti profughi - persone pagate dallo Stato italiano per andarsene dalle terre riconquistate dai titoisti ai fascisti - ha aiutato il racconto di una storia a senso unico, propedeutica all'accettazione da parte degli italiani dell'occupazione permanente da parte della Nato e direttamente degli yanqui.
Esorto tutti quei 'signori' - a cominciare dal vicepresidente della Repubblica Italiana, Pietro Grasso, e dalla presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini - che straparlano di "torture indicibili contro poveri cittadini inermi per portarli ad andarsene", a studiare la Storia, e a ricordarla in tutte le sue sfaccettature, non soltanto in quelle che conviene loro.
Infine, a proposito di revisionismo storico - in particolare a riguardo degli eventi sopra citati - propongo all'attenzione dei lettori l'invito a partecipare all'iniziativa che trovano qui sotto.
FIRENZE ANTIFASCISTA ORGANIZZA
GIOVEDI' 13 FEBBRAIO al Circolo dei lavoratori di Porta al Prato - presso ARCI, via delle Porte Nuove 33 alle ore 21.00 - incontro e dibattito su revisionismo storico, foibe e confine orientale con lo storico SANDI VOLK.
Genova,
11 febbraio 2014
Stefano
Ghio - Proletari Comunisti Genova
Nessun commento:
Posta un commento