Era
l'estate del 1983 e questi lavoratori dell' Isochimica avellinese si trovavano
all'interno di un vagone ferroviario da cui avevano appena estratto l'amianto.
Non una tuta di protezione, non una mascherina, non dei guanti per proteggere le
mani. Ora gli operai della foto sono tutti ammalati ai polmoni ed uno è già
morto. A parlare è uno di loro al "Corriere del
Mezzogiorno":
"Nei primi anni di lavoro i capannoni nemmeno c'erano ripulivamo le carrozze direttamente nella stazione di Avellino. Poi entrammo nello stabilimento, avevamo giusto qualche tuta da lavoro e basta. All'inizio ce lo facevano togliere a secco, così si alzavano nuvole grandi e bianche, sembravano fiocchi di neve. Solo dopo due anni cominciammo a bagnare i pannelli con l'acqua, ma ormai era troppo tardi."
La prima inchiesta riguardo a ciò che accadeva nell'azienda avellinese è stata aperta solo nel 2013 dal procuratore Rosario Cantelmo che, all'inizio del suo mandato, ha immeditamente sospettato dei fatti di Borgo Ferrovia. Ad oggi, su 400 dipendenti di Isochimica, 170 sono malati e 15 morti. Molti di loro oggi sono a protestare di fronte all'ex azienda in cui sono conservati da ben trenta anni 496 cubi di cemento imbottiti d'amianto, pesanti una tonnellata l'uno, che stanno iniziando a decomporsi. Come se non bastasse, altre tonnellate di minerale sono sepolte sotto terra in buche scavate dagli stessi operai su richiesta dei dirigenti.
"Nei primi anni di lavoro i capannoni nemmeno c'erano ripulivamo le carrozze direttamente nella stazione di Avellino. Poi entrammo nello stabilimento, avevamo giusto qualche tuta da lavoro e basta. All'inizio ce lo facevano togliere a secco, così si alzavano nuvole grandi e bianche, sembravano fiocchi di neve. Solo dopo due anni cominciammo a bagnare i pannelli con l'acqua, ma ormai era troppo tardi."
La prima inchiesta riguardo a ciò che accadeva nell'azienda avellinese è stata aperta solo nel 2013 dal procuratore Rosario Cantelmo che, all'inizio del suo mandato, ha immeditamente sospettato dei fatti di Borgo Ferrovia. Ad oggi, su 400 dipendenti di Isochimica, 170 sono malati e 15 morti. Molti di loro oggi sono a protestare di fronte all'ex azienda in cui sono conservati da ben trenta anni 496 cubi di cemento imbottiti d'amianto, pesanti una tonnellata l'uno, che stanno iniziando a decomporsi. Come se non bastasse, altre tonnellate di minerale sono sepolte sotto terra in buche scavate dagli stessi operai su richiesta dei dirigenti.
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