(dal Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario)
Le uccisioni,
violenze sessuali contro le donne sono un vero e proprio "Bollettino
di guerra", una feroce guerra di bassa intensità, di odio verso
le donne in quanto tali. Anche ieri una donna a Roma è stata uccisa
dal suo ex, un'altra è stata sfregiata al volto dall'uomo che da
tempo la minacciava.
Lo Stato non le
difende prima, quando le donne denunciano le minacce, le
persecuzioni, ma fa anche di peggio dopo, con sentenze così
scandalosamente innocue nei processi che di fatto mandano un chiaro
messaggio: stupri, assassini delle donne non sono gravi! Si può
fare! Fino ad affermare che le donne in fondo sono anch'esse complici
di ciò che le accade!
Ogni "indignazione"
di questo sistema "civile", post morte e post stupri, è
falsa e va respinta. Questo Stato borghese è il problema non la
soluzione!
Occorre una risposta
forte delle donne, come in Turchia, come in India! Uniamoci e
costruiamola!
Montalto di Castro, L'Aquila, Taranto: gli stupri sociali di una giustizia sessista e borghese!
Montalto
di Castro, L'Aquila, Taranto: si è trattato di stupro sociale e negli
ultimi 2 casi anche di tentato omicidio.
Taranto: Carmela,
13 anni, si è suicidata dopo essere stata violentata numerose volte e
non essere stata creduta, ma anzi, abbandonata dalle istituzioni in un
centro di recupero.
L'instancabile protesta
del movimento femminista proletario rivoluzionario in città e davanti
al Tribunale, la lotta del padre di Carmela e della sua famiglia per
avere giustizia, ha indotto i legali degli imputati a chiedere la
remissione del
processo in altra sede per "incompatibilità ambientale".
L'Aquila: "Rosa",
studentessa di appena 20 anni, violentata e quasi uccisa dall'ex
militare Francesco Tuccia. Il processo si svolge in una città fortemente
militarizzata, anche prima del terremoto. Un paese "amico" per i
militari, anche se stupratori.
A
rompere la complicità delle istituzioni con i responsabili dello
stupro, un presidio di donne e compagne provenienti anche da altre
città, presenti a tutte le udienze di primo grado. Ma la risposta è
stata debole sin da subito e l'esito negativo dell'assemblea nazionale
il 28 ottobre a Roma, convocata per organizzare a L'Aquila la
manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne per il 2012, ha
inevitabilmente isolato e indebolito le forze del movimento contro la
violenza sulle donne che si erano riuscite a coagulare su questo
processo simbolo.
Il giudice ha quindi sentenziato: non fu tentato omicidio, ma solo violenza sessuale.
"Rosa"
è dovuta fuggire da L'Aquila, una città "sicura" solo per militari e
stupratori, un ambiente complice, perfettamente compatibile con lo
stupro e il femminicidio, che la forza e la volontà di poche non è
riuscita a scalfire. E' legittimo chiedersi a questo punto, se e in che
misura il silenzio e l'assenza di molte su questa vicenda, si
rifletteranno sulle successive fasi del processo per Rosa e sulla
mobilitazione per Marinella.
Montalto di Castro: "Marinella",
15 anni nel 2007, stuprata selvaggiamente da un branco di coetanei.
Una violenza ancora più eclatante e sfacciata dal punto di vista sociale
e istituzionale: nel suo caso l'intero paese, con a capo il sindaco,
l'hanno messa alla gogna 3 volte dopo averla stuprata.
Dopo l'arresto degli stupratori, il tribunale dei minori concesse la prima messa in prova per due anni agli imputati che avevano dichiarato di essere pentiti. Il branco ottenne così la libertà e la sospensione del processo a spese dello stesso Comune di Montalto, il cui sindaco del PD, Salvatore Carai, si occupò, tra le altre cose, di coprire le spese processuali degli stupratori con l'utilizzo di soldi pubblici!
Dopo l'arresto degli stupratori, il tribunale dei minori concesse la prima messa in prova per due anni agli imputati che avevano dichiarato di essere pentiti. Il branco ottenne così la libertà e la sospensione del processo a spese dello stesso Comune di Montalto, il cui sindaco del PD, Salvatore Carai, si occupò, tra le altre cose, di coprire le spese processuali degli stupratori con l'utilizzo di soldi pubblici!
Nel 2010, la Corte di Cassazione bloccò la
messa in prova, facendo riprendere il processo.
Il
25 marzo 2013, a pochi giorni dalla richiesta di condanna a 4 anni
e a poche ore dalla sentenza, il tribunale dei minori ha concesso di
nuovo la messa in prova, sospendendo di nuovo il processo. Messa in
prova che verrà discussa il prossimo 11
luglio singolarmente per ognuno degli otto imputati. Verranno
stabiliti caso per caso tempi, modalità e luogo di svolgimento.
Questo nonostante la decisione della Corte di Cassazione, l'organo supremo della magistratura.
Questo
nonostante gli stupratori siano reoconfessi e nessuno, né loro, né le
rispettive famiglie e tantomeno Carai e il Comune di Montalto di Castro
si siano mai sinceramente pentiti o abbiano chiesto "scusa" alla vittima, anzi, le hanno tolta la voglia di vivere, di combattere.
L'unica risposta oggi, a questo becero linciaggio sociale e istituzionale della strega "Marinella", è l'appello di alcune deputate del PD al Ministro della giustizia (borghese e sessista) Severino, per valutare l’invio di ispettori ministeriali al Tribunale di Roma.
L'unica risposta oggi, a questo becero linciaggio sociale e istituzionale della strega "Marinella", è l'appello di alcune deputate del PD al Ministro della giustizia (borghese e sessista) Severino, per valutare l’invio di ispettori ministeriali al Tribunale di Roma.
Mentre gli stupratori vivono nelle loro case e tra l’affetto di una comunità pro-stupro, Marinella è andata via dal paese e tutt’oggi dichiara di non riuscire a rimettere in sesto i pezzi della propria vita, aspettando ormai da sei anni una ferma condanna del gesto che però tarda ad arrivare tanto da parte della società quanto da parte delle istituzioni.
Questo rimane della rabbia di Marinella: "Sono stanca di combattere per avere giustizia"
Non
lasciamo che il destino di Marinella sia ancora affidato alle sole
istituzioni, sappiamo come queste l'hanno protetta e difesa!
Torniamo a Montalto, consapevoli e forti della nosta incompatibilità con quell'ambiente!
Non
lasciamo passare la sfiducia e lo sconforto impotente tra le donne, in
"Marinella" per prima, ma anche in "Rosa" e in quel che resta della
famiglia di Carmela!
Torniamo
a Montalto per fare un "processo in piazza" delle donne, per fare noi
un processo ai giudici, ai sindaci, ma anche a tutta quella brava gente
che ha difeso e continua a difendere i suoi stupratori "bravi ragazzi" e
ad attaccare le vittime di stupro!
Nessuna giustizia, nessuna pace!
Contro gli stupri sociali la lotta è e deve essere una sola, portata avanti come una sorta di “guerra civile”.
Perché “dal letame
nascano i fiori” è necessario attaccare il letame sociale comunque e
dovunque si manifesti. Questa, d'altronde, è l’unica strada da percorrere per impedire la
rassegnazione e la sfiducia delle donne nella lotta.
Chiediamo a tutte le donne, alle associazioni contro la violenza sulle donne e sui minori, alle compagne che si sono già spese per la verità e la giustizia per Rosa e Marinella, di aderire a questo appello per cercare di invertire la rotta vertiginosa degli stupri, dei femminicidi e della loro impunità, con la mobilitazione, in vista dei prossimi appuntamenti istituzionali (prima data certa il prossimo 11 luglio a Montalto di Castro, quando i servizi sociali e il tribunale dei minori decideranno quale sarà il percorso riabilitativo degli stupratori, oggi tutti maggiorenni).
I nostri contatti, lo ricordiamo, sono:
per L'Aquila: sommosprol@gmail.com
Milano: mfpr.mi1@gmail.com
Bologna: liutlayla@yahoo.it
Taranto: mfpr.naz@gmail.com
Palermo: mfprpa@libero.it
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