COMUNICATO
Nella
questura di Piacenza, quella che ha comminato il foglio di via al nostro coordinatore sindacale
nazionale e ad altri due altri attivisti solidali con la lotta dell’Ikea, sei
dei suoi agenti sono stati arrestati per spaccio di droga , falsificazione di
atti d’ufficio e procacciamento di appartamenti destinati alla
prostituzione.
Lo
stesso questore, che ha fatto e dato il grave provvedimento del foglio di via a chi
difende i lavoratori che vengono decurtati truffaldinamente del proprio
salario, non si avvede che dei suoi ispettori di grado superiore delinquono
indisturbatamente per anni come una qualunque banda o clan mafioso (Nel corso
dell’operazione è stato sequestrato un “apprezzabile quantitativo di cocaina e
hashish”).
Chi
dovrebbe esercitare la giustizia, che condanna, come un qualsiasi delinquente,
chi opera in difesa della causa operaia, dirige la questura di Piacenza nella
quale un nucleo di propri subordinati si dedicavano al malaffare sotto la
copertura della divisa di polizia.
I
quattro della sezione narcotici della Squadra mobile, uno della Digos (attivo durante lo sciopero
all’Ikea) e uno all’immigrazione erano una componente attiva (che collaborava
con altri sette spacciatori) che per anni, hanno usufruito della copertura di
agenti della questura. Il questore, al posto di vigilare, non ha visto nulla, probabilmente occupato a colpire, come è stato nel caso
Ikea, chi ha esercitato la funzione di sindacalista, ravvisando in questa
attività una illegalità da punire con
tre anni di inibizione alla presenza nel Comune di
Piacenza.
Questa è la democrazia borghese.
S.I.Cobas
Milano
16-04-2013
Nessun commento:
Posta un commento