martedì 16 aprile 2013

pc 16 aprile: Casaleggio come Berlusconi: "sono anch’io imprenditore"


dallo speciale di proletari comunisti "per un'analisi comunista del voto"
" Il punto di vista che si assume è quello della media e piccola impresa, del "risparmiatore"..., che evidentemente hanno contraddizioni rispetto ad un sistema dominato dalla grande finanza e dalla grande impresa e che nella crisi sono stati penalizzati. Tutto questo indirizzato verso un "mercato trasparente che funzioni", che poi è il mercato capitalista, verso la "non contraddizione tra operai e padroni" che produce un misto di neocorporativismo e ultraliberismo che non può che rientrare prima o poi dentro i nuovi assetti del capitale.
L’ideologia di "tutti ladri" e di "banche usuraie" è una verità banale, da sempre però utilizzata dall’estrema destra che vuole l’abolizione dei partiti e la subordinazione delle banche agli interessi nazionali di Stato, ora anti Europa ora da Europa nazione, che sono pur sempre al servizio del capitale e ingredienti di un regime moderno fascista.
Altri pezzi del programma, quelli che piacciono al "movimento": no grandi opere, acqua, ecc., nella versione grillina sono la natura di destra, finalmente svelata, di una parte di queste battaglie che rimandano ad un buon funzionamento dello Stato, ad uno Stato che si occupi di ’beni comuni’, mentre il capitale si occupa di mercati e profitti.
Il "reddito di cittadinanza" è parola d’ordine oggi presente anche nei circoli dominanti dell’economia mondiale; di per sé non ha un carattere antagonista al sistema in periodo di crisi, e generalmente trova espressione in quell’estensione di ammortizzatori sociali ritenuta utile a contenere la protesta delle masse sempre più senza lavoro per distogliere da essa
". 




Cristina Giudici

La sua ricetta ricorda quella forzaleghista “tradita”: meno tasse, burocrazia e spirito anti casta



Gianroberto Casaleggio ha incontrato a Torino i piccoli medi imprenditori


Torino - Erre moscia, completo grigio, il guru del M5s, Gianroberto Casaleggio, fa tappa a Torino per incontrare piccoli e medi imprenditori. In un convegno a porte chiuse organizzato oggi pomeriggio alla Galleria d'Arte Moderna e promosso da Confapri, l'associazione fondata da Arturo Artom e da Massimo Colomban, che da tempo flirtano con i grillini per dar voce agli imprenditori, frustrati, che non si fidano più delle tradizionali associazioni di categoria. Quasi una seduta di autoanalisi per raccontarsi di nuovo tutti i noti problemi, che assillano soprattutto i Piccoli. E cioè tasse, burocrazia, crisi di liquidità, inerzia politica.

«Non abbiamo sposato nessun partito, ma i grillini ci sono simpatici perché come noi si battono contro i poltronifici», esordisce Colomban, davanti a una piccola platea di un centinaio di imprenditori. Quelli che una volta guardavano alla Lega di Umberto Bossi, prima che il Carroccio si perdesse fra debacle elettorali e risse interne da oratorio, a suon di schiaffi, minacce insulti, dimenticandosi di risolvere i problemi che hanno impedito alle aree produttive del Nord di difendersi dalla gogna "dello stato centrale".

A Torino, tutti hanno ascoltato in religioso silenzio il guru del M5s, che ha esposto il suo manifesto per rilanciare l'economia italiana. «Io sono un piccolo imprenditore come voi» ha spiegato Casaleggio. «Vivo i vostri stessi problemi, perciò se risolvo i vostri problemi, risolvo anche i miei. Oggi siamo qua perché come sapete è in atto un genocidio delle imprese. Mentre parliamo, da circa un'ora, almeno 50 imprese hanno già chiuso», ha spiegato fra gli applausi, con un timbro di voce compassato e un'espressione austera. Il manifesto grillino per salvare le imprese illustrato dall'ideologo del M5s è sintetico. «Bisogna valorizzare il made in Italy, ottenere i pagamenti del credito dallo Stato in 30 giorni, adeguare la pressione fiscale e la burocrazia italiana alla media europea», prosegue Casaleggio. «Si devono defiscalizzare le imprese per aiutare gli imprenditori a poter fare investimenti. Eliminando pensioni e vitalizi al di sopra di 5mila euro lordi, chiudendo Equitalia, eliminando l'Irap, aumentando sinergie fra università e imprese, separando la finanza dall'economia reale, con l'aiuto di banche territoriali». Discorsi già ascoltati, vecchi refrain, che però trovano consenso fra i piccoli imprenditori piemontesi e veneti, venuti qui per ridare ossigeno alla propria speranza. «Ci dicono che non ci sono soldi per fare le riforme, ma non è vero. Alzi la mano chi sarei cosa sono le auto grigie» chiede l'ideologo grillino.

Ad alzare le mani, e non perché si siano arresi, o si sentano circondati, ma per dimostrare la loro ospitalità, sono pochi. «In Italia ci sono 58mila auto grigie che vengono utilizzate per impegni istituzionali. Se le eliminassimo, avremmo risparmiato 800mila di euro. Si tratta di un parco macchine usato da 19mila persone» aggiunge per sottolineare fino a che punto si è spinta la casta. «E poi dobbiamo abolire i finanziamenti ai partiti, accorpare i comuni con meno di 5mila abitanti, eliminare le Province, i contributi all'editoria, alle missioni militari all'estero». E visto che siamo alla vigilia dell'elezione del presidente della Repubblica, Casaleggio ne approfitta: «Sapete che il Quirinale costa tre volte l'Eliseo?», chiede. Gli imprenditori annuiscono, molti ammettono di aver votato il M5s, chiedono però che il loro voto questa volta sia usato bene. E chi per caso si azzarda a citare la Fiat, viene subito contestato. Tutti uniti dall'angosciosa idea di dover chiudere le proprie imprese, dalla rabbia anticasta, dalle aspettative per ciò che il M5s potrebbe fare per aiutarli. Al punto che il guru dei grillini a un certo punto frena, spiega che ognuno deve dare il proprio contributo, senza delegare troppo. Alla fine della riunione, si lasciano con la promessa di continuare, di lottare per realizzare finalmente il cambiamento. E Luca Peotta, di ImpreseCheResistono, riesce a strappare un applauso perché per la prima volta il guru dei grillini ha accennato un sorriso. Contento, probabilmente, perché lo smottamento delle associazioni dei Piccoli, ormai senza alternative, guardano a Grillo e al suo guru come salvatori della patria.

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/casaleggio-come-silvio-pmi#ixzz2Qbzngm1i


I trascorsi politici del fondatore del M5s


Casaleggio già candidato del centrodestra.
Era il 2004, e Gianroberto Casaleggio si candidò alle elezioni comunali di un piccolo paese in provincia di Torino, Settimo Vittone. Prese solo 6 voti, ed il suo schieramento, indipendente, arrivò ultimo, terzo su tre. Alla guida della lista civica di Casaleggio, chiamata “Per Settimo“, c’era Vito Groccia, politico calabrese di lungo corso, e “militante di Forza Italia“. In squadra segnaliamo altre due presenze interessanti: l’ex socialista Roberto Zaino, fan di Bettino Craxi – andò persino in pellegrinaggio ad Hammamet, “a pregare sulla sua tomba” – e Angelo Canale Clapetto, ex Dc, poi Pdl, politico con “valori di centrodestra“. Entrambi, scrive Panorama, sicuramente “vicini a Silvio Berlusconi“.

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