martedì 22 novembre 2011

pc 22 novembre - NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE NELLE COOP milano

NO ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE NELLE COOP

NO ALLA REPRESSIONE CONTRO I LAVORATORI IN LOTTA

A ben tre anni di distanza stanno arrivando una serie di avvisi di garanzia
per la mobilitazione dei lavoratori delle coop alla Bennet di Origgio, la lotta
che ha dato il via alle agitazioni tuttora in corso nelle cooperative.

Lavoratori, iscritti del SI Cobas (allora eravamo Slai Cobas), compagni del
CSA Vittoria e del Coordinamento di Sostegno alle lotte delle Cooperative, sono
raggiunti da avvisi di garanzia con accuse di "resistenza", "lesioni", ecc.

Oggi sono in piedi una serie di lotte nelle cooperative, con 15 licenziati
politici per rappresaglia all'Esselunga di Pioltello (Consorzio Coop Safra),
alla SDA di Carpiano (Consorzio Coop UCSA), e in numerose altre realtà.

Da poco si è conclusa la lotta alla TNT di Piacenza (Consorzio Gesco Nord). A
breve, il 30 novembre, sarà pronunciata la sentenza per le lotte alla GLS di
Brembio (Coop Papavero) con 12 lavoratori licenziati dal 2010. (Dopo che è
stata ribaltata la prima sentenza del tribunale del lavoro di Firenze che,
coraggiosamente, sanciva che i soci lavoratori della Papavero fossero dei
dipendenti a tutti gli effetti e che quindi dovessero essere reintegrati come
previsto dallo Statuto dei Lavoratori).

Questi avvisi di garanzia sono funzionali al tentativo di intimidire i
lavoratori che lottano e le realtà che li sostengono. Vogliono impedire
l'autorganizzazione dei lavoratori e che siano adottate forme di lotta che
creano realmente un danno ai profitti dei padroni delle Coop e dei committenti
(la logistica, la grande distribuzione, ..), come il blocco dei camion e delle
merci.

In questi anni le lotte nelle coop si sono sviluppate, hanno cominciato a
mettere in discussione la dittatura e l'arbitrio dei capetti, si sono
contrapposte a condizioni di lavoro umilianti e pressoché di schiavitù.
Condizioni imperniate sulla mancata applicazione dei contratti, sul continuo
ricatto del licenziamento e, quindi, della perdita del permesso di soggiorno,
sulla negazione dei diritti minimi di qualunque lavoratore.

Con la repressione si vuole bloccare un movimento di lotta che sta crescendo,
si vuole impedire che venga messa a nudo fino in fondo la "truffa del socio
lavoratore" che costringe un essere umano a essere "socio" senza le prerogative
di un vero socio di coop e, contemporaneamente, a essere "lavoratore" senza
avere i diritti di tutti gli altri lavoratori.

Ma la repressione statale che oggi inizia a colpire le lotte nelle
cooperative, non riguarda solo questo settore. E' funzionale allo scenario che
si va delineando con un governo chiamato "tecnico", ma che ha l'obiettivo di
far pagare la crisi ancora più duramente ai lavoratori e ai proletari, di
"rilanciare" l'economia capitalista con la riduzione dei salari e l'azzeramento
di diritti e contratti, sul modello di Marchionne alla Fiat.

In questo scenario il grande capitale, economico e finanziario, non vuole
disturbatori, né operai e lavoratori che rifiutano di continuare a essere
calpestati dalle politiche di rilancio dei profitti padronali, di
precarizzazione di tutti i lavori e i lavoratori.

Riusciremo a contrastare la repressione e l'intimidazione solo con la lotta e
con la solidarietà tra lavoratori. Chiediamo a tutti di sostenere le lotte dei
lavoratori delle cooperative, di respingerei tentativi repressivi, di
riprendere a lottare per la difesa delle proprie condizioni di lavoro e dei
propri diritti.

Da più di trent'anni ci raccontano che, "dopo i sacrifici", ci saranno lavoro,
salari e diritti per tutti; ci credete ancora?

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