Fiat, ultimo giorno a Termini Imerese Gli operai: "Bloccheremo i cancelli"
Annunciato un picchettaggio stanotte per non fare uscire le ultime Ypsilon prodotte in Sicilia dallo stabilimento: "Da qui non ce ne andremo finché non sarà firmato un accordo che garantisca tutto il personale". Il ministro Fornero: "Le grandi imprese non possono abbandonare il paese"
Annunciato un picchettaggio stanotte per non fare uscire le ultime Ypsilon prodotte in Sicilia dallo stabilimento: "Da qui non ce ne andremo finché non sarà firmato un accordo che garantisca tutto il personale". Il ministro Fornero: "Le grandi imprese non possono abbandonare il paese"
dal nostro inviato EMANUELE LAURIA
www. repubblica palermo.it
TERMINI IMERESE - Da stasera gli operai della Fiat impediranno l'uscita delle auto dallo stabilimento di Termini Imerese. Un picchettaggio, un presidio a oltranza nel sito che chiude per sempre i battenti. L'estrema forma di protesta, decisa al termine di un'assemblea dei lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda, nell'ultimo giorno di produzione. "Da qui non ce ne andremo finché non sarà firmato un accordo che garantisca tutto il personale", dice Roberto Mastrosimone, esponente della Fiom e storico protagonista della lotta delle tute blu di Termini. Sono quasi cinquecento le "Lancia Y" già pronte per la consegna che rischiano di restare bloccate dentro lo stabilimento. E il caso Termini finisce sul tavolo di Elsa Fornero, neoministro del Welfare: "Chiude oggi uno degli stabilimenti storici di un gruppo da sempre simbolo di capacità produttiva e di indentità nazionale", ha detto il ministro intervenendo all'assemblea della Cna. "Le medie e grandi imprese - ha aggiunto - non possono abbandonare il paese, non è possibile evitare per un ministro che viene da Torino non parlare di Fiat".
Stamattina, davanti all'ingresso della Fiat di Termini, si sono radunati duecento dipendenti. Ad ascoltare le parole prive di certezze dei leader nazionali dei sindacati confederali di categoria. Tanta rabbia sfogata con urla e insulti indirizzati ai vertici della Fiat ma anche ai politici di ogni schieramento. Ma la manifestazione non ha fatto registrare alcun incidente. Fra gli operai l'incertezza per un passaggio alla Dr Motor che prevede un assorbimento graduale di circa 1.300 dipendenti. L'incontro di ieri al ministero dello Sviluppo economico non ha sortito gli effetti sperati. Rimane il nodo degli incentivi al pensionamento e alla mobilità per altri 650 colleghi più anziani: servono circa 17 milioni e il Lingotto non è disposto a sostenere l'intero peso finanziario dell'operazione. "Senza gli incentivi salta tutto l'accordo", ha detto Bruno Vitali, della segreteria nazionale della Fim Cisl. Mentre Maurizio Landini, segrtetario della Fiom, ha parlato di un "atteggiamento arrogante" di Fiat, che per l'accompagnamento dei lavoratori di Termini alla pensione "non vuole utilizzare le stesse tabelle applicate a Pomigliano e Cassino".
L'assemblea davanti ai cancelli
Incertezza anche per gli oltre 400 dipendenti delle società dell'indotto, che chiedono anche loro di passare negli organici di Dr Motor. Durante l'assemblea di stamattina ha preso la parola anche il parroco di Termini, don Ciccio Anfuso: "La Fiat ha abusato di questo territorio e poi ci ha abbandonato", le sue parole lette dagli operai con le lenti dello sconforto: "Il prete è venuto a darci l'estrema unzione".
Nessun commento:
Posta un commento