I dati Inail. Tra l'una e le due del mattino e tra le cinque e le sei si concentrano circa la metà degli infortuni. Quasi 20mila casi nel 2010. In aumento gli infortuni tra le donne
di rassegna.it
I pericoli maggiori per la sicurezza dei lavoratori vengono dagli orari notturni. Tra l'una e le due del mattino e tra le cinque e le sei si concentrano circa la metà degli infortuni che riguardano i lavoratori impegnati nel turno di notte, e il dato resta costante negli ultimi cinque anni presi in considerazione, dal 2006 al 2010. Le stime sono contenute nell'ultimo numero del mensile Dati Inail.
“Nel 2010 – ricorda la pubblicazione dell'Inail - si sono registrati 19.565 casi, in aumento rispetto al 2009 del 7,2% e in controtendenza rispetto alle variazioni dei due anni precedenti”. Secondo l'istituto l’incremento delle denunce nell’ultimo anno fa seguito alla lenta ripresa delle attività notturne del settore industriale.
Nel 2010, secondo i dati Istat, i lavoratori notturni sono stati 1,9 milioni, l'8,5% del totale degli occupati. Le donne rappresentano il 28,6%, quota inferiore rispetto al 40,3% registrato per tutti i lavoratori. Fra gli occupati il 30% e' impiegato esclusivamente in orario notturno, mentre il 70% e' turnista (di questi i tre quarti hanno lavorato di notte una sola volta nel corso del mese).
Gli infortuni notturni sono il 2,5% del totale. Le denunce si distribuiscono sul territorio nazionale per oltre il 57% nel Nord industrializzato, mentre la restante quota si ripartisce uniformemente tra Centro e Mezzogiorno. Le donne infortunate sono il 23%. Il fenomeno degli infortuni femminili è in crescita: nel 2010 l’incremento registrato è stato pari all’8,6% rispetto all’anno precedente.
Riguardo all’età, poco meno della metà degli infortuni (47,1%) colpisce la fascia compresa tra i 35 e i 49 anni, a seguire i giovani fino a 34 anni (33,3%) e gli ultracinquantenni (19,6%). Infine – scrive sempre il mensile dell'Inail -, in termini percentuali, le professioni più soggette ad infortunio sono proprio quelle svolte prevalentemente di notte come gli autisti (6,4%), gli infermieri/inservienti (5,2%), le guardie giurate (4,8%) e gli operatori ecologici (4,2%). Per i soli lavoratori stranieri, invece, le frequenze di infortunio più elevate si osservano tra i facchini (9,8%), i magazzinieri (6,6%) e gli addetti alle attività di pulizia (inservienti, pulitori delle industrie, camerieri ai piani).
Il lavoro notturno è da tempo riconosciuto come “antibiologico” e quindi va considerato un fattore di rischio che ha delle conseguenze sulla probabilità di infortunio.
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