domenica 23 ottobre 2011

pc 23 ottobre - ANCORA SUL 15 OTTOBRE - UN PUNTO DI VISTA FEMMINISTA

Pubblichiamo questi due interventi, che dopo le lavoratrici di Taranto e di Palermo, e nel prevalente silenzio o a fronte di posizioni sbagliate circolanti, portano invece giusti punti di vista anche "femminista" su Roma.

IL NOSTRO 15 OTTOBRE
Sabato 15 ottobre una generazione che si affaccia adesso alla vita e che non ha niente da sperare dai professionisti della politica ha preso la parola, una parola che può essere capita solo da chi parla il suo linguaggio e vive nel suo mondo. Una generazione che ha trasformato l'indignazione in collera.
Il nostro spezzone, quello dell’assemblea per l’autorganizzazione, ha sfilato per tutto il corteo compatto e determinato, esprimendo gioia e rabbia, distribuendo volantini e cercando interlocuzione con le tante e i tanti che incontravamo lungo il percorso poi….. all'incrocio fra via Merulana e via Labicana il corteo, invece di andare dritto sul percorso autorizzato, è stato fatto deviare dalle cariche delle forze dell’ordine ordinate al fine di spaccare il corteo e impedire così che le centinaia di migliaia di persone presenti si ritrovassero insieme in piazza.
Vogliamo però denunciare che, nonostante la pronta reazione del nostro spezzone abbia impedito che le cariche a via Merulana si risolvessero in una mattanza proteggendo così anche tutte quelle e quelli che ci stavano davanti, da uno dei TIR degli organizzatori siamo stati insultati e minacciati.
La carica ci ha investito in pieno ma grazie alla determinazione di tutti siamo riusciti ad arrivare a piazza San Giovanni dove in tante e tanti hanno resistito per ore al violentissimo e pericoloso attacco che le forze dell’ordine hanno messo in atto con gli idranti e i blindati lanciati a folle velocità sulle persone. Di questo comportamento criminale delle forze dell’ordine non c’è traccia nei resoconti dei mass media...
Non condividiamo i giudizi negativi sulla manifestazione al contrario siamo orgogliosi di aver partecipato ad una grande manifestazione:
- per la quantità di donne e uomini presenti, giunti in piazza in forma autorganizzata per esprimere la propria opposizione sociale, la propria rabbia, la gioia di ritrovarsi insieme per costruire conflitto, spesso ignari dei contenuti espressi nei comunicati degli organizzatori;
- perché nessun sindacato o partito ha pagato la scampagnata a Roma ma tutte e tutti
volevano esserci sapendo che nessuno li rappresenta e consapevoli, in molti, di volersi autorappresentare;
- per la determinazione e la forza con cui le molte ed i molti hanno voluto restare in piazza anche quando sono stati investiti dalle cariche o abbandonati dagli organizzatori.
E’ proprio da questa nostra diretta esperienza di lavoratrici, studenti, disoccupati e femministe, che nasce il rifiuto di ogni logica divisoria, criminalizzante e demonizzante all'interno dei manifestanti.
La voglia di lotta e determinazione a non subire passivamente per l'ennesima volta la cieca violenza di Stato sono stati un patrimonio di una parte corposa del corteo.
Se c'è un responsabile per quanto è successo, questo è unicamente il capitalismo che costringe milioni di uomini e donne nell'oppressione e nello sfruttamento e a condizioni di vita sempre più inumane.
Un nuovo strato sociale si sta facendo avanti. Dannati della terra di ogni età che fortunatamente si rendono conto dell'inconsistenza ai fini di un reale cambiamento sociale delle proposte e dei metodi di gran parte di gruppi, associazioni e movimenti che da parecchio tempo soffocano le lotte utilizzandole per i loro tornaconti personali, di potere ed economici. Decidono quindi di fare
in proprio, autonomamente, partendo da loro stessi e determinando tempi e luoghi della lotta. La crisi della rappresentanza e della politica non tocca solamente i grandi partiti ma anche il movimento. La domanda è: chi rappresenta queste persone? Siamo sicuri che si vogliano far rappresentare da qualcosa o qualcuno? I posti di lavoro, le scuole, i territori diventano i luoghi da cui ripartire per confrontarsi e organizzarsi con tali soggetti per costruire collettivamente percorsi di lotta , che sappiano andare oltre la rivolta episodica per ritrovarci in sempre più persone sul sentiero che porta ad un mondo di liberi ed uguali...
Sdegnamo di nascondere le nostre intenzioni.
Libertà per tutte e tutti!!

Assemblea per l’autorganizzazione: assemblea coordinata e continuativa contro la precarietà- c.s.o.a Ipò - collettivo femminista le mandragore - collettivo lavori in corso tor vergata - comitato di lotta quadraro

CONTRO LA COLONIZZAZIONE DELLA NOSTRA VITA E DELLE NOSTRE LOTTE.

I media si sono stupiti.
Non ce lo aspettavamo, hanno detto.
Perchè le arrestate/i nella manifestazione di sabato 15 ottobre, erano soprattutto donne e minorenni.

E che cosa accomuna, nel giudizio della società patriarcale, donne e minorenni?
L'incapacità di decisioni autonome, la superficialità delle scelte, l'inesperienza e la dabbenaggine politica, la facile plagiabilità, l'infantile credulità soprattutto negli ideali !

E, quindi, si sa, poi, le donne si buttano a capofitto quando credono in qualcosa, si fanno trascinare da sentimenti e istinto e, magari, diventano dure, votate alla causa. Possono, addirittura, comandare e organizzare!

Già, la società patriarcale pensa questo di noi, ma noi, sabato in piazza, ci siamo rese conto di molte novità importanti nello scenario politico-sociale.

Si sta tentando la colonizzazione, nei paesi occidentali, di aree geografiche, quartieri, ceti, ambienti che vengono trattati come i territori che il neocolonialismo occupa nel terzo mondo.

Vengono ridotti alla povertà, occupati militarmente e le loro ribellioni e resistenze vengono private di ogni connotato e valenza politica , represse, demonizzate e calunniate e oggetto di una lettura mediatica che propaganda la loro incapacità politica , violenza frutto di pochezza culturale e che necessita di una guida occidentale e, qui da noi, politicamente corretta.
E il ruolo di ascari, qui da noi, lo assolvono i partiti, partitini e associazioni della così detta "sinistra radicale".
C'è stato uno scontro in piazza, sabato 15, non solo tra manifestanti e forze di polizia, ma tra chi questo sistema lo vuole difendere, al di là delle frasi di rito, di comodo e di circostanza e chi, di questa società non ne può più.
Non permetteremo che le nostre vite vengano colonizzate, che i nostri spazi vengano occupati.
E' questo il senso di quello che è successo a Roma .....e in Inghilterra....e nelle banlieues francesi......e negli slums americani.... ormai l'abbiamo capito.

GLF-GRUPPO DI LAVORO FEMMINISTA-ROMA
contro i Cie e contro il controllo sociale

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