martedì 25 ottobre 2011

pc 25 ottobre - La legalità del sistema

LA LEGALITA’ DEL SISTEMA: TRA DIRITTO ALLO STUDIO – DIRITTO AL LAVORO –
DIRITTO ALLA MOBILITA’ –DIRITTO ALLA CASA NEGATI E REPRESSI
Senza i
clamori dei titoloni sulla stampa e gli speciali martellanti delle TV,
quotidianamente si consumano i mille soprusi di questo sistema. Niente
di nuovo sotto il cielo si direbbe, visto che non vi sono
“incappucciati e blak blok” da sbattere in prima pagina, ma “solerti”
servitori (meglio dire servi) dello Stato che applicano la “democrazia”
delle regole del capitale.
E come sempre la Lombardia, ma non solo,
offrono uno spaccato del “nuovo” che impera. Nei giorni in cui tutto si
è concentrato sulla caccia, fisica e mass mediatica, dei “cattivi” che
hanno rovinato il 15 ottobre, non un politico si è fatto carico di uno
straccio di interrogazione parlamentare; né un qualsiasi giornalista,
degno di questo nome, si è fatto carico di speciali, martellanti, di
denuncia; né un qualsiasi segretario di un qualsiasi sindacato di
polizia ha fatto uno straccio di comunicato per spiegare il loro
operato; nessuno di questi signori si è indignato per quella
quotidianità che vede lavoratori-studenti-immigrati-pendolari-famiglie-
bambini-ecc. (ovvero la maggioranza della popolazione), subire usi e
abusi del sistema dominante. Quattro casi esemplari: 1) Buccinasco, 340
bambini senza scuola; 2) centinaia di pendolari della tratta Milano-
Lecco, costretti a scendere dal treno; 3) Corbetta, tre operai in
presidio davanti la fabbrica vengono investiti dai vigilantes; 4)
Palazzo Marino, Milano, presidio delle comunità Rom e Sinti contro i
continui sgomberi dei campi.
1) Sabato 22 a Buccinasco –MI- i genitori
di 340 bambini, iscritti alla scuola, elementare e media, paritaria
Nova Terra (cooperativa del circuito di Comunione e Liberazione),
trovano le porte della scuola sbarrate e le serrature cambiate e le
relative chiavi consegnate ai proprietari, l’immobiliare Finman SPA. Di
fatto questi genitori si trovano sfrattati e la comunicazione la
ricevono, a cose fatte, tramite e-mail della Nova Terra. Niente di
strano nell’era tecnologica, niente di cui “stupirsi”, gli operai d’
altronde vengono licenziati con un sms. Ma perché questo sfratto? Forse
le famiglie non hanno pagato la retta? Niente di tutto questo. Lo
sfratto è avvenuto perché la cooperativa non ha corrisposto la rata del
leasing pattuita e le famiglie hanno già pagato la prima rata. La nuda
e cruda realtà è l’ennesima dimostrazione che la tanto decantata
tarantella “privato è bello e meglio del pubblico”, altro non è che una
truffa per fregare, in questo caso le famiglie, e ingrassare le tasche
delle cosiddette imprese. E si può dire che tutto ciò, in piccolo, non
è diverso dalla discussione, e relativi provvedimenti, sui colpevoli
della CRISI. Ovvero appaltanti e appaltati si danno battaglia (a suon
di truffe e ruberie, per ottenere il maggior profitto e i loro danni
vengono scaricati sulle masse. Sorge legittima una domanda, visti i
tempi: se i genitori dei bambini per difendere il diritto, cancellato,
allo studio anziché ricorrere alla compilazione di moduli di denuncia
si fossero presentati con un bel paio di cesoie, come hanno fatto –
simbolicamente- i valsusini, per riappropriarsi dei loro diritti, come
si sarebbero comportati i carabinieri? Noi non abbiamo dubbi sulla
risposta, ma meglio di tutti ce l’hanno spiegato le genti della Val
Susa.
2) Lunedì 24 alla stazione centrale di Milano, i pendolari del
treno regionale 2572 diretto a Tirano, vengono fatti scendere, a forza,
dalla Polfer “allertata” per motivi di “sicurezza” dal personale di
TreniNord. In pratica su otto vagoni 4 erano al buio e quindi poco
sicuri, ma, diciamo noi, fatto non casuale e normale routine, ma quanto
denunciato dal portavoce del Comitato Pendolari Milano-Lecco, Giorgio
Dahò, chiarisce bene la vicenda: “Inutile dire che le centinaia di
persone scese sono poi dovute salire sul treno successivo, il quale ha
viaggiato, questo sì, in condizioni accertate di insicurezza, in quanto
c’erano persone anche negli intercomunicanti - spiega - Per la cronaca,
il treno è poi partito con 30 minuti di ritardo, con sole quattro
carrozze funzionanti“ e continuando “Veramente viene da domandarsi se
non sia iniziata una nuova stagione in cui chi dovrebbe essere al
servizio dei cittadini si arroga invece il diritto, mostrando i muscoli
con la forza pubblica, di fare quello che vuole. Altro che la tanto
sbandierata “attenzione al cliente”, di questo passo presto per
prendere il treno ed esercitare il nostro diritto alla mobilità, al
lavoro e allo studio ci troveremo a dover affrontare manganelli e
lacrimogeni”. E per finire Dahò ha sottolineato che la tanto decantata
qualità della Regione Lombardia ha prodotto un solo dato “positivo”,
ndr per loro, ovvero l’aumento del 30% del biglietto.
3) Il 20 cm a
Corbetta (Mi) gli operai Fiom della Magneti Marelli (componenti
elettronici per la Fiat) erano in sciopero (per la cronaca l’80% su
1200 degli operai erano davanti ai cancelli sin dalle prime luci dell’
alba) contro le politiche aziendali. Tensione da subito tra chi voleva
entrare e chi scioperare (ndr normale dialettica tra chi lotta e chi è
crumiro) , poi alle 9,30 scoppia il primo fattaccio: un capetto dell’
Azienda scende dagli uffici e col telefonino si mette a fotografare chi
sciopera (lo sgherro rivendica questa schedatura “forte” del progetto
Marchionne che “sancisce” come illegale lo sciopero). Ma un compare
dell’individuo più intraprendente forza il blocco e investe due operai
che subiscono lesioni, non “gravi”, al ginocchio. Dopo un 15 minuti di
tensione sembra tornare la calma, quando un altro prode servo dell’
azienda investe alle spalle un operaio di 42 anni procurandogli la
rottura del perone (40 giorni di prognosi). Per concludere in bellezza
la “denuncia” della Fim Cisl che supporta la “legittimità” dell’
operato, che in sostanza dice che due lavoratrici che volevano entrare
sono state “spintonate” dagli scioperanti. Niente di strano l’accordo
di Pomigliano e di Mirafiori insegnano. Ma due parole vanno anche spese
per le dichiarazioni del responsabile della Fiom di Legnano, Antonio
Del Duca, e del segretario regionale, Mirco Rota. Il primo ha detto:
«Un fatto gravissimo che poteva avere conseguenze ancora peggiori»; il
secondo: «È inaccettabile che i dirigenti Fiat arrivino a comportarsi
in questo modo». Giusto, quanto successo è gravissimo poteva scapparci
il morto, diciamo noi, ed è altrettanto vero che è inaccettabile il
comportamento dei dirigenti Fiat, sarebbe corretto, da parte vostra,
definire meglio il concetto che non è un comportamento “errato” è
fascismo padronale. Ancora una volta e, in ritardo rispetto ad altre
sigle sindacali, denunciate quello che è in corso da tempo e quando,
anche i vostri stessi iscritti, stufi di subire scendono in campo,
prontamente ne prendete le distanze o ne volete contenere la giusta
rabbia o alla fine li espellete.
4) Il 24 cm la Consulta Rom-Sinti,
capeggiata dalla portavoce Dijana Pavlovic, ha fatto un presidio
davanti il Comune di Milano per chiedere due cose: la moratoria degli
sgomberi, almeno nei mesi invernali; e l’avvio di un tavolo di
confronto colla giunta Pisapia, con la proposta di poter autogestire i
campi ed essere ascoltati per arrivare alla modifica del piano Maroni
sulla cosiddetta “emergenza rom”. Quindi niente di così rivoluzionario,
soltanto un po’ di buon senso e umanità, richieste e diritti che
avevano incontrato un muro, violento e razzista, con la precedente
giunta. E la giunta arancione che fa? Subito dopo la vittoria
elettorale, Pisapia aveva dichiarato che era finito il tempo della
paura e che avrebbe aperto il confronto. Quale sia la verità lo
chiarisce la replica, sempre dalla Pavlovic, alle parole e le “ragioni”
dell’assessore alla Sicurezza, Granelli, nel recente sgombero del campo
di via Airaghi (zona nord, circa 50 baracche, 133 persone di cui 48
minori) a ridosso della tangenziale, definito “pericoloso”. Granelli ha
detto: “Le famiglie sono state convinte ad allontanarsi perché il campo
si trovava a ridosso della tangenziale in una zona pericolosa. In quel
punto, infatti la recinzione della tangenziale è danneggiata e i
bambini avrebbero potuto finire sulla strada. Inoltre i fumi dei fuochi
accesi nel campo provocavano problemi di visibilità ai guidatori e la
situazione igienico-sanitaria dell'accampamento era al limite, anche
per via della presenza di topi''. E continuando: - Il Comune ha
offerto agli uomini di alloggiare in via provvisoria nei centri di
accoglienza e alle donne con bambini di sistemarsi nelle comunità
alloggio ''con la prospettiva di avviare un percorso personalizzato
finalizzato all'inserimento sociale'', ha aggiunto l'assessore, che ha
dovuto però constatare che ''le famiglie hanno preferito abbandonare il
campo senza accettare la nostra proposta. Solo un uomo con problemi di
salute, insieme alla moglie, ha accettato di alloggiare in una nostra
struttura''-. Come ha risposto la Consulta: "Se vogliamo citare le
prime parole del nuovo vicesindaco: a Milano è finita la paura. No, per
i rom la paura non finisce mai" (ndr come sono attuali le parole di B.
Brecht ”vennero a prendere uno zingaro ed io pensai non sono uno
zingaro….”) e continuando "Le persone sgomberate provengono dal campo
di via Triboniano, chiuso dalla Giunta Moratti alla vigilia delle
elezioni. Di queste famiglie alcune sono state escluse nel 2007 quando
il campo bruciò e la giunta lo sistemò riducendo però gli abitanti, con
il risultato che molti, pur regolari e senza problemi con la giustizia,
rimasero per strada, perdendo tutto quello che avevano". Altro che il
“vento nuovo” del cambiamento, a Milano l’aria è sempre tossica,
cambiano solo i gestori.

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