15 ottobre, perquisizioni politiche e divieti di manifestazione: “NO” allo Stato di Polizia!
Scritto da redazione
Venerdì 21 Ottobre 2011 12:36
LO SLAI COBAS DELLA FIAT POMIGLIANO ESPRIME PIENA SOLIDARIETA’ AI DUE COMPAGNI DELL’ESECUTIVO REGIONALE CAMPANO DELL’USB ED AI MILITANTI DEI MOVIMENTI DI LOTTA CHE HANNO SUBITO
A NAPOLI E NELL’INTERO TERRITORIO NAZIONALE NONCHE’ A QUANTI, COL , SI VEDONO IN QUESTI GIORNI IMPEDITI ALL’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI MANIFESTAZIONE, CIOE’ LA FORMA STORICA E BASILIARE DI ESPRESSIONE DELLA DEMOCRAZIA PROPRIA DELLE MOBILITAZIONI SINDACALI E DI QUELLE SOCIALI
Con un centinaio di farsesche ed inconcludenti perquisizioni (tra l’altro condotte ‘a casaccio’ all’evidente ed unico scopo politico di operare una gravissima strumentalizzazione mediatica finalizzata alla criminalizzazione preventiva delle lotte dei lavoratori e del crescente disagio sociale) effettuate a Napoli (in sintonia con le precedenti provocazioni della Questura di Napoli messe in atto in coda alla manifestazione in occasione dello sciopero generale del sindacalismo di base dello scorso 7 settembre) ed in tutta Italia, e i coincidenti divieti (formali e/o sostanziali) a manifestare a Roma ed in Val di Susa, sta prendendo forma, corpo e visibilità la riedizione dello . Un inquietante tentativo dettato, sotto l’incalzare della crisi, dal grande capitale economico-finanziario e dalle collegate lobby presenti in tutti gli schieramenti del sistema politico-istituzionale (e confederale) e funzionale alla determinazione delle prospettate politiche di massacro lavorativo e sociale: una sorta di generalizzazione del piano autoritario di Marchionne da estendere .Un ‘piano’ di valenza generale già anticipato - e reso tale, tra l’altro - dall’accordo quadro del 28 giugno siglato tra Confindustria e CGIL-CISL-UIL e sponsorizzato dal governo con la manovra economica di agosto e la successiva conversione in legge, di settembre, della contrattazione sindacale derogativa. Il collegato e famigerato art. 8 è andato subito in tilt con la bocciatura referendaria dei lavoratori di Caivano di quest’ultimo accordo-Marchionne firmato con la Lear da FIOM-FIM-UILM-FISMIC. Infatti l’art. 8, per acquisire ‘valenza legale derogativa’ (di leggi e contratti) prescrive che ‘gli accordi hanno bisogno del voto favorevole espresso in referendum da parte della maggioranza dei lavoratori’. Così non è stato e gli operai della Lear di Caivano, con lo Slai cobas, hanno fatto saltare il primo banco di prova delle moderne “leggi speciali” sul lavoro. Qual’é il senso delle segreterie provinciali di Napoli di FIOM-FIM-UILM e FISMIC che, costrette dai lavoratori a ritirare con lettera all’Unione degli Industriali le firme sull’accordo Lear, chiedono all’azienda di riaprire la trattativa sulle stesse basi? Il senso di ciò è quello di sempre e va nell’esatto contrario delle mobilitazioni dei lavoratori Fiat e delle lotte sociali di questi mesi.
Se l’aggravarsi della crisi rappresenta l’occasione per un nuovo - non più insostenibile! - e pesante attacco alle condizioni di vita e di lavoro ed ai diritti degli operai e dei lavoratori in generale, sia ‘fissi’ che precari, con l’obiettivo di “tutelare” i profitti e i diritti del capitale a discapito di questi settori sociali e quelli collegati che rappresentano la maggioranza della popolazione, come Slai cobas non intendiamo limitarci ad esprimere la nostra pur sentita e partecipata solidarietà ma intendiamo continuare ad adoperarci, oggi più che mai, al forte contrasto sindacale nelle fabbriche, a partire da Pomigliano, del piano-Marchionne nella sua grave e rilanciata valenza specifica e generale e la riproposizione ‘a tutti’ delle collaterali e centrali ‘discriminanti di necessità’ affinché si riapra il dibattito sulla ricostruzione di un sindacato di classe e di massa e di un polo realmente rappresentativo, su scala nazionale, degli interessi dei lavoratori e dei settori sociali collegati.
Slai cobas Fiat Alfa Romeo - Pomigliano
Slai cobas coordinamento provinciale di Napoli – 19/10/2011
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