sabato 1 ottobre 2011

pc 1 ottobre - da red block palermo - contro il rettore Lagalla

Contro il rettore sceriffo Lagalla, sgomberi e repressione, Ribellarsi è giusto!

Lungi dalla retorica circa la vicinanza e il servizio per i cittadini, le istituzioni si dimostrano ancora una volta per quello che sono: strumenti contro i lavoratori, i giovani e gli studenti.
Dopo quasi 3 decenni di abbandono dell’ Ex Consorzio Agrario e trasformazione illegale di esso in discarica abusiva da parte delle istituzioni universitarie, giovani studenti medi e universitari decidono di occuparlo con il progetto di crearvi uno
studentato autogestito dagli studenti stessi.
Nell’intenzione degli occupanti tale progetto era finalizzato a dare delle risposte immediate agli studenti. Ormai lo stato
dell’istruzione italiana è davanti gli occhi di tutti, riforma dopo riforma il cosiddetto “diritto allo studio” è diventato una
chimera: da un lato studiare diventa un vero e proprio privilegio tra aumenti di rette universitarie, l’invenzione dei test di accesso alla modica cifra di 50 euro cadauno, dall’altro i servizi verso gli
studenti diminuiscono progressivamente anno dopo anno sia
quantitativamente che qualitativamente: meno mense, meno alloggi, servizi appaltati a ditte esterne private con aumento dei costi sempre a carico di
studenti e studentesse.

A fronte di questa situazione catastrofica il primo pensiero del Rettore dell’Università di Palermo e prossimo probabile candidato a sindaco nelle fila del PDL Roberto Lagalla è quello di sguinzagliare contro i propri studenti i sempre più odiati celerini e servi della digos per lo sgombero dello stabile lo scorso agosto.
Quest’operazione puzza di campagna elettorale, sotto la retorica della “legalità” si vuole lanciare un segnale alle lobby della città che sotto
l’eventuale mandato a sindaco dell’attuale rettore sarà governata la città
all’insegna dell’ordine e della disciplina, il decoro come lo chiamano loro sarà
garantito. Quale legalità e quale decoro? Quello della classe dirigente cittadina affarista e mafiosa legata a doppio filo con il governo Berlusconi.

Per questa mossa repressiva e fascista e secondariamente per la carica istituzionale che necessita di
imparzialità politica non più garantita dopo aver espresso apertamente i progetti futuri riguardanti la
propria carriera politica, il rettore deve dimettersi come già giustamente richiesto dagli studenti di vari
collettivi universitari.

Esprimiamo la massima solidarietà ai compagni di Anomalia che lottano contro lo sgombero in particolare ai 20 studenti e studentesse che hanno passato la terza notte sul tetto dello stabile in segno di protesta senza cedere neanche davanti alle intimidazioni da parte della questura che ha inviato ai suddetti studenti un’ingiunzione a presentarsi in questura per la
notifica di disparate denuncie con
l’evidente intenzione di costringerli a scendere dal tetto.
Con mosse del genere si palesa quanto il “re è nudo”, di fronte a proteste simboliche ma incisive non riuscendo con la forza si prova con l’intimidazione.

Dal G8 di Genova del 2001 la borghesia imperialista italiana ricorre sistematicamente all’uso dello stato di polizia per “risolvere” i “problemi” rappresentati dai soggetti sociali che lottano contro l’attacco frontale e sfrenato ai diritti conquistati prima dalla resistenza partigiana e in seguito dal grande ciclo di lotte degli anni ’60 e ’70. Questo processo a tappe forzate sta portando alla costruzione di un regime di moderno fascismo.

Contro tutto ciò non basta la denuncia ma occorre organizzarsi e controattaccare per respingere ogni tentativo di strapparci quei pochi diritti rimasti e riprenderci tutto, in tal senso la frammentazione sul fronte della repressione da parte del
movimento in primis e delle lotte è un danno verso chi è colpito dalla repressione e chi lotta in particolare lo è verso i proletari e il popolo che subiscono queste politiche in generale. A nostro avviso non è sufficiente lottare contro episodi repressivi quando questi avvengono neanche in un logica di politica difensiva, invece è necessario costruire un organismo permanente a livello nazionale di lotta e coordinamento contro la repressione tra le forze rivoluzionarie e i soggetti colpiti da essa per rispondere con più forza ed efficacia e limitarne i danni. Così come a livello locale ribadiamo la necessità di un coordinamento contro la repressione.

Via il “magnifico” sceriffo Lagalla!

Contro la repressione rispondere colpo su colpo!

Contro lo stato di polizia e il moderno fascismo che avanza, lotta di classe e organizzazione!
Pubblicato da RED BLOCK a 09:37

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