domenica 25 settembre 2011

pc 25 settembre - IMMIGRATI: RIVOLTA, OVUNQUE!

La rivolta del 2 aprile a Manduria

Basta!! Siamo arrivati alle galere/carceri galleggianti dei tempi degli schiavi, buttati in navi fatiscenti, al largo come appestati, non si sa per quanto; senza un minimo di tutela umanitaria - qui è sicuro che nessuno, neanche le associazioni di volontariato, può metterci piede - una zona fuori da ogni regola, questione da “convenzione di Ginevra” per i diritti umani.
Siamo alle scene da caccia contro gli immigrati che ormai vengono considerati meno degli animali, con le “brave persone del luogo” organizzate con le mazze, le pietre a difesa dei loro affari turistici, delle loro proprietà, con in testa un sindaco di Lampedusa De Rubeis che dovrebbe stare in galera in una società minimamente civile.
Siamo ad uno Stato di polizia che di giorno aiuta la caccia, la persecuzione degli immigrati, la notte fa stare gli immigrati a cielo aperto, sotto ogni temperatura, senza acqua, cibo, senza permettere loro di lavarsi, di cambiarsi.
Insieme agli “ordinari” Cie, C.a.r.a., Cpsa (il cui nome completo: “centri di primo soccorso e accoglienza”, sembra fare dell'amaro e nero spirito ad un funerale), stanno spuntando campi, luoghi di “detenzione” dovunque; i più “fortunati” stanno da mesi, come in Puglia, in alcuni cosiddetti “hotel” o edifici, ad aspettare non si sa che cosa, in condizioni igienico, sanitarie, di vitto indecenti, e soprattutto stressati nel fisico e nella mente a non fare niente...
E questi immigrati non dovrebbero rivoltarsi!?

A Lampedusa, siamo al Manifesto di un sistema incivile, razzista, dello Stato e di pochi “maiali” che però fanno legge, che offende anche parte della popolazione di Lampedusa che non la pensa e non vuole agire affatto così e a volte lo ha dimostrato; siamo ai Cie, da Roma a Bologna, a Torino, ecc., diventati sempre più dei lager in cui succede di tutto, dalla negazione di ogni diritto alla dignità, alla salute, al cibo, all'informazione, agli stupri, botte, repressione
E gli immigrati non dovrebbero rivoltarsi!?
Come giustamente stanno facendo da Lampedusa, a Linosa di “Terraferma”, a Torino, a Bari?!


BASTA!! Rivolta ovunque! Si accendino 10-20-30... “fuochi”!
Ora tutti coloro che sono indignati da queste scene di aperto razzismo, di disumanità, che non vogliono fare gli “indifferenti”, devono sostenere le rivolte degli immigrati, dare aiuto, una sponda di lotte perchè possano nascere ovunque ci siano Cie, campi, C.a.r.a., Cpsa, ecc., perchè queste proteste, lotte, rivolte degli immigrati possano collegarsi.
Non basta ora solo solidarizzare con gli immigrati; occorre di più: dar loro forza, e nello stesso tempo combattere, indebolire gli apparati repressivi, le istituzioni, i politici da Ku Klux Klan.
Grazie alle rivolte, alle loro lotte, gli immigrati, dai campi di “detenzione” di Lampedusa come del C.a.r.a di Bari, agli scioperi dei campi del lavoro nero come Nardò, si stanno riprendendo la loro dignità di uomini, donne, mentre sempre più appaiono come bestie chi gliela vuole negare.

La rivolta dei tunisini del campo di Manduria (TA) è tuttora l'esempio da riprendere. Lì l'intreccio tra la forte protesta esterna di realtà di compagne, rivoluzionari, antirazzisti, democratici, con alla testa le compagne e i compagni di Proletari comunisti e l'esplosione della rabbia e volontà di “libertà” degli immigrati; lì la rottura, portata soprattutto da proletari comunisti, con una logica esterna solo di solidarietà/assistenza e, a volte dalla parte degli immigrati, con una logica/condizione di solo richieste; il rapporto tra realtà di uguali e di necessari gli uni per gli altri per lottare contro questo Stato, governo moderno fascista e razzista, tutto questo intreccio diede origine e forza alla grande rivolta del 2 aprile che ha conquistato un effettivo risultato per 20 mila immigrati.
Oggi, è questa miscela che occorre far nascere ovunque è necessario e possibile.
Ora la battaglia deve avere un preciso obiettivo: permesso di soggiorno per tutti gli immigrati; libertà di muoversi, viaggiare. Niente di meno!

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