martedì 27 settembre 2011

pc 27 settembre - CORTEO CONTRO LO SGOMBERO DELLO STUDENTATO OCCUPATO ANOMALIA

A poco più di un mese dallo sgombero dello studentato occupato Anomalia su ordine dell'infame rettore-sceriffo e prossimo candidato a sindaco della città di Palermo nelle fila del PDL Roberto Lagalla, Sabato 24 si è svolto il corteo cittadino in solidarietà con gli studenti e studentesse che occupano lo stabile.

Un luogo lasciato all'incuria dall'Università di Palermo per quasi 30 anni e recuperato dai giovani da poco più di un anno organizzando le più disparate attività politiche e culturali.

La partecipazione del circolo di proletari comunisti alla manifestazione era doverosa per differenti ragioni, innanzitutto perchè quando la repressione colpisce un soggetto politico, al di là delle differenze, è come se colpisse anche gli altri. Lo stato borghese, in particolare in questa fase storica di stato di polizia che avanza verso il moderno fascismo, tende a colpire chiunque si ribelli uscendo fuori dal recinto in cui tramite leggi e prescrizioni varie si vorrebbero incanalare le lotte rendendole innocue e "pacifiche". Lo si vede oggi in diversi settori sociali in lotta quando non si affidano ai referenti istituzionali come sindacati di regime (leggi cgil, cisl e uil) o ai partiti della finta opposizione parlamentare, infatti quando avviene ciò si trovano forme originali e incisive di lotta che spesso mettono in difficoltà l'avversario come succede oggi in Val Di Susa o il 14 Dicembre degli studenti e così via.
Come spesso si dice la solidarietà è un'arma e partecipare al corteo è stato il nostro atto di solidarietà verso i compagni e le compagne colpiti dalla repressione. In secondo luogo la partecipazione solitamente la intendiamo in senso attivo ovvero propositivo, in questo caso era per noi necessario ribadire la proposta circa l'unificazione e coordinamento dell'azione di resistenza contro la repressione da parte di quei soggetti politici e sociali che la subiscono quotidianamente.
Un'unità d'azione permanente e non solo episodica "a fatto compiuto" come mera risposta difensiva, necessaria per limitare il danno dovuto alla mossa del nemico.
Detto questo e tornando alla manifestazione in questione strutturata come una street parade a suon di techno partita dal Teatro Massimo fino al centro sociale, non nascondiamo la nostra difficoltà nel partecipare ad un "corteo" di questo tipo. In altre occasioni neanche ci chiediamo se partecipare o meno ad una street parade propendendo per evitarle come la morte, l'eccezione è stata fatta per i motivi espressi su. Infatti ancora una volta abbiamo notato che sabato il corteo non è stato per niente comunicativo, i passanti incontrati lungo il percorso non capivano di che tipo di manifestazione politica si trattasse (crediamo che non avrebbero capito neanche che avesse a che fare con questioni politiche se avessero visto solo i ragazzi ballare dietro il sound system e non alcuni spezzoni con bandiere varie), a quelli che si avvicinavano incuriositi per chiedere spiegazioni era pure difficile darle a causa del volume da rave della musica.
Tornando al discorso iniziale crediamo che l'efficacia della lotta contro la repressione stia anche nella capacità di riuscire a sensibilizzare le masse sulla questione, e sicuramente un carro sound system di questo tipo non è il migliore dei mezzi a livello comunicativo. Un corteo contro la repressione non può ridursi ad una street parade, è una zappa sui piedi in primis contro i diretti interessati che invece dovrebbero allargare l'informazione e stimolare la più ampia solidarietà per quanto successo, la dimostrazione che lo strumento è stato sbagliato, anche se a prima analisi si poteva pensare il contrario, è stata la scarsa partecipazione. E' sbagliato pensare che più il mezzo sia "fruibile" e "generico" allora possa attirare una maggior partecipazione.
La nota positiva della giornata invece è stata sicuramente la rioccupazione del centro sociale in barba ai servi della digos presenti. Un atto dovuto e necessario per dimostrare ancora una volta alla borghesia ed ai suoi servi che chi si ribella non ha paura e non potrà mai essere fermato dalla repressione.

Nessun commento:

Posta un commento