Il compagno Gigi è morto.
Gigi è stato arrestato il 10 giugno 2009 con l’accusa di associazione sovversiva ed era da allora detenuto, senza che nessuna sentenza fosse ancora stata emessa.
È stato trovato cadavere questa mattina dalle guardie, all’apertura della cella, a causa di un infarto.
Erano almeno cinque giorni che accusava forti dolori al petto ed aveva la pressione sanguigna alle stelle, 190 su 110.
Tutto quello che hanno saputo fare dall’infermeria del carcere è stato somministrargli dei diuretici, mentre aveva bisogno di un ricovero. Nemmeno l’accortezza di monitorarlo, anziché abbandonarlo solo per lunghe ore notturne.
Aveva 59 anni ed era forte, orgoglioso, schietto, divertente, generoso e sempre pronto a partire. Non gli piaceva lamentarsi tanto che, anche negli ultimi giorni, minimizzava la sofferenza: sono stati i compagni di prigionia a costringerlo a fare richiesta di una visita specialistica, che sarebbe arrivata solo domani.
Non si conoscono ancora i dettagli, ma c’è poco da chiarire: è stato lasciato morire!
È deceduto per qualcosa che, normalmente, si tiene sotto controllo con una pastiglietta al pronto soccorso.
A titolo di cronaca, si tratta della terza morte del mese al Mammagialla di Viterbo.
Recentemente era stato operato per un polipo alle corde vocali e ci scriveva di come le guardie fossero rimaste fino all’ultimo dentro la sala operatoria, prima che l’anestesia lo addormentasse, incappucciati di bianco come profilattici e, nonostante tutto, con le mitragliette puntate contro il detenuto ormai incosciente. Ce lo scriveva con la sua solita ironia, beffandosi di tanta bestialità.
Le intercettazioni agli atti del processo in corso ci riportano il suo pensiero: un rivoluzionario non può riconoscersi in questo Stato e deve continuare la lotta fino a quando non muore. O sei dentro l’arco e riconosci questo Stato o invece dici: «No, questo Stato non mi sta bene, lo voglio totalmente abbattere».
Noi lo ricordiamo semplicemente come uno di noi che ci è stato tolto dalla repressione.
È morto in attesa di giudizio, detenuto preventivamente da due anni, e senza potersi curare.
Ora più che mai, anche per Gigi, fino alla vittoria!
Luigi Fallico, 59 anni, era stato arrestato nel giugno
2009: era detenuto nel carcere di Viterbo
VITERBO - L'ex brigatista rosso Luigi Fallico, 59 anni, è stato trovato morto lunedì 23 maggio nella sua cella nel carcere di Mammagialla a Viterbo. La scoperta è stata fatta intorno alle 9.30 dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere a Nord di Roma. ..sarebbe deceduto in seguito ad una crisi cardiaca. Romano, ex esponente degli Ucc negli Anni 80, era stato arrestato nel giugno 2009, in relazione all'inchiesta su un progettato attentato al G8 della Maddalena.
- Secondo i magistrati, Fallico - corniciaio a Casal Bruciato - aveva costituito un nucleo eversivo e ne era uno dei capi.
Fallico era stato esponente della prima ora del Movimento comunista rivoluzionario, nucleo Tiburtino. Dopo la fuoriuscita degli ex Br Faranda e Moretti, Fallico avrebbe avuto in anni recenti rapporti con Nadia Desdemona Lioce. In un'intercettazione del febbraio 2009, Fallico diceva: «Un rivoluzionario non può riconoscersi in questo Stato e deve continuare la lotta fino a quando non muore. O sei dentro "l’ arco" e riconosci questo Stato o invece dici di no "questo Stato non mi sta bene", lo voglio totalmente abbattere».
il carcere assassino di Viterbo
- A quanto appreso dal Garante dei Detenuti del Lazio Angiolo Marroni, Fallico era in attesa di giudizio, accusato di banda armata finalizzata all`associazione sovversiva nell`ambito dell`inchiesta sulle Nuove Brigate Rosse. Arrestato l`11 giugno 2009 ed assegnato al carcere di Catanzaro, il 14 settembre 2010 era stato trasferito a Viterbo perché il processo a suo carico si stava celebrando presso la Corte d`Assise di Roma. Giovedì scorso 19 maggio Fallico, sofferente di problemi cardiaci ed ipertensione, aveva accusato un dolore al petto ed era stato visitato in infermeria, dove gli erano state somministrate una tachipirina ed un farmaco dilatatore delle coronarie. Sulla morte di Fallico il Garante ha rilevato come quella di lunedì 23 maggio sia la terza morte in un mese registrata nel carcere di Viterbo.
UN'ALTRA MORTE - Il 18 aprile scorso a morire era stato un senegalese di 30 anni, Dioune Sergigme Shoiibou che poco prima di essere arrestato era stato operato alla testa per asportare un ematoma dal cervello e, per questo, era in cella pur essendo privo di parte della calotta cranica. Domenica 15 maggio, invece, un agente di polizia penitenziaria 42enne si era tolto la vita sparandosi nello spogliatoio del carcere poco prima di prendere servizio. «Tre decessi in un mese nel carcere di Viterbo sono una media altissima che ci preoccupa molto - ha detto il Garante Marroni - perché sono avvenuti nonostante l`impegno della direzione, degli agenti di polizia penitenziaria e delle altre professionalità che lavorano in quella struttura. Ognuno di questi decessi è una storia diversa con, però, una matrice comune: quella di poter essere attribuito al sovraffollamento e alle drammatiche condizioni di vita negli istituti».
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