giovedì 26 maggio 2011

pc 26 maggio - miserie dello slai cobas ufficiale ..e di altri

Nel pubblicare una nota presa da operai contro sulle vicende interne allo Slai cobas e dell'ultima carognata da essi fatta, sono da segnalare alcune cose
- 'Operai contro' come prima i compagni attualmente nel SIcobas nulla dicono su altre questioni simili che hanno toccato i compagni di Varese oggi nella CUB e niente contro la madre di tutte le carognate fatte dall'attuale gruppo dirigente dello Slai cobas, quella nei confronti dello Slai cobas per il sindacato di classe, 5 sedi su scala nazionale più Milano, tutte fondate dai nostri compagni e circa 2000 lavoratori,precari,disoccupati organizzati nella lotta, costretti prima ad autonomizzarsi per sottrarsi al monopolio antidemocratico dei dirigenti di Arese, Pomigliano e milanesi - alcuni dei quali oggi nel SIcobas - e poi in occasione dell'operazione repressiva della procura di Potenza contro di noi, costretti a fronteggiare l'azione de gruppo dirigente dello Slai cobas ufficiale che arrivò a una dissociazione pubblica - fatta propria dalla procura di Potenza - e a lettere a prefetti sindaci, padroni a Taranto per disconoscere lo Slai cobas per il sindacato di classe e consegnarlo così con una sorta di delazione agli organi repressivi dello Stato.
Lo Slai cobas per il sindacato di classe e i proletari in lotta di Taranto come dalle altre città hanno fatto fallire questa manovra padroni-stato-dirigenti Slai cobas ufficiale, arrivata perfino a nominare come responsabile per Taranto Mara Malavenda.
Noi non intendiamo tornare su queste miserie politiche sindacali e umane, che squalificano chi le fa e nulla hanno a che fare con il sindacalismo di classe, ma neanche far passare per giudici e innocentini altri che hanno spalleggiato tutto questo e che solo quando ne diventano vittime essi
stessi, 'urlano'

Infine 'Operai contro' continua inspiegabilmente a mettere la foto della bandiera dello 'Slai cobas per il sindacato di classe' quando parla di queste vicende, noi che siamo da anni altra cosa dello Slai cobas ufficiale e in queste vicende non c'entra anzi ne siamo stati le prime vittime..
Se lo fa una volta si può pensare a un errore, se lo fa invece ancora, allora c'è da pensare che si tratta di una confusione voluta ai limiti della diffamazione 'provocatoria'.
Questo va denunciato e glielo diciamo ancora una volta..

Slai cobas per il sindacato di classe
cobasta@libero.it
26 maggio 2011


Dal blog di 'Operai contro'
Il S.I. Cobas, in un comunicato, denuncia che a seguito della fuoriuscita della "maggioranza degli iscritti allo Slai Cobas di Campobasso e di Chieti (che) ha lasciato lo Slai e si è iscritta al S.I. Cobas, tra di loro l'operaio Andrea Di Paolo, RSU allo stabilimento Fiat di Termoli, da sempre in prima fila nella difesa dei lavoratori e, quindi, oggetto di repressione dalla Fiat, lo Slai ha
chiesto alla commissione elettorale RSU della Fiat di Termoli e.... alla FIAT e all'Associazione
Industriali, di far decadere Di Paolo dalla carica di RSU perchè ha cambiato sindacato".
Lo Slai non è nuovo a queste operazioni. Nel 2007 ha fatto la stessa cosa allo stabilimento FIAT di Pomigliano. Mimmo Mignano, delegato Slai, eletto con il maggior numero di voti in assoluto, fu espulso dall'organizzazione con motivazioni pretestuose e indegne, mentre in realtà fu buttato fuori per divergenze di tipo politico con la direzione dello Slai (in pratica con Granillo). Subito dopo, con una lettera alla direzione Fiat, mai resa pubblica, lo Slai causava la "destituzione" di Mignano dalla RSU.
All'epoca nessuno dei sindacati alternativi disse una parola per non disturbare i giochetti al vertice tra fratelli nemici di parrocchie diverse. La FIAT prese al balzo l'occasione offerta dallo Slai e licenziò Mignano. Solo Operai Contro denunciò l'accaduto e incalzò con la critica lo Slai.
A livello nazionale nessuno mosse un dito. La stessa Federazione Cobas, dove confluirono Mignano e alcuni altri compagni espulsi come lui, evitò di entrare in conflitto con Granillo.
Il risultato fu che in un momento determinante dello scontro con la FIAT, un gruppo di operai combattivi fu messo ai margini con sicuro danno per tutti gli altri.
Ci rallegriamo oggi che il S.I. Cobas denunci pubblicamente quello che sta avvenendo a Termoli, non vogliamo credere che sia solo un atteggiamento di parrocchia, e speriamo che questo abbia come conseguenza la tutela del compagno Andrea Di Paolo rispetto alla repressione FIAT. Ai militanti del S.I. Cobas non possiamo però non chiedere perché mai, quando erano militanti e dirigenti dello Slai, non si opposero alle decisioni, simili a quelle che adesso contestano, che il loro Esecutivo Nazionale aveva preso nei confronti di Mimmo Mignano?
La sezione AsLO di Napoli.

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