giovedì 11 settembre 2025

pc 11 settembre - La Fiom mobiliti le fabbriche, i lavoratori per la Palestina. Risponda all'appello dei sindacati palestinesi

 Alla Fiom

All'assemblea Generale del Comitato Centrale della Fiom-Cgil

Il Documento conclusivo uscito dall'assemblea del 3 settembre ha sicuramente fatto un passo avanti, che rompe finalmente il silenzio di questi mesi a livello nazionale da parte della Fiom nazionale, ma non di alcuni delegati in alcuni posti di lavoro, rispetto alla condanna del genocidio di Israele e alla solidarietà al popolo palestinese e alle sue richieste.

Di questo occorre prendere atto positivamente e auspichiamo che questa presa di posizione arrivi a tutti i lavoratori nelle fabbriche e in tutti i posti di lavoro.

Importante è passare dalla denuncia e dal sostegno verbale alle azioni. 

Nel Documento si scrive: "...occorre allargare la mobilitazione a sostegno della Palestina; incalzare il governo Meloni, la stessa commissione europea, affinchè sanzionino le politiche di Israele con il blocco degli accordi commerciali, con la fine della collaborazione militare e l'invio di armi, con sanzioni economiche...".

Bene. Ma purtroppo le azioni a cui si impegna la Fiom nel documento risultano inadeguate a

portare avanti questa battaglia. 

Ci si aspetterebbe dalla Fiom-Cgil azioni che comincino a mettere seriamente in campo la forza degli operai; invece si sostengono iniziative, come i presidi della Cgil del 6 settembre, fatti con la gran parte di posti di lavoro chiusi e di palazzi Istituzionali chiusi, quindi di semplice testimonianza di funzionari della Fiom; si parla di partecipazione della Fiom e del suo gruppo dirigente alla Marcia di Perugia-Assisi che non è certo terreno di lotta per i lavoratori; così si parla di sostegno a una mobilitazione generica della Cgil per fine ottobre.

Dov'è il "coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori con la mobilitazione", di cui pur si scrive?

Non si parla nè di assemblee sui posti di lavoro, nè di fermate, a partire dalle fabbriche produttrici di armi, quegli armamenti che uccidono migliaia di bambini, donne a Gaza, nè di scioperi, nè tantomeno di organizzazione di uno sciopero generale.

La Federazione generale dei sindacati palestinesi ha fatto un esplicito appello alla mobilitazione dei lavoratori, a questo la Fiom non può rispondere con la blanda mobilitazione solo della sua struttura.

I Sindacati chiedono agli altri sindacati, ai lavoratori di ogni paese: 

Dall'appello: "...A fronte dell’intensificarsi della campagna militare di Israele, i sindacati palestinesi chiamano i loro partners a livello internazionale, tutte le persone di coscienza, a mettere fine a ogni forma di complicità con i crimini di Israele, cessando immediatamente il commercio di armi con Israele, tutti i finanziamenti e la ricerca militare. Il momento di agire è oraè in gioco la stessa vita dei palestinesi...

...Abbiamo bisogno di un’azione immediata – ovunque vi troviate nel mondo – che impedisca l’armamento dello Stato israeliano e l’azione delle aziende coinvolte nel blocco di Gaza. Prendiamo a riferimento mobilitazioni sindacali e campagne internazionali del passato contro Italia, Stati Uniti e Sudafrica, contro l’invasione italiana dell’Etiopia negli anni ’30, la dittatura fascista in Cile negli anni ’70, l’apartheid e ogni altra campagna di solidarietà internazionale mondiale che ha limitato la portata della brutalità coloniale...".

Chiediamo ai sindacati dei settori industriali coinvolti di

  1. 1. Spezzare il silenzio e la complicità, far sentire la vostra voce all’interno dei vostri sindacati e federazioni, e denunciare le politiche di fame, assedio e massacro a Gaza.

    2. Fare pressione sui vostri governi affinché cessino gli accordi sulle armi e la cooperazione militare con l’occupazione, e impongano sanzioni al regime sionista coloniale di apartheid.

    3. Boicottare le aziende che sostengono l’occupazione, e ritirare gli investimenti sindacali da qualsiasi impresa, istituzione o ente che finanzi o tragga profitto dalla guerra.

    4. Organizzare giornate di rabbia e solidarietà globale nelle fabbriche e officine, nei porti e negli aeroporti, nelle strade e nelle piazze pubbliche, in sostegno della Palestina e del suo coraggioso popolo"

Lo Slai cobas per il sindacato di classe raccoglie questo appello e propone a tutti i lavoratori, lavoratrici, ai delegati, alle organizzazioni sindacali. alle realtà solidali, di organizzare uno sciopero di 1 ora, in tutti i posti di lavoro, per il 7 ottobre ‘25; unitamente ad iniziative in ogni posto liberamente decise.


Facciamo appello in particolare alla Fiom perchè traduca

questo drammatico appello dei lavoratori palestinesi in azione di sciopero, assemblee, prese di posizione delle fabbriche

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