mercoledì 10 settembre 2025

pc 10 settembre - La racconta balle Meloni si vanta ancora una volta dei dati sull’occupazione che gli stessi dati dell’Istat smentiscono

“Sul record di occupati ha fatto più Elsa Fornero che Giorgia Meloni”! Infatti, anche chi non capisce niente di “economia” si è accorto che l’aumento dei posti di lavoro vantato dalla Meloni in questo periodo è dovuto al fatto che, per effetto della riforma Fornero del 2012, l’età pensionabile è aumentata. E infatti il cosiddetto aumento riguarda soprattutto lavoratrici e lavoratori che hanno più di 50 anni! E purtroppo questo dato viene confermato anche dai morti sul lavoro che sono sempre più in età avanzata!

Questa battuta ironica del quotidiano l’Inkiesta vuole smentire la propaganda che i membri di questo governo non riescono ad abbandonare nemmeno per un minuto, a cominciare dalla solita racconta balle fascista Meloni, che cerca sempre di ingrandire l’azione politica del governo in maniera che più ridicola non si può: tutto quello che fa è “grande”, “eccezionale”, che “accade per la prima volta”, cose che non si vedevano “dai tempi di Garibaldi” e insopportabili cavolate di questo genere. Balle in tutte le sfere, diffuse grazie ai mezzi di informazione servili, per nascondere la realtà che il proletariato e le masse popolari di questo paese subiscono.

In questo caso stiamo parlando dell’occupazione, della statistica che si occupa di fare i conti di quanti

lavoratori e lavoratrici ci sono in questo paese, e sono dati dell’Istat.

E guardando i dati dell’Istat si vede che “A luglio 2025 il numero di occupati, pari a 24 milioni 217mila, è in crescita rispetto al mese precedente. Aumentano i dipendenti permanenti (16 milioni 448mila) e i dipendenti a termine (2 milioni 567mila), mentre diminuiscono gli autonomi (5 milioni 202mila).”

Abbiamo visto a cosa è dovuto l’aumento dei dipendenti “permanenti” mentre l’aumento di quelli a termine, poi, è chiaramente il segno di un enorme lavoro precario, stagionale e anche qui “invecchiato”! Mentre la diminuzione dei lavoratori “autonomi” è un esempio del fallimento di tante piccole e piccolissime aziende di ogni tipo con ulteriore aumento della disoccupazione.

Quindi, gli occupati con più di 50 anni sono saliti di 408mila unità, mentre nella fascia 25-34 anni invece di sole 6mila unità. Il dato che viene evitato dalla Meloni ecc. è che si sono persi 36mila posti di lavoro nella fascia tra i 15 e i 24 anni e 160mila tra i 35 e i 49 anni.

Quindi si sono persi circa 200.000 posti di lavoro! Altro che milione di posti di lavoro in più!

E anche tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione “vediamo che i giovani non guidano più la crescita occupazionale come era stato dopo la pandemia: gli under 35 perdono lo 0,7 per cento di occupati, gli over 50 crescono invece del 2,3 per cento.” Questo significa che non ci sono “nuove assunzioni” come blatera la Meloni!

Ma la Meloni continua a parlare di record, dimenticando “di dire che siamo ancora tra gli ultimi in Europa non solo per tasso di occupazione, ma anche per il tasso di occupazione femminile, quello di inattività e di disoccupazione giovanile.”

E visto che alla Meloni piace parlare di numeri (solo quando le conviene), riportiamo quelli dell’Istat per il quale il tasso di disoccupazione è sceso al 6 per cento, ciò vuole dire che ufficialmente ci sono 1.572.000 disoccupati, ma qualche riga più sotto si legge che in Italia ci sono ben 12.319.000 di inattivi tra i 15 e i 64 anni, cioè persone disoccupate che non vengono classificate perché il lavoro non lo cercano neanche più! Stiamo parlando di un enorme “esercito industriale di riserva” che serve al capitalismo imperialismo per tenere bassi i salari. E si sa bene che tra questi che statisticamente “non lavorano” ci sono quelli che lavorano nero aiutando i padroni a incrementare i profitti.

“Ma non basta. Il tasso di disoccupazione giovanile, al 18,6%, è il triplo della media.” Insieme naturalmente al tasso sempre più basso di occupazione delle donne.

Ma ciò che smentisce più di tutto i “record” della Meloni sono i dati “rivisti” periodicamente dall’Istat e cioè quelli dell’occupazione totale! “…nella nuova serie destagionalizzata, il livello dell’occupazione è stato rivisto al ribasso di 120mila unità e gli occupati a luglio sono risultati in totale 24 milioni 217mila. Una correzione corposa, che mostra come la crescita tendenziale dell’occupazione si sia dimezzata rispetto al rimbalzo post pandemico, tornando al livello pre-Covid. E allineandosi quindi anche con la debole crescita del Pil.”

Come si vede i dati vengono “interpretati” a seconda delle intenzioni, e le intenzioni di questo governo moderno fascista è quella di spargere bugie a piene mani per fare colpo sull’opinione pubblica.

Ma fra licenziamenti, cassa integrazione ordinaria e straordinaria, contratti di solidarietà ecc. la realtà delle condizioni di lavoro, così come quelle dei disoccupati è ben diversa. La risposta, perciò, alle balle della Meloni non può che venire da una mobilitazione della classe operaia. 

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