Lo Slai Cobas di Ravenna aderisce e partecipa alla mobilitazione del 16 settembre "Fuori Israele dal Porto di Ravenna" promossa dal movimento BDS contro il transito/carico di armi diretto allo Stato sionista genocida e il progetto Undersec. In questa protesta sosterremo l'appello dei sindacati palestinesi e la costruzione dello sciopero necessario nelle fabbriche e al porto di almeno di 1 ora con fermate/blocchi/assemblee.
Domani, assieme alle altre componenti che hanno promosso la manifestazione del 16, faremo una conferenza stampa alla Darsena, nello stesso luogo dove partirà il corteo, alle ore 11.
E' positivo che finalmente i sindacati confederali abbiano rotto il silenzio e hanno preso una posizione su questo. Ma fanno ancora troppo poco.
Una nave carica di armi diretta a Israele è partita da Ravenna il 30 giugno senza autorizzazione e in aperta violazione della legge 185/90 che vieta le esportazioni verso Paesi in guerra o che violano i diritti umani. Il ministro Salvini su questo ha scaricato la responsabilità sull'Autorità portuale e copre il tutto,
del resto si è ben meritato il premio macchiato di sangue come "migliore amico di Israele" che ha ricevuto dall'ambasciata di Tel Aviv a fine luglio. La complicità di questo governo con Israele è stata dimostrata in molte occasioni, non condanna e non sanziona Israele né in parlamento né in Europa, anzi lo arma e ospita e protegge sul nostro territorio (Marche e Sardegna) i militari israeliani che vengono a riposarsi dalla strage quotidiana di bambini e civili palestinesi e su questo il ministro Piantedosi continua ad offendere i lavoratori e i cittadini dicendo che "i soldati israeliani sono comitive culturali da tutelare" e conferma implicitamente che la "tutela" del suo governo si basa su precisi accordi di cui i lavoratori e i cittadini non sono a conoscenza.Con questo governo non ci potrà mai essere alcun sostegno al popolo palestinese perché é complice del genocidio!
I sindacati dei portuali di Ravenna avevano preso posizione il 4 settembre dichiarando la propria contrarietà al transito di armamenti e al progetto Undersec dell'azienda dello Stato israeliano che opera al Porto e questo è positivo ma veramente ancora insufficiente in particolare quando chiedono a "tutti i soggetti coinvolti" di impedire l'imbarco/sbarco/transito di armi sulle navi.
Ma i principali "soggetti coinvolti" non dovrebbero forse essere proprio loro stessi, impegnandosi in prima persona? Nel comunicato si limitano a "vigilare e controllare" e nel caso che la Global Samud Flottilla venga attaccata "metteranno in campo tutte le azioni necessarie di sensibilizzazione ed eventuale mobilitazione della cittadinanza e di tutto il personale del porto". Ma si potrà "vigilare e controllare" le movimentazioni, il transito/carico al porto quando questi vengono affidate a Israele?
I confederali avrebbero dovuto essere coerenti perlomeno dichiarando sciopero all'arrivo della delegazione israeliana della Rafael Advanced Defense Systems al porto di Ravenna il giorno 16 settembre e mobilitare i portuali per farli partecipare alla protesta che è stata organizzata dalla rete BDS, altrimenti come pensano di "coinvolgere" i lavoratori?
Ma è ora che anche la Fiom mobiliti le fabbriche perché è questo ci chiedono con il loro appello i sindacati palestinesi e la storia del movimento operaio dimostra che è decisiva la partecipazione attiva dei lavoratori contro gli Stati che fanno le guerre ai popoli.
L'assemblea Generale del Comitato Centrale della Fiom-Cgil ha fatto uscire un comunicato di condanna del genocidio di Israele ed esprime solidarietà al popolo palestinese e alle sue richieste.
Finalmente il silenzio è rotto, ma è ancora poco perché manca un piano di azioni concrete che sostengano la condanna del genocidio e la solidarietà al popolo palestinese.
La Federazione generale dei sindacati palestinesi ha fatto un esplicito appello alla mobilitazione dei lavoratori, a questo la Fiom non può rispondere con la blanda mobilitazione solo della sua struttura.
I Sindacati palestinesi chiedono agli altri sindacati, ai lavoratori di ogni paese:
"...A fronte dell’intensificarsi della campagna militare di Israele, i sindacati palestinesi chiamano i loro partners a livello internazionale, tutte le persone di coscienza, a mettere fine a ogni forma di complicità con i crimini di Israele, cessando immediatamente il commercio di armi con Israele, tutti i finanziamenti e la ricerca militare. Il momento di agire è ora: è in gioco la stessa vita dei palestinesi...
...Abbiamo bisogno di un’azione immediata – ovunque vi troviate nel mondo – che impedisca l’armamento dello Stato israeliano e l’azione delle aziende coinvolte nel blocco di Gaza. Prendiamo a riferimento mobilitazioni sindacali e campagne internazionali del passato contro Italia, Stati Uniti e Sudafrica, contro l’invasione italiana dell’Etiopia negli anni ’30, la dittatura fascista in Cile negli anni ’70, l’apartheid e ogni altra campagna di solidarietà internazionale mondiale che ha limitato la portata della brutalità coloniale...".
Chiediamo ai sindacati dei settori industriali coinvolti di:
1. Spezzare il silenzio e la complicità, far sentire la vostra voce all’interno dei vostri sindacati e federazioni, e denunciare le politiche di fame, assedio e massacro a Gaza.
2. Fare pressione sui vostri governi affinché cessino gli accordi sulle armi e la cooperazione militare con l’occupazione, e impongano sanzioni al regime sionista coloniale di apartheid.
3. Boicottare le aziende che sostengono l’occupazione, e ritirare gli investimenti sindacali da qualsiasi impresa, istituzione o ente che finanzi o tragga profitto dalla guerra.
4. Organizzare giornate di rabbia e solidarietà globale nelle fabbriche e officine, nei porti e negli aeroporti, nelle strade e nelle piazze pubbliche, in sostegno della Palestina e del suo coraggioso popolo"
Lo Slai cobas per il sindacato di classe raccoglie questo appello e propone a tutti i lavoratori, lavoratrici, ai delegati, alle organizzazioni sindacali. alle realtà solidali, di organizzare uno sciopero di 1 ora, in tutti i posti di lavoro, per il 7 ottobre ‘25 unitamente ad iniziative in ogni posto liberamente decise.
Facciamo appello in particolare alla Fiom perché traduca questo drammatico appello dei lavoratori palestinesi in azione di sciopero, assemblee, prese di posizione delle fabbriche.
Slai Cobas sindacato di classe-Ravenna - WA-tel. 3398911853


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