La Francia scende in piazza all'insegna del “blocchiamo tutto” per rispondere a Macron e alla sua dittatura del grande Capitale, dell'industria bellica, alla sua arroganza a fronte del risultato elettorale che lo aveva penalizzato, non aveva dato il mandato effettivo a chi dall'elezione era riuscito come vincente - in questo caso la coalizione di sinistra - pur di non dare il governo a chi comunque aveva ottenuto la maggioranza relativa tra le forze presenti alle contese elettorale. Macron ha sottoposto il Paese a un'instabilità attraversata da governi che sono caduti uno dietro l'altro perché espressione minoritaria della dittatura macronista.
È giusto quindi che le masse tornino in piazza,
dal basso, proletari, piccola borghesia, settori del commercio e parte dei
cittadini che non ci stanno al proseguimento di questa azione del governo
Macron.
“Blocchiamo tutto” significa cercare di bloccare non solo le attività produttive ma anche le strade,
i trasporti e far sentire a Parigi come nelle grandi città la voce della protesta popolare.La voce della protesta popolare sceglie questa
strada - e non è la prima volta in Francia - perché non si riconosce nelle
forze dell'opposizione parlamentare, nella loro forma con cui questa
opposizione viene realizzata e non è stata in grado finora di bloccare l'azione
di Macron, né si riconosce negli scioperi generali tradizionali che anche
quando in Francia hanno avuto continuità e dimensioni importanti - vedi lo
sciopero generale per le pensioni - non sono riusciti a portare a casa i
risultati di fermare le riforme antipopolari né tantomeno a mettere
radicalmente in crisi fino alla sua caduta la presidenza e i governi di Macron.
Per questo le masse, una parte di esse,
sceglie un'altra forma, la mobilitazione dal basso, la mobilitazione che punta
a bloccare effettivamente le attività.
A questo il regime Macron risponde con un
apparato poliziesco per impedirlo e reprimere le masse che si ribellano e
lottano.
Come in tutti i paesi l'azione dei governi in
risposta alle lotte proletarie è della stessa natura.
Ai proletari, alle masse popolari precarie, a tutti
coloro che lottano in Italia contro
la sanità, il carovita, il caroscuola, il carocasa, diciamo che vorremmo che fosse intrapresa la via della
Francia, con la mobilitazione dal basso proprio perché ancor più anche nel
nostro paese i governi dei padroni hanno svolto una politica antipopolare a
servizio dei padroni della finanza e oggi sempre più dell'industria bellica,
dell'aumento delle spese militari. E su questa
strada avanza in maniera decisa e oscena l'attuale governo Meloni.
A questi governi bisogna rispondere con la
lotta e prendere esempio, guardare alla maniera con cui si sta sviluppando la
lotta in Francia.
D'altra parte Landini, espressione del maggior
sindacato in questo paese, non aveva parlato della “rivolta sociale” e perché
poi tutto questo si è ridotto nella pallida questione del voto referendario?
Dov'è quindi questa rivolta sociale? La
rivolta sociale - se tale deve essere - deve assumere le forme francesi
applicate alla realtà del nostro paese.
Per questo guardiamo come estremo interesse, sosteniamo le iniziative di lotta in Francia e diciamo agli operai, ai lavoratori, alle masse popolari del nostro paese, facciamo come in Francia o almeno cerchiamo di fare come in Francia in queste ore.
Ce mercredi 10 septembre, le mouvement « Bloquons Tout » a réuni 360 000 personnes dans les manifestations, au moins 150 lycées bloqués et des milliers de blocages et d’actions de sabotage dans l’ensemble du pays, selon les estimations de plusieurs organisations participantes. Avec plus de 80 000 policiers et gendarmes mobilisés durant la journée et l’utilisation massive de drones, la répression a été extrêmement brutale avec au moins 540 interpellations et plus de 340 gardes à vue d’après le ministère de l’Intérieur. Afin d’exiger leur libération immédiate, de nombreux rassemblements de soutien devant des commissariats ont été organisés dans la soirée. À Toulouse, il a réuni des centaines de personnes, mais la police a gazé les gens présents en procédant au moins à une autre interpellation ).
secours rouge








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