martedì 23 maggio 2023

pc 23 maggio - ORE 12 - Il G7 in Giappone: un'altra tappa della marcia verso una guerra mondiale - Da Controinformazione rossoperaia n. 7


Il G7 in Giappone è stata un'altra tappa del processo innestato dall'invasione dell'imperialismo russo in Ucraina che sta marciando a tappe forzate verso un nuovo conflitto mondiale. Questo G7 ha sancito il compattamento delle potenze imperialiste occidentali a guida USA nell’ accentuare, attraverso il sostegno all'Ucraina, la contesa internazionale e l'aggressione all'altro blocco, in questo caso la Russia, a fini di ripartizione del mondo al servizio dei profitti del grande Capitale.
Il passaggio di questo G7 è importante perché esso ha accentuato che il carattere di questa guerra è contro Russia e Cina, dal punto di vista dell'imperialismo americano, e del blocco ad esso alleato.

Ha spostato - che si voglia o no - l'attenzione e l'azione dei governi imperialisti nello scenario asiatico. Il fatto che si è tenuto in Giappone è una chiara dimostrazione di questo ulteriore spostamento in avanti della contesa imperialista..

Un vertice che, in nome della pace, ha accentuato la marcia verso la guerra.

Le misure concrete, quelle ufficiali, quelle che fanno parte dei comunicati e delle notizie stampa, delle foto di rito, accentuano l'impegno militare delle potenze imperialiste occidentali a guida USA sia sul fronte russo che sul fronte asiatico.

Sul fronte Russo, la presenza di Zelensky è stata a sanzione dell'impegno che l'imperialismo ha assunto di fornire all'Ucraina armi aggressive - certamente non difensive - che hanno lo scopo di portare la guerra ai confini russi ma ben oltre i confini russi, attraverso la fornitura degli F16 che nessuno, neanche gli analisti e gli articoli della stampa, possono negare essere armi per una guerra dispiegata nei cieli a sostegno di un'operazione bellica di terra che sposta in avanti la guerra stessa.

La cosiddetta controffensiva Ucraina è la partecipazione diretta dell'imperialismo USA/NATO e delle potenze riunitesi nel G7 in una ulteriore tappa della guerra imperialista.

Questo non serve, certo, alla cosiddetta “autodeterminazione” dell’Ucraina. Tanto è vero che, attraverso gli F16, sono gli imperialisti in prima persona che conducono la guerra e tutta l'Ucraina viene considerata una grande base d'appoggio di questa guerra, con, naturalmente, il ruolo attivo delle truppe guidate da Zelensky per conto della oligarchia e della borghesia capitalistica Ucraina. E, come sappiamo, sia nel governo sia nelle forze militari ucraine, è presente l'ideologia, la prassi, la cultura e il riferimento nazista.
Gli F16 saranno guidati materialmente dagli ucraini ma come piloti in affitto, come mercenariato delle truppe imperialiste occidentali e della NATO. Tanto è vero che tempi di questa fornitura sono legati all'addestramento delle truppe in forma diretta da parte dell'imperialismo. E segnaliamo che "Roma, scrive Repubblica di ieri, nella coalizione F16 addestrerà i piloti ucraini e potrebbe fornire i Tornado". Questo è il ruolo effettivo dell'Italia! Cioè di essere parte, dentro la ripartizione della guerra, dell'operazione bellica, al servizio della prima linea della guerra che, anche se non svolta direttamente dalle truppe e dai soldati italiani, fa dell'Italia una base d'appoggio indispensabile di questa prima linea. A questo si aggiunge la fornitura dei Tornado, questa sorta di F16 minori, che contribuiscono allo stesso scenario futuro della guerra in Ucraina.

Un vertice di guerra, per alimentare la guerra, accentuarla, estenderla al Pacifico e mettere un altro tassello nella marcia per una guerra imperialista mondiale.

Il governo italiano, rappresentato dalla Meloni, nonostante l'agitarsi della stessa e la descrizione della stampa ad essa compiacente, è solo questo il ruolo che può assolvere in questa guerra, nella speranza di ottenere poi i vantaggi sia sul fronte economico con la ricostruzione, sia sul fronte politico-militare, cioè il sostegno all'azione specifica dell'imperialismo italiano negli scenari ad esso più vicini primo fra tutti il Mediterraneo.

La Meloni su questo è stata molto attiva nel vertice, l'unica cosa in cui è stata attiva, perché per il resto è stata l'ultima ruota del carro. Quando la televisione dice la Meloni è riuscita ad incontrare per pochi minuti Biden e la Von Der Leyen, pochi minuti descritti dalle immagini video in cui passeggiava in un corridoio, nel transito dei due da un luogo all'altro di questo vertice. Quindi un ruolo di serva, di valletta, importante sul piano generale - perché l'imperialismo italiano resta importante - ma il ruolo del governo è di serva e valletta. Questo non certo visto da noi in un'ottica nazionalista ma in un'ottica della descrizione degli effettivi rapporti di forza esistenti nell'imperialismo, dell'effettivo ruolo dell'Italia; che, poi, significa dell'effettivo nemico contro cui i proletari, le masse popolari, i giovani, gli amanti della pace, gli oppositori della guerra, si devono scontrare per indebolire questo servo di prima linea che è l'imperialismo italiano.

E su questo la Meloni ha insistito sulla Tunisia negli incontri con l'imperialismo con cui è alleata e in contesa, l'imperialismo francese guidato da Macron interessato alla stessa area, interessato alla Tunisia; ed è riuscita a ottenere un rigo del comunicato finale che spinge verso un impegno al cosiddetto “sostegno” alla Tunisia, cioè a un governo sempre più inviso al suo popolo, alle masse tunisine che, attraverso un percorso di golpe, legittimato da elezioni farsa in cui le larghe masse della Tunisia non hanno partecipato, è diventato sempre più l’agente interno dell'imperialismo ed esterno, vale a dire di quelli più vicini e più in contesa che sono la Francia e l'Italia. E il G7 ha dato un avvallo a questa situazione. L'imperialismo italiano fornisce soldi e armi al regime tunisino, volendo ed ottenendo, assai parzialmente vista la situazione, in cambio un ruolo attivo nel trasformarsi in una nuova Libia dei lager, della persecuzione dei migranti, dello sviluppo del razzismo interno, per mettere poveri contro poveri e avere una copertura alla criminale, sciagurata, azione militare e di contenimento dell’emigrazione, che ha visto delle pagine peggiori nella storia recente dell'Italia: i morti sulle spiagge di Cutro in Calabria.

Questo è venuto dal vertice in generale e questo è ciò che ha portato a casa l'Italia.

Ma l'Italia ha portato a casa qualcos'altro: in un quadro generale di dove si tengono i vertici, il vertice prossimo si terrà in Italia. La Meloni e la sua stampa si sono affrettati a dichiarare che il prossimo vertice si terrà in Puglia.

Ecco, questa decisione ci fa molto piacere.

Vuol dire che sarà possibile in Puglia, dove siamo impegnati attivamente contro la trasformazione della Regione in 'Regione di guerra', con la sua città principale, rappresentata da Taranto e la fondamentale sua grande base navale e punta d’appoggio. La venuta del vertice del G7 del 2024 in Puglia diventa, quindi, una sfida, un'occasione per portare avanti la tenace lotta che conducono gruppi limitati di compagni ma che si poggia su un sentimento di pace e di opposizione che è diffuso nella nostra terra, che, come molto spesso settori cattolici ci segnalano, è la terra di Don Tonino Bello, un prete assai impegnato sul fronte della pace.

È chiaro che il governo Meloni vorrà fare del G7 del 2024 una nuova Taormina. E’ chiaro, invece, che un compito dei proletari, dei comunisti, dei rivoluzionari, degli anti imperialisti, degli oppositori alla guerra, è di farne una nuova Genova, certo con un esito differente del Genova; tenendo conto che se le masse esprimeranno la forza che hanno espresso nella grandiosa manifestazione di Genova, questo governo è ben deciso ad andare oltre la macelleria sociale che a Genova è andata in scena, nell'unico governo antesignano del governo Meloni, il primo governo Berlusconi-Fini.

Dal G7 le notizie per i popoli sono, pertanto, le peggiori possibili, però, si tratta di trasformare queste notizie in opportunità e sfide di chi vuole - è il caso di dirlo - lottare per “un altro mondo possibile”, un mondo che nasca dalla lotta contro la guerra imperialista e le sue conseguenze, un mondo che abbia l'obiettivo ambizioso di mettere fine all'orrore senza fine che con la guerra ci porta dentro la crisi generale dell'imperialismo, che è crisi economica, che è crisi ambientale, che è crisi culturale, che è crisi morale. 

Infine. E’ chiaro che verrebbe facile il rapporto tra le decisioni del Vertice e il ruolo che l'Italia stessa, sia pure come socio minore, ha svolto in questo vertice e quindi nei piani generali dell'imperialismo, e la devastazione in corso per effetto dell'alluvione in Emilia Romagna.

È chiaro che la prima e semplice denuncia: tutti i governi pensano alla guerra, tutti i governi investono miliardi sulla guerra, mentre le popolazioni sono colpite da eventi naturali, nient’affatto inattesi, diremmo quasi ordinari dentro gli aggravamenti che comunque la crisi climatica ha prodotto e che i governi non vogliono e non sono in grado di fronteggiare.

Gli scenari che vediamo nelle immagini ci dimostrano che questo mondo, se non fosse scientificamente descritto come modo di produzione capitalista, come Imperialismo, sarebbe un mondo assurdo, a cui bisogna ribellarsi, ribellarsi, ribellarsi.

Si parla dei giovani. Anche in questi giorni dell'alluvione vengono ridescritti come “angeli del fango”, ricordando in questo una pagina storica del nostro paese che furono gli angeli dell'alluvione di Firenze.

Noi vogliamo che gli angeli si trasformino in diavoli. Lo diciamo ai ragazzi, con tutto il cuore, con tutta l'anima: apprezziamo ogni sforzo per aiutare le popolazioni, vi fa onore, ma è il tempo di sollevare, di alzare il tiro di questo bisogno, di non trasformarsi nell'ultima ruota della protezione civile. 
Voi siete anche la manifestazione di uno Stato che non è in grado di aiutare le popolazioni, espressione di una popolazione che non ha strumenti autorganizzati per fronteggiare gli eventi, siete anche l'immagine di una volontà di rispondere in positivo alla crisi. Ma la risposta in positivo alla crisi è alzare la ribellione, alzare la visione per la rimozione delle cause di tutto questo.

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