venerdì 26 maggio 2023

pc 26 maggio - Sulle elezioni in Turchia - dal giornale mlm turco Özgür Gelecek - per il dibattito


Dimenticare il 18 maggio '73!” Il potere del popolo sta nella sua organizzazione!

Il seguente articolo è l’editoriale dell'ultimo numero del quotidiano Özgür Gelecek, che propaganda la linea MLM in Turchia. L’articolo, che analizza i risultati delle elezioni in Turchia, non è una "traduzione ufficiale".

Occorre guardare alle masse popolari non come elettori, tenere presente che il popolo è soggetto, che si fa potere se e solo quando si organizza per i propri interessi di classe.
24 Maggio 2023

Il 14 maggio si sono tenute le elezioni presidenziali e parlamentari. Mentre alle elezioni parlamentari Alleanza Popolare ha ottenuto la maggioranza, alle presidenziali è stato

comunicato che Erdoğan ha riscosso il 49,52%, Kemal Kılıçdaroğlu il 44,88%; Sinan Oğan il 5,17%. Secondo le comunicazioni ufficiali dell'YSK, tra Erdoğan e Kılıçdaroğlu c'è un distacco di 2,5 milioni di voti.

Pertanto, è stato comunicato che le elezioni presidenziali sono rimandate al ballottaggio, che si terrà il 28 maggio. Ora, nell'arena politica borghese si tengono frenetici contatti e contrattazioni. È un dato di fatto riferito da tutta la stampa che, sulla base dei voti conquistati, in vista del secondo turno il fascista razzista rivendica apertamente carica e posizioni. È chiaro che questa contrattazione non ha nulla a che fare con gli interessi del popolo, si mercanteggia per il secondo turno e il processo a venire.

Dato che i risultati comunicati del primo turno delle elezioni presidenziali di mostrano che nessuna delle fazioni borghesi è riuscite a prevalere nettamente sull'altra e che in Turchia la crisi del capitalismo persiste.

Contrariamente a quanto affermato prima delle elezioni dall'opposizione borghese, durante la votazione non ci sono state gravi tensioni. Tuttavia, la scoperta di brogli a favore dei partiti al potere è del tutto naturale nel normale svolgimento delle elezioni in Turchia.

È naturale perché le elezioni in Turchia non si sono mai svolte in condizioni paritarie nemmeno nel senso borghese del termine. Le elezioni nella nostra terra hanno avuto tutta una serie di esperienze di "democrazia compiuta": dalle "elezioni coi manganelli" al "voto palese, conteggio segreto"!

Nelle ultime elezioni, le classi dirigenti turche, quelle al potere e all’opposizione, hanno proseguito questa tradizione storica. Il governo ha utilizzato tutti i mezzi dell'apparato statale, prima e durante le votazioni, mentre l'opposizione è andata al voto propagandando le elezioni del 14 maggio come ben più importanti di una normale tornata elettorale. In questa situazione, a fronte dei risultati elettorali, nell'opposizione borghese c’è per lo più delusione.

Il fatto che per l'opposizione borghese le elezioni non si siano andate come miravano ha causato demoralizzazione tra i settori di classi dominanti rappresentati da questa cricca e per i circoli da essa sostenuti.

Le elezioni del 14 maggio hanno visto un'affluenza elevata. Secondo le cifre annunciate da YSK, la partecipazione alle elezioni è stata dell’87,04%. Se è possibile spiegare l'alto tasso di partecipazione alle elezioni col rapporto che nelle condizioni della Turchia c’è tra il popolo e le urne elettorali, di per sé ciò sarebbe un’analisi incompleta.

Se, data l'alta affluenza alle elezioni del 14 maggio, si può affermare che una serie di spinte antecedenti il 14 maggio, dalla campagna "chiudiamola al primo turno" alla propaganda sulle "elezioni più importanti della storia della Repubblica", in particolare da parte l'opposizione borghese, abbiano avuto effetto nel portare il popolo alle urne, va notato che nella nostra terra anche che la minima richiesta di diritti e democrazia per le masse popolari trova risposta nella violenza fascista e che le elezioni sono proposte e propagandate come l'unico modo per il popolo di partecipare alla politica, anche se solo in apparenza.

In questo modo le classi dominanti reprimono le rivendicazioni di diritti e democrazia del popolo e la sua "lotta politica" nella vita quotidiana, e ne incoraggiano la partecipazione alla politica solo attraverso le elezioni, anche se solo in apparenza. Con la "festa della democrazia" che si tiene ogni cinque anni, attraverso strumenti come le elezioni e il parlamento, la dittatura fascista riesce a nascondere il suo vero carattere di classe. Questo è quello che è successo nelle elezioni del 14 maggio. Da questo punto di vista va valutata l'intensa partecipazione popolare alle elezioni.

Sulle elezioni del 14 maggio si possono dire molte cose. Nelle elezioni parlamentari del primo turno, è stato annunciato che, nonostante la perdita di voti, Alleanza Popolare, per effetto del sistema elettorale, si è assicurata la maggioranza dei seggi parlamentari. Rispetto al precedente parlamento si registra una certa diminuzione del numero dei deputati governativi.

Ci sono commenti che, ignorando la natura dei precedenti parlamenti, per la presenza in parlamento di certi partiti che formano Alleanza Popolare, in particolare l'hezbollahista Hüdapar o lo Yeniden Refah, parlano di "parlamento più reazionario della storia della Repubblica", occorre una spiegazione.

I parlamenti precedenti non erano democratici. Non va dimenticato che si tratta del parlamento dove non molto tempo fa i deputati curdi sono stati incvarcerati e dove inoltre è stata revocata l'immunità dei co-presidenti dell'HDP, causandone l’arresto.

La frustrazione dell'opposizione borghese

La prima cosa che si può dire sulle elezioni del 14 maggio è che, come al solito, attraverso il voto le classi dominanti propagandano la loro "democrazia". Maggioranza e opposizione ripetono i loro discorsi già noti. In particolare, è evidente che il secondo turno delle elezioni presidenziali serve a nascondere il carattere fascista del governo.

Di solito, il fatto che quelli che "sono già saliti a cavallo e attraversato Üsküdar" non obiettino alle piccole differenze emerse nelle elezioni presidenziali e non facciano leva su di esse significa che pensano a lungo termine, non sul momento.

In effetti, il secondo turno delle elezioni presidenziali viene utilizzato per mascherare il carattere fascista del regime. A questo scopo servono, infatti, le dichiarazioni di portavoce del regime, a partire dallo stesso Erdoğan: “come si dire dittatore di una persona che arriva al secondo turno?”.

È chiaro secondo turno delle elezioni presidenziali è stato mantenuto come deliberata tattica politica e che, guadagnando un margine più ampio al secondo turno, il governo punta a ottenere un sostegno di massa per le sue politiche fasciste.

D'altra parte, va detto che per i fascisti kemalisti del CHP, che rappresentano il corpo principale dell'opposizione borghese, le elezioni sono state un’assoluta delusione. Il clima da “vittoria sicura” che era stato diffuso prima delle elezioni è ricaduto pesantemente. Anche se gli altri partiti che formano l’Alleanza Popolare guidata dal CHP presentano come un loro successo per loro l’aver portato in parlamento più deputati di quanto espresso dal loro sostegno di massa, è evidente che la propaganda agitata prima delle elezioni “Erdoğan perderà nel primo turno”, è stata smentita.

Nella situazione in cui la crisi economica del sistema imperialista capitalista è aggravata dalla politica economica attuata dalle classi dominanti turche attraverso la cricca al potere, naturalmente privilegiando i propri interessi di cricca e di classe e causando ulteriore aumento della povertà delle grandi masse popolari, ulteriore diminuzione del potere d'acquisto del popolo a causa dell’alta inflazione, e infine per gli effetti delle distruzioni causate dal terremoto che ha colpito milioni di persone, ecc., l'opposizione borghese auspicava e propagandava una grande vittoria elettorale.

Tuttavia, i calcoli all’interno dell'opposizione borghese non hanno fatto i conti col mercato. Anche se nei risultati elettorali ufficiali non c'è stata una grossa differenza tra governo e opposizione e le elezioni presidenziali sono andate al ballottaggio, l'opposizione borghese sembra essere depressa dal clima che essa stessa aveva creato. All'indomani delle elezioni echeggiano una serie di discorsi e "analisi" ritrite, dal “questo popolo è incorreggibile" al “manca una classe media” e al “predominio del sottoproletariato”.

Nella situazione in cui l'opposizione borghese non offre alcuna soluzione significativa alle condizioni di lavoro e di vita della classe operaia e delle masse popolari rispetto alla cricca al potere della stessa classe dominante, possiamo facilmente affermare che le masse che sostengono il governo e la cricca di classe al potere si comportano in modo estremamente pragmatico. Parte considerevole delle masse che sostengono il governo ha agito nella preoccupazione che la loro situazione potesse ancora peggiorare.

Questo ha a che fare col fatto che, pur con una perdita di voti delle forze di governo, l'opposizione borghese non è vista dalle masse come un'alternativa. Ciononostante, pur avendo ottenuto il secondo turno delle elezioni presidenziali, l'opposizione borghese continua a ripetere lo stesso errore e continua a competere con il governo AKP-MHP quanto a razzismo e nazionalismo. È chiaro che questi discorsi non restituiranno all'opposizione borghese alcun vantaggio e che sul mercato della politica borghese il surrogato non sarà preferito finché esiste l'originale.

Ciò che veramente conta qui è il sentimento di sconfitta creato nelle file di alcuni circoli che si spacciano come di sinistra o perfino come rivoluzionari che con la pretesa di “sconfiggere il fascismo” si sono schierati alla coda dell'opposizione borghese dentro classi dominanti .

La situazione vissuta da questi circoli, che vedono nelle urne e nelle elezioni l'unica via della lotta al fascismo, che mostrano alle masse come unica via di uscita il parlamentarismo, è direttamente proporzionale al significato che essi attribuiscono alle elezioni e al parlamento.

Tuttavia, i risultati elettorali, specie delle elezioni presidenziali, non erano imprevedibili, soprattutto per i partiti e delle organizzazioni progressiste presenti nelle file del popolo. Infatti, avevamo sottolineato, già a un mese dalle elezioni, che “le elezioni del 14 maggio sono importanti, ma non sono tutto!” e messo in guardia sul pericolo che in paesi come la Turchia produce questa falsa coscienza di vittoria che si crea per le elezioni. (ÖG, 12 aprile 2023). In condizioni come quelle della Turchia, dove le elezioni non si svolgono in condizioni di parità, nemmeno nel senso borghese del termine, non è corretto pensare che il fascismo sarà sconfitto e distrutto grazie alle elezioni, là dove si intensificano ogni tipo di oppressione e terrore fascista contro le masse e, per di più, si utilizzano, anche nella lotta di potere tra le cricche borghesi, manipolazioni, minacce e ricatti di ogni tipo. Non essendo corretto, è un grave errore politico fare questa propaganda tra le masse e difenderl come la via della salvezza.

Che la politica di non appoggiare il candidato di nessuna delle cricche borghese alle elezioni presidenziali fosse quella corretta è ancora più chiaro con il ballottaggio. È evidente, dalle dichiarazioni rese a nome del candidato dell'opposizione borghese al secondo turno, che la linea di sostenere il candidato della cricca di opposizione delle classi dominanti, i particolare in nome della sconfitta del fascismo, non servirà che alla restaurazione dello stesso ordine.

L'opposizione borghese propaganda il ballottaggio elettorale come "difesa della patria" e "salvataggio dello Stato". Ma né la patria né lo stato appartengono alla classe operaia o al popolo. Ciò che la borghesia chiama patria non è altro che un apparato di oppressione e dominio del proprio mercato e di sfruttamento degli operai e lavoratori, e ciò che la borghesia chiama Stato non è altro che un apparato di oppressione per mantenere questo ordine di sfruttamento. Per vincere le elezioni al secondo turno, l'opposizione borghese si è stretta intorno a discorsi razzisti e fascisti e dichiarazioni contro i rifugiati. È chiaro che questi discorsi alimentano razzismo e sciovinismo tra le masse e legittimano l’ostilità verso i rifugiati.

Per di più, questi discorsi non hanno alcuna possibilità di vincere contro la cricca fascista al potere.

Non preparatevi a nuovi giorni di lotta!

Nelle elezioni del 14 maggio è stato evidente che la politica di quei partiti e organizzazioni nel campo del popolo che non si sono attestate su posizioni di autonomia e hanno sostenuto il candidato dell'opposizione borghese nella lotta di potere tra le cricche della classe dominante era un errore tattico. Un errore tattico non imprevedibile. È un dato di fatto che la decisione di “non presentare un candidato presa dalla EÖİ e soprattutto dall'HDP non è politicamente corretta, se considerata dal punto di vista di un partito che lotta nella politica dominante e ‘punta al potere’. La decisione di non indicare un candidato significa anche mancanza di propositività in termini di politica pur dentro l'ordine esistente” (ÖG, 29 marzo) e, allo stesso modo, che “non è la politica corretta che la Alleanza Lavoro e Libertà, formata da forze rivoluzionarie e patriottiche nel campo del popolo, non nominandlo un candidato nel processo elettorale, indichino implicitamente il candidato dell'opposizione borghese, K. Kılıçdaroğlu..." (ÖG, 12 aprile).

Nonostante questo errore tattico, non è corretto valutare la perdita di voti della Sinistra Verde come una “pesante sconfitta”. Il fatto che il Partito della Sinistra Verde sia entrato alle elezioni al posto dell'HDP, sotto minaccia di messa al bando, con forti pressioni fasciste sul partito, arresti, retate, contrasti sulle liste all'interno dell'alleanza. Partecipazione alle elezioni con un lista separata, ecc. valgono a spiegare la perdita dei voti.

Occorre guardare alle masse popolari non come elettori, tenere presente che il popolo è soggetto, che si fa potere se e solo quando si organizza sui propri interessi di classe. Le elezioni sono solo e soltanto una parte di questa lotta, ma mai quella determinante. Ogni illusione che dimentica questa realtà sarà frustrata dai risultati elettorali delle classi dominanti. È noto che con le elezioni non ci sarà mai alcun cambiamento fondamentale e che "l'ordine non si cambia".

La via perché la coscienza prenda vita è organizzare una lotta rivoluzionaria unitaria, usando ogni forma e mezzo di lotta.

Nel pieno del processo elettorale e, allo stesso tempo, nel 50° anniversario dell'assassinio del leader comunista İbrahim Kaypakkaya, il compagno İbrahim è stato commemorato in molti luoghi. È stato un passo importante per noi, nonostante il peso del processo elettorale interno all’agenda elettorale, riportare l’attualità del compagno Kaypakkaya con un lavoro più diffuso, dinamico ed efficace rispetto agli anni precedenti.

Ovviamente, anche in un clima di elezioni e pessimismo, Kaypakkaya indica la vera via di salvezza. Nel 50° anniversario della sua immortalità, ancora una volta, questo giovane dirigente comunista ci mostra la via che dobbiamo percorre e continua a insegnarci che fare: “Ricordare, ricordare il 18 maggio '73!”

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