Insieme alla questione dell'alluvione, in questo weekend, l'altra notizia che ha riempito le pagine dei giornali è stata la contestazione al ministro Eugenia Roccella al salone del libro di Torino.
E’ stata una contestazione fatta contro l'attuale ministro della famiglia e della natalità e delle pari opportunità del governo Meloni, un personaggio degno di nota soprattutto per il suo impegno attivo per la sponsorizzazione di una visione della famiglia oscurantista e reazionaria e per la lunga e vergognosa sfilza di dichiarazioni contro il diritto d'aborto.
La ministra si trovava al Salone del libro in quanto invitata a presentare un libro nel padiglione allestito della Regione Piemonte, e quindi di competenza la Regione Piemonte, sempre di Fratelli d'Italia. Infatti doveva essere presente un altro noto personaggio che è l'assessore alle politiche sociali Marrone, anche lui particolarmente attivo nell'attacco al diritto d'aborto e principale artefice della delibera della Regione Piemonte che regala un milione di euro alle associazioni anti-abortiste attraverso i fondi regionali - ed è appunto la notizia di pochi giorni fa che questi fondi sono stati raddoppiati, arrivando a un milione di euro per chi cerca di impedire l'esercizio del diritto d'aborto, in una regione che ha già un medico su due obiettore di coscienza.
Per fortuna la contestazione, che è stata portata avanti principalmente da Non Una di Meno e da Extinction Rebellion, oltre che altre sigle, ha evitato che anche il salone del libro diventasse l'ennesimo
palcoscenico della propaganda anti-abortista. Sono state tante le donne che hanno partecipato alla contestazione ma anche tante le normali visitatrici e visitatori che si sono aggregate e che si sono aggiunte spontaneamente. E questo, tra l’altro, ha permesso che la notizia della battaglia per la difesa del diritto d'aborto si prendesse anche il proprio spazio sui giornali, al di là della contestazione: le ragioni di chi ha contestato la Roccella hanno avuto la possibilità di bucare la notizia.L’altra questione strettamente legata alla Roccella e alla sua visione della famiglia è anche il tema che riguarda il contrasto alla crisi climatica, al dissesto idrogeologico. Infatti l'azione-dissenso ha fatto andare in escandescenze in tanti, da La Russa a Renzi, che hanno portato una retorica isterica rispetto al fatto che è stata tolta la parola, impedita la libertà di parola alla ministra Roccella, fatto da chi ha giornali, televisioni, scranni del parlamento che sono già abbastanza egemonizzati dalle idee reazionarie della Roccella e dei ministri della compagine del governo.
Non possiamo che augurarci che, tutte le volte che questi cercano di invadere ambiti pubblici, trovino di fronte chi li contesta apertamente.
La notizia ha avuto anche il merito di spingere tanti a schierarsi nettamente o con chi ha portato avanti la contestazione o al fianco di chi vuole distruggere concretamente i diritti delle donne e in questo senso è stata un'ottima azione, riuscitissima.
Chiaramente il dibattito inscenato sul tema del diritto di parola a proposito della contestazione è assurdo, visto che è la Roccella, è il suo governo, a togliere i diritti, ad essere intensamente impegnati a togliere la parola a chi protesta, che attaccano chi contesta, che tagliano i fondi per il diritto all'aborto, che restringono gli spazi di democrazia…
Chi ha impedito alla Roccella di parlare al Salone del libro di Torino ha contribuito invece alla difesa dei diritti di tutti noi, impedendo alla Roccella di usare il Salone del libro come palcoscenico per le sue crociate. Tra l'altro è paradossale che si parli della libertà di parola mentre aleggia su chi ha osato contestare la Roccella la minaccia di 29 denunce solo per aver portato avanti una contestazione: e questo è un altro sintomo della determinazione con cui si vuole reprimere ogni forma di dissenso, con denunce, fogli di via, identificazioni e tutto ciò che l'armamentario giudiziario mette a disposizione nell'attaccare il conflitto sociale.
Tra l'altro, a proposito di libertà di parola: viene fortemente attaccato anche Lagioia, il direttore del Salone del libro, colpevole di aver semplicemente detto che la contestazione fosse legittima. Può essere più o meno importante difendere Lagioia - chi ha contestato non ha bisogno della legittimazione di chicchesia - però è chiaro che questo è un ulteriore sintomo della determinazione del governo di costruire non solo un clima repressivo contro ogni contestazione ma anche di attaccare e delegittimare chiunque non contribuisca a creare, in maniera compatta, un clima di intruppamento, di isolamento di qualsiasi voce contro il governo.
Oltre a La Russa, un altro personaggio che ha avuto direttamente un attacco isterico durante la contestazione è stata la deputata di Fratelli d'Italia, Montaruli, un personaggio di cui, come tanti della compagine di Fratelli d'Italia, non solo ci sono le sue foto dei raduni di Predappio con il saluto romano ma è stata condannata per peculato nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria di rimborsopoli per uso di soldi pubblici per comprare vestiti firmati, borse di marca, cene costose, gioielli, eccetera, eccetera.
Questa è la compagine dei personaggi che è stata contestata e che, in questi giorni, sta minacciando di ripercussioni verso chi ha portato avanti la contestazione. Questi personaggi, professionisti nel togliere i diritti, nel reprimere il dissenso, nel togliere la parola, hanno il coraggio di strillare alla presunta violenza e alla messa in pericolo del loro diritto di parola a fronte di una ottima contestazione riuscita.
Da questo punto di vista l'annullamento dell'evento che ospitava la Roccella è stato un successo e si spera che questo dia il “la” a tutta un'altra serie di momenti di contestazione verso la Roccella e gli altri esponenti del governo.
Queste azioni hanno la capacità di riportare persino sulle pagine dei giornali i temi principali delle campagne, delle crociate reazionarie del governo e la necessità di contrastarle
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