venerdì 31 luglio 2020

pc 31 luglio - L'ESPOSTO CONTRO ARCELORMITTAL PER USO ILLEGITTIMO DI CIG COVID - L'INPS HA GIA' AVVIATO ACCERTAMENTI

Questo esposto è stato presentato dallo Slai cobas sc di Taranto anche all'INPS e all'ISPETTORATO DEL LAVORO chiedendo oltre l'annullamento delle autorizzazioni per cig Covid di disporre il pagamento ai lavoratori da parte di ArcelorMittal della differenza tra la cassintegrazione percepita e la retribuzione normale

L'INPS ha già avviato gli accertamenti, convocando la coordinatrice dello Slai cobas sc che ha fornito ulteriori elementi. 
*****

PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI TARANTO
Esposto – Denuncia

La sottoscritta Calderazzi Margherita, nata a Taranto il 29.11.1950 e residente in via Dante A. 187 Taranto, in qualità di coordinatrice dell’Organizzazione Sindacale Slai cobas per il sindacato di classe, con sede in Taranto via Livio Andronico, 47,
espone quanto segue :

ArcelorMittal Italia, nello stabilimento di Taranto il 6 luglio, senza accordo sindacale, ha rinnovato la cassintegrazione COVID 19 per 8152 lavoratori fino, per il momento, al 2.8.2020.
Questa cassintegrazione Covid-19 è stata utilizzata ininterrottamente da marzo 2020.
La scrivente ritiene, alla luce delle motivazioni e fatti di seguito esposti, che l’utilizzo di ammortizzatori sociale previsti per Covid sia illegittimo e costituisca una truffa da parte dell’azienda ai danni dello Stato e una violazione delle norme a tutela dei diritti dei lavoratori.
1) La cassintegrazione era stata già programmata come ordinaria e attuata da ArcelorMittal dal 1 luglio 2019, indipendentemente, quindi, dall'emergenza pandemia, per crisi del mercato dell’acciaio. Pertanto gli operai interessati erano già in cassintegrazione ordinaria prima del lockdown.
2) ArcelorMittal ha continuato – da luglio 2019 a metà marzo 2020 - a prorogare la cassintegrazione ordinaria; con l'uscita del decreto “Cura Italia”, in data 25.3.20 ha comunicato che la cig, senza soluzione di continuità, passava da cassintegrazione ordinaria a cassintegrazione per Covid-19, proseguita poi fino a tutto il 2.8.20, e interessando tutti gli 8152 lavoratori in forza nello stabilimento
di Taranto.
3) Mentre AM poneva in cig Covid, chiedeva ed otteneva in data 4 aprile 2020 la deroga per continuare a produrre, e poi a commercializzare, nel pieno periodo di lockdown. Unica fabbrica in Europa che, non facendo produzione essenziale, ha continuato a far lavorare ben 5000 lavoratori (3000 diretti e 2000 appalto)
Pertanto, da un lato ha continuato a produrre, ponendo a rischio i lavoratori (alcuni sono risultati positivi al COVID), dall'altro ha utilizzato la cig per Covid.
L'insistenza con cui ArcelorMittal ha chiesto nei Tavoli in Prefettura di Taranto di continuare la produzione - ponendo il solito “ricatto”: o produco e commercializzo o vado via - mostra, a parere della scrivente, che l'emergenza pandemia non ha costituito una situazione di crisi nuova e rilevante, né  una caduta degli ordini normali, tali che giustificasse la richiesta di Cig Covid.
La crisi di sovrapproduzione dell'acciaio a livello mondiale, la crisi di mercato vi sono da  molti anni; ArcelorMittal, invece, da cambio da cig ordinaria a cig covid ha inteso, arbitrariamente, addebitare unicamente all'emergenza pandemica, tali difficoltà.
Lo stesso rallentamento produttivo era già previsto, fin dall'accordo del 6 settembre 2018 – entrata di ArcelorMittal – e successivi accordi e Tavoli precedenti il lockdown e relativo alle ragioni di crisi di mercato e di organizzazione della produzione già indicati.
LA REALTA' E' CHE MENTRE ARCELORMITTAL, UNICA FABBRICA IN ITALIA E IN EUROPA, CONTINUAVA A PRODURRE E A FAR LAVORARE 5MILA (tra diretti e appalto), QUINDI MENTRE ERA AL RIPARO DAL LOCKDOWN CHE HA INVECE INTERESSATO TANTE REALTA' LAVORATIVE COSTRETTE A CHIUDERE, METTEVA IN CIG COVID UNA PLATEA A REGIME DI 8152 OPERAI DIRETTI. 
4) Per gli operai posti in cassintegrazione Covid, questo cambio di motivazione (da ordinaria a Covid) ha comportato un pesante taglio dell’indennità di cig, arrivando a percepire solo il 58%, con pesanti e in alcuni casi anche drammatiche conseguenze sulle condizioni di vita proprie e dei familiari.

L'uso della cig Covid risulta pertanto, a parere della scrivente, fatto al solo scopo di risparmiare, di evitare le procedure normative previste per la cig ordinaria, come di evitare eventuali verifiche da parte dell’Inps previste nelle richieste di cassa ordinaria. Ma, soprattutto, ha avuto lo scopo di allungare il periodo complessivo di cassintegrazione, beneficiando della cassa Covid per tutto il periodo possibile, e subito dopo riagganciare una nuova cassa integrazione ordinaria già programmata – AM infatti ha già comunicato la ripresa della cassintegrazione ordinaria per la platea di tutti gli 8152 lavoratori dal 3.8.20 e per 13 settimane – con la motivazione di sempre e unica: crisi di mercato.
In questo modo il periodo complessivo di cassintegrazione si allunga per i lavoratori e viene perpetrata una truffa ai danni dello Stato.
ArcelorMittal anche senza l'emergenza coronavirus avrebbe comunque posto in cig lo stesso numero degli operai, ma ha sfruttato a suo vantaggio le norme a tutela di lavoratori di aziende realmente bloccate per il lockdown, utilizzando arbitrariamente fondi pubblici e sottraendo, quindi, dalle casse dello Stato fondi per la cig Covid, che comunque erano limitati, e interessavano altri lavoratori sospesi dal lavoro.
Nello stesso tempo, ha aggravato la situazione di ingolfamento di richieste e pratiche per cig Covid all'Inps, con conseguente ritardo nelle corresponsione degli importi - ancora in questi giorni, lavoratori per esempio delle pulizie di aziende chiuse per covid non possono ancora ricevere gli ammortizzatori sociali

Per i motivi esposti la scrivente chiede che codesta Procura voglia, previo accertamento dei fatti, ove ravvisi la ricorrenza di fattispecie penalmente rilevanti, procedere nei termini di legge nei confronti dei responsabili legali dell’ArcelorMittal Italia.

Si resta a disposizione per fornire tutti gli elementi cartacei e testimoniali.

SLAI COBAS per il sindacato di classe Taranto

Coordinatrice Calderazzi Margherita

per com. 3475301704-slaicobasta@gmail.com - slaicobassc@pec.libero.it - TA 28.7. 20

Nessun commento:

Posta un commento