Fontana indagato per la fornitura dei camici medici: “Favorì il cognato”
L’inchiesta della procura di Milano sugli acquisti della Regione Lombardia nel periodo dell’emergenza
Non solo sapeva dell’affidamento della fornitura di
mezzo milione di euro alla Dama, l’azienda del cognato Andrea Dini, di
cui la moglie Roberta detiene il 10 per cento delle quote. Ma, quando ha
capito di essere stato scoperto, ha chiesto a Dini di trasformare la
vendita in donazione e ha provato a risarcirlo per la perdita subita con
un bonifico di 250 mila euro. Per questo il governatore Attilio Fontana
è indagato per frode nelle pubbliche forniture. A dare il via
all’inchiesta, il 22 maggio, prima della messa in onda della
trasmissione Report, è stata una segnalazione di operazione sospetta,
nel gergo “Sos”, arrivata sulla scrivania del procuratore aggiunto
Maurizio Romanelli, che aveva ad oggetto il tentativo di movimentazione
di denaro sospetto.
Da lì gli investigatori hanno ricostruito innanzitutto
che Fontana fosse consapevole dell’affidamento
della fornitura di camici al cognato: a riferirlo è stato l’assessore Raffaele Cattaneo, interrogato dai pm. Ma anche che quando il governatore, intervistato da Report il 15 maggio, ha capito che correva il rischio di essere scoperto, ha chiesto al cognato Andrea Dini di trasformare la fornitura in donazione, pagandolo di tasca sua.
della fornitura di camici al cognato: a riferirlo è stato l’assessore Raffaele Cattaneo, interrogato dai pm. Ma anche che quando il governatore, intervistato da Report il 15 maggio, ha capito che correva il rischio di essere scoperto, ha chiesto al cognato Andrea Dini di trasformare la fornitura in donazione, pagandolo di tasca sua.
A quel punto Dini ha pensato bene di trattenere per sé i
camici che ancora non erano stati consegnati ad Aria, la centrale unica
degli acquisti della Regione. E, nonostante le difficoltà della Regione
di reperire quel materiale in un momento di assoluta emergenza e
necessità, ha provato a rivendere 25 mila camici sui 75 mila
inizialmente pattuiti a una rsa varesina e a un prezzo più alto, da 6 a 9
euro. Per via della mancata consegna di quei 25 mila camici Anche Dini e
l’ex dg di Aria, Filippo Bongiovanni, sono indagati per frode nelle
pubbliche forniture. Oltre che per la turbata libertà nella scelta del
contraente, legata al conflitto d’interessi ignorato al momento
dell’affidamento della fornitura.
«Quando Fontana è venuto a sapere della fornitura, per
evitare equivoci gli ha detto di trasformarla in donazione e lo scrupolo
di aver danneggiato suo cognato lo ha indotto in coscienza a fare un
gesto risarcitorio». A parlare è l’avvocato del governatore, Jacopo
Pensa. Questo risarcimento, ha spiegato Pensa, «è rimasto lettera
morta». «Non sono in grado di capire dove sia il reato ma i pm sanno
quello che devono fare ed evidentemente sono state fatte indagini che
hanno implicato l'iscrizione a garanzia dell'indagato».
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