Nella notte tra sabato 25 e domenica 26 luglio, in piazza del mercato a Foggia un ragazzo nero è stato colpito in testa da una bottiglia partita da una rissa lì vicino. La rissa, come documentata anche dai giornali locali, è iniziata da una serie di aggressioni razziste; e non è la prima volta che a Foggia le persone immigrate vengono aggredite senza motivo.
Perdeva molto sangue, così un amico del ragazzo ferito ha subito chiamato un'ambulanza.
Invece di soccorrerlo però, il personale medico ha deciso di chiamare la polizia per effettuare un controllo documenti. Dopo la notte passata in questura, il risultato è stato un decreto di espulsione e nessuna assistenza medica.
Questo è solo l'ennesimo episodio gravissimo che dimostra quanto il personale ospedaliero possa
essere complice di controllo e repressione: non solo omissione di soccorso, ma anche violazione del divieto di segnalazione previsto per queste situazioni!
La voce della persona coinvolta racconta tutto ciò e ribadisce il legame diretto tra razzismo, repressione e leggi sull'immigrazione.
"Mi hanno detto, non puoi stare in Italia con un documento scaduto. Devi lasciare il paese. E io ho detto, io un documento ce l'avevo, è colpa vostra se il mio documento è scaduto e non l'ho cambiato. Io voglio cambiare il permesso, stare in libertà. E' colpa loro se non l'ho rinnovato, perché mi hanno chiesto tante cose che non posso trovare... e così mi hanno dato questo (foglio di espulsione).."
Continuiamo a gridare sempre più forte: Documenti per tutti, repressione per nessuno! L'immigrazione non è un crimine!
Comitato lavoratori delle Campagne
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