Da quel che si “scopre” adesso aveva alle spalle già una
carriera di corrotto come deputato all’Assemblea Regionale Siciliana. Insomma,
ogni nuovo “amministratore” della cosa pubblica, non appena arriva al potere
amministra innanzi tutto le proprie tasche…
La sua condanna a 4 anni e 3 mesi
per peculato continuato, con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e
confisca di 75mila euro, insieme ad altri quattro ex deputati regionali (Cataldo Fiorenza condannato a 3 anni e 8
mesi; Giulia Adamo, 3 anni e 6 mesi; Rudy Maira, 4 anni e 6 mesi; Livio
Marrocco, 3 anni) conferma il grado infinito di corruzione che regna in
Sicilia (e in tutto il Paese!), perché la corruzione della borghesia a tutti i
livelli è un tratto distintivo di questo sistema capitalista che ogni giorno
mostra il suo livello di marciume.
Ciononostante, Pogliese ha
dichiarato di non volersi dimettere, e il primo ad essere pubblicamente
d’accordo con lui, nemmeno a dirlo, è Stefano Candiani, senatore braccio
destro di Salvini! Poi Lombardo, figlio di quel Raffaele Lombardo ex
presidente della Regione condannato a
due anni per voto di scambio, mentre è “Cauta la posizione dei sindacati
Cgil, Cisl, Uil e Ugl di Catania che … ‘augurano al primo cittadino di potere
dimostrare la sua non colpevolezza’” (Gds 25/7/20)!
La condanna di Pogliese, un altro
fascista “cresciuto sognando Almirante” dice un giornale, scombina un po’ i
piani elettorali della destra in Sicilia, poiché era stato anche sponsorizzato
dalla fascista Meloni e da altri partiti come candidato alle prossime elezioni
a presidente di Regione, al posto dell’attuale “fascista per bene” Musumeci!
È certo che questa ennesima “crisi
politica” prodotta dal criminale parassitismo borghese, che avrà i suoi
strascichi “economici”, cercheranno in tutti i modi di scaricarla sui proletari
e le masse popolari catanesi, innanzi tutto. Proletari e masse che devono
cogliere questa occasione per far pagare la crisi a chi la produce.
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