lunedì 22 luglio 2019

pc 22 luglio - Quel filo nero che lega il sistema Bibbiano e il DDL Pillon

Giovanni Drogo | 22 Luglio 2019
 
Bibbiano è sulle bocche di tutti, tutti ne parlano ma nessuno sa esattamente di cosa sta parlando. Lo dimostra la figuraccia dell’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri che non è stata nemmeno in grado di dire di quale reato è accusato il sindaco Andrea Carletti (autosospesosi dal PD). Lo dimostra la strumentalizzazione del M5S con Luigi Di Maio che parla del PD come del «partito di Bibbiano» che «toglie i bimbi alle famiglie con l’elettroshock per venderseli». In attesa che la magistratura (e la “task force” voluta dal ministro Bonafede) faccia chiarezza sulla vicenda però i nostri politici potrebbero parlarci del DDL Pillon.

Sorpresa: anche il DDL Pillon “strappa” i bambini alle famiglie (per mandarli in centri di rieducazione)
Che c’entra il progetto di  riforma dell’affido condiviso con i presunti abusi commessi a Bibbiano? All’apparenza si tratta di due argomenti completamenti diversi. Da una parte ci sono quelli che l’opinione pubblica ormai chiama “orchi”, “pedofili” o anche peggio che avevano messo su un “business” per vendere i bambini togliendoli alle loro famiglie d’origine. Dall’altra una proposta di legge che mira invece a tutelare la “bigenitorialità”, vale a dire a consentire ai figli delle coppie separate di continuare ad avere rapporti con entrambi i genitori. Anzi, secondo il Senatore Pillon «dopo lo scandalo della Val d’Enza credo che la politica debba dare risposte vere e concrete», risposte che il Governo e la maggioranza daranno proprio anche con l’approvazione del DDL 735, la cui discussione è ripresa qualche giorno fa (senza che Di Maio dicesse nulla in merito).

Ma chissà come mai si parla molto dei presunti pedofili di Bibbiano e poco o nulla (lo ha fatto Presa Diretta tempo fa) delle posizioni a favore della pedofilia di Richard Gardner, lo studioso ha teorizzato la PAS (Parental Alienation Syndrome) nota anche come sindrome da alienazione parentale. Si tratta di una presunta malattia psichiatrica della quale possono soffrire i figli delle coppie separate. Malattia che però, dicono OMS e Ministero della Sanità, non esiste. Gardner è uno che nel libro True and False Accusations of Child Sex Abuse scrive che bisogna dire ai bambini che in fondo gli abusi sessuali sono una cosa normale perché in altre società è considerata la norma. Nessuno però chiede di parlare di Gardner, forse l’argomento è troppo ostico, forse è molto più eccitante parlare di processi che non sono ancora iniziati. Perché è sempre così, un conto è ascoltare la versione romanzata (magari con un podcast pieno di ingenuità) dei fatti, un altro è vedere cosa hanno stabilito i processi.

Come il DDL Pillon creerà tante piccole Bibbiano
Eppure proprio di “alienazioni” ed “estraniazioni” si parla nella proposta di legge Pillon, che evita accuratamente di menzionare in maniera esplicita la controversa (e dopo trent’anni mai dimostrata) teoria di di Gardner. È evidente in ogni caso che la PAS è alla base delle proposte di riforma dell’affido dei minori in caso di separazione. Ma all’atto pratico cosa significa? Per scoprirlo è sufficiente leggere l’articolo 18 della proposta di legge dove viene stabilito che il giudice può «disporre l’inversione della residenza abituale del figlio minore presso l’altro genitore». Questo anche quando «pur in assenza di evidenti condotte di uno dei genitori, il figlio minore manifesti comunque rifiuto, alienazione o estraniazione con riguardo a uno di essi» (art. 17).
Ora perfino Gardner sosteneva che l’alienazione parentale avesse bisogno di due elementi chiave. Il primo è la condotta  da parte del genitore “alienante” (vale a dire uno dei due ex coniugi ) che convince il figlio della “pericolosità” dell’altro spingendolo anche a denunciare presunti abusi; il secondo è la partecipazione attiva del minore all’alienazione del genitore “alienato”. Nel DDL Pillon invece se il figlio manifesta rifiuto, alienazione o estraniazione nei confronti del padre o della madre anche senza che uno dei due coniugi faccia il “lavaggio del cervello” questo è sufficiente per affidare il minore al genitore “rifiutato”. Ma cosa succederebbe se davvero uno dei due genitori ha commesso abusi o atti di violenza sul figlio e proprio in ragione di questo c’è “rifiuto” o “estraniazione”? Il bambino verrebbe tolto al  genitore con cui vuole stare e affidato proprio al genitore abusante perché si dà per scontato che ci sia una PAS. Ma va tutto bene, perché non lo propone il partito di Bibbiano.

Ma non finisce qui perché il giudice può anche disporre di togliere il minore ad entrambi gli ex coniugi per collocarlo provvisoriamente «presso apposita struttura specializzata, previa redazione da parte dei servizi sociali o degli operatori della struttura di uno specifico programma per il pieno recupero della bigenitorialità del minore». Insomma il bambino o la bambina verrebbe messo in una casa famiglia e seguito dai servizi sociali e da operatori (proprio quelle figure che nel caso di Bibbiano sono additati come i colpevoli “degli orrori” ma nel caso del DDL Pillon evidentemente no) per un’opera di rieducazione alla bigenitorialità (ovvero ad amare anche il genitore che magari ha commesso violenze e abusi).

Come questa possa avvenire non è chiaro, e se si usassero proprio gli stessi metodi adottati a Bibbiano (il famoso “elettroshock” che tale non è e che è di gran moda in certi modelli di terapia)? Siamo di fronte ad un classico esempio di doppio standard, solo che tutti parlano di Bibbiano, e pochi parlano del DDL Pillon. La ragione è semplice: a Bibbiano è già stato scoperto il complotto delle lobby LGBT contro la famiglia naturale. Il DDL 735 invece vuole proprio difendere la famiglia naturale, a quanto pare ad ogni costo.

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