Vi inviamo di seguito il comunicato degli abitanti dell'Arena di San Severo, che oggi erano in presidio e hanno incontrato il Prefetto e il Questore di Foggia.
Qui il video in cui un lavoratore racconta l'incontro.
CASE PER TUTTI, GHETTI PER NESSUNO! GLI ABITANTI DELL'ARENA SCENDONO DI NUOVO IN STRADA.
Questa
mattina gli abitanti dell’Arena di San Severo (FG) hanno manifestato
sotto la Prefettura di Foggia pretendendo risposte sulla propria
condizione abitativa e sui documenti. Le persone che vivono all’Arena
infatti (le stesse che nel marzo 2017 erano state lì deportate dopo lo
sgombero del Gran Ghetto) sono ora sotto minaccia di sgombero e di
trasferimento a Casa Sankara. I lavoratori lo hanno già ripetuto più
volte: Casa Sankara non è altro che l’ennesimo ghetto, un luogo isolato,
dove sarebbero obbligati a vivere in tende e container, sottoposti ad
una sorveglianza costante da parte dei gestori del centro (Ghetto Out) e
senza la possibilità di spostarsi autonomamente. Quello che chiedono è
di restare a San Severo; se non all’Arena – struttura sicuramente
migliore dei containers per quanto non ideale - in vere e proprie case,
vicine al centro, ai servizi e soprattutto ai luoghi di lavoro.
Grazie alle pressioni e all’insistenza dei lavoratori per strada, una delegazione è riuscita a parlare con il Prefetto e il Questore di Foggia. Come racconta un abitante in questo video, i lavoratori hanno ribattuto punto per punto al teatrino dei rappresentanti delle istituzioni, che come sempre hanno finto di essere impegnati nella risoluzione dei problemi dei braccianti, salvo poi incolparli di rifiutare i doni generosamente offerti loro (tende, containers e pullmini i cui percorsi arbitrari non soddisfano le necessità di chi lavora). Anche in merito alla questione dei documenti, il Questore si è nascosto dietro la normativa per ribadire che non ci sono possibilità di regolarizzazione per chi è senza permesso di soggiorno ma vive e lavora sul territorio, se non attraverso denunce contro caporali e datori di lavoro. Sarebbe quindi di nuovo colpa dei lavoratori, i quali però hanno subito sottolineato la scarsa efficacia delle denunce fatte finora, che hanno quasi sempre portato alla perdita del posto di lavoro piuttosto che alla regolarizzazione. Alla fine dell’incontro, i lavoratori si sono fatti promettere di essere direttamente coinvolti nelle prossime riunioni del consiglio territoriale per poter esporre le proprie esigenze e hanno avuto la conferma di poter restare all’Arena finché non ci saranno soluzioni abitative concordate con loro.
Mentre intorno al tavolo della Prefettura si faceva a gara di buone intenzioni, sin dal mattino tutto il razzismo e la brutalità delle forze dell’ordine si sono riversati sui lavoratori e sui solidali. Prima del presidio, controllori e polizia hanno tentato di impedire l’accesso al treno alle persone immigrate, operando una chiara distinzione tra bianchi e neri. Allo stesso modo, al termine della manifestazione ai lavoratori è stato di nuovo impedito di entrare in stazione con minacce e strattoni. A queste provocazioni e ai vari insulti razzisti i lavoratori hanno risposto con grande forza e coesione, manifestando tutta la propria rabbia di fronte alla discriminazione e alla segregazione che vivono quotidianamente.
Gli abitanti dell’Arena ribadiscono di non essere disposti a subire imposizioni dall’alto e di voler decidere delle proprie vite. Qualsiasi politica che li voglia come oggetti passivi riceverà come unica risposta la lotta.
NO AGLI SGOMBERI E AI TRASFERIMENTI COATTI, NO AI GHETTI DI STATO! CASE E DOCUMENTI PER TUTTI E PER TUTTE!
Grazie alle pressioni e all’insistenza dei lavoratori per strada, una delegazione è riuscita a parlare con il Prefetto e il Questore di Foggia. Come racconta un abitante in questo video, i lavoratori hanno ribattuto punto per punto al teatrino dei rappresentanti delle istituzioni, che come sempre hanno finto di essere impegnati nella risoluzione dei problemi dei braccianti, salvo poi incolparli di rifiutare i doni generosamente offerti loro (tende, containers e pullmini i cui percorsi arbitrari non soddisfano le necessità di chi lavora). Anche in merito alla questione dei documenti, il Questore si è nascosto dietro la normativa per ribadire che non ci sono possibilità di regolarizzazione per chi è senza permesso di soggiorno ma vive e lavora sul territorio, se non attraverso denunce contro caporali e datori di lavoro. Sarebbe quindi di nuovo colpa dei lavoratori, i quali però hanno subito sottolineato la scarsa efficacia delle denunce fatte finora, che hanno quasi sempre portato alla perdita del posto di lavoro piuttosto che alla regolarizzazione. Alla fine dell’incontro, i lavoratori si sono fatti promettere di essere direttamente coinvolti nelle prossime riunioni del consiglio territoriale per poter esporre le proprie esigenze e hanno avuto la conferma di poter restare all’Arena finché non ci saranno soluzioni abitative concordate con loro.
Mentre intorno al tavolo della Prefettura si faceva a gara di buone intenzioni, sin dal mattino tutto il razzismo e la brutalità delle forze dell’ordine si sono riversati sui lavoratori e sui solidali. Prima del presidio, controllori e polizia hanno tentato di impedire l’accesso al treno alle persone immigrate, operando una chiara distinzione tra bianchi e neri. Allo stesso modo, al termine della manifestazione ai lavoratori è stato di nuovo impedito di entrare in stazione con minacce e strattoni. A queste provocazioni e ai vari insulti razzisti i lavoratori hanno risposto con grande forza e coesione, manifestando tutta la propria rabbia di fronte alla discriminazione e alla segregazione che vivono quotidianamente.
Gli abitanti dell’Arena ribadiscono di non essere disposti a subire imposizioni dall’alto e di voler decidere delle proprie vite. Qualsiasi politica che li voglia come oggetti passivi riceverà come unica risposta la lotta.
NO AGLI SGOMBERI E AI TRASFERIMENTI COATTI, NO AI GHETTI DI STATO! CASE E DOCUMENTI PER TUTTI E PER TUTTE!
Nessun commento:
Posta un commento